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COMPENDIO
DELLA STORIA
GEOGRAFICA, NATURALE» E CIVILE
DEL REGNO
DEL CHIL.E.
BOLOGNA MDCCLXXVL
NELLA STAMPERÌA DI S. TOMMASO B? A<£uiNO##
Cm licenza de* Superiori .
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PREFAZIONE.
A L Chile 3 Vae fé non meno beneficato dalla Ka~ tura 5 che trafeurato dagli Scrittori , fi conferva finora quafi del tutto incognito alle perfine , che fi dilettano dello fiudio della Geografia 3 e della Storia Katurale. Gli Autori 3 che immediata- mente dopo le conquifije degli Spagnuoli nel? A- merica 3 pubblicarono le loro Geografie univerfa- li , trattarono veramente di quefio Regno 3 mcu. come le notizie 3 che allora ne venivano 3 erano generali 3 e confufe 3 cesi tutto quello , che et-, ne dicono 3 è sì fcarfo 3 e sì pieno dì errori 3 e di contradizioni 3 <rAe non fé ne può formare un* idea ragionevole . I Nazionali del Vaefe 5 che potevano con vere relazioni dijjtpare fijfatti cr» rari 3 ed illuminare quei che ne volevano di nuo~ vo fcrivere 3 avevano 3 attefa la gran lontanan- za ) poca comunicazione coir Europa 3 e di ra~* A 2 do
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do ci venivano . Gli Europei , che colà arriva- no 5 o non fi difcofta.no dai Fortino fé più s'in- ternano \ non badano ad altro , che ay loro in- terejjt . Quindi i Geografi moderni 3 «0/* trovan- do delle notizie più giufìe , x' attengono a quel- le , cè<r *ft #«<?/?£ Regione lafciarono i più anti- chi , e «e adottano tutti i difetti . Nulla ofian- te debbono tra quefìi Scrittori eccettuarfi M. Sanfone dy Abbeville , V Autore Inglefe del Gaz- zettiere Americano , e il Sig. Abate Gio. Dome- nico Coletti 3 i quali benché non vadano del tut- to efenti da alcuni piccoli sbagli , a cui indifpen- facilmente fono f oggetti quelli , che o non ojfer- varono per fé Jìeffi le cofe , M cui fcrivono , o le videro di pajfaggio 5 tuttavia meglio inftrutti ci prefentano una Defcrizione più efatta > e ve- ra del Ch'ile. Ma come la natura delle loroO- fere gli obbliga a conunerfi dentro difiretti ter- mini y tai defcrizioni non fono capaci di appaga* re la curiofità delle perfine , che cercano di co* nofcere un poco più a fondo le qualità > e pro- dotti di un Paefe . Quejlo motivo mi fece pen- Jkrc a un compendio più detagliato della Snria
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Geografica > Katurale , e Civile di quejìo Regno, che potejje così difiruggere le falfe imprejfwni che fé ne hanno , come inflruirne fujfcientemente gli amatori delle cognizioni 5 che appartengono alla fonazione , e produzioni delle differenti parti del nojtro Globo . La dijfcultà della lingua era per me un ojtacolo fortijfmo j ma finalmente porta* to dally amore di fervire in qualche cofa alla_ focietà) mi sforzai a vincerlo >■ pervadendomi > che quei che fi vorranno prendere la fatica di leggere queJP Opufcolo , contenti di capirne il fenfo , e dì trovare in ejfo delle eofi che muo- vano la loro curiofità 5 difftmuleranno prudente* mente ì dijfetti del linguaggio 3 che fono quafi ine*, citabili in un forafliere.
Quejlo riflretto , avvegnaché non ecceda ì limiti di un rigorofo Compendio , tuttavolta per la maggior comodità de* Lettori 5 e per P ordina necejftrio va divifo in due Parti 5 le quali fi fuddividono in parecchi Paragrafi. Kella prima Parte , data una delineazione generale del Chi- le , fé ne deferirono prima il temperamento , i fiumi ) le piante , gli arhufii : gli alberi , ed i A l fruì-
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frutti più notabili : indi le conchiglie ) ì pe/ii > gì' infetti^ gli uccelli^ e i quadrupedi: poi % metalli , femi-metalli , ed i minerali , che vi s* incontrano . Nella feconda Varte fi tratta pri- mieramente dei Naturali Originar] di quefÌQ Paefe , di cui x* efpongono le fifonomie , inclina- Z-ioni , lingua 3 Religione > Governo Civile 5 o Militare , abitazione , veflito > <?rf occupazioni: dopo premejfa una breve relazione dello fiabili- mento degli Spagnuoli}fi moflrano i caratteri , /e maniere di ve/tire, e di edificare , *7 Commer- cio , e i7 Governo Ecclefiafiico 3 Militare , ^ Ci* pi/e rfe* /ero difendenti con unafuccinta deferi- tone delle Provincie , £« ^j ^ ^^ ^^ /tf jrrtrtt» </<?/ Cj&/7* , che abitano , é* /fe/fc C/>tó e JSor^Ai , c£c finora vi fono fiati fondati .
Per evitare la confufione > ufo potrebbe na* fiere dalla diverfità delle Ortografie , ferivo tuU ti i nomi proprj dey luoghi , e delle altre cofi^ peculiari della maniera , che gli fcrivono i Na~ rionali del Paefe . La differenza confi/le prin* cipalmente nel Ch. , che da loro vieti proferito innanzi a tutte le vocali come' il ce , ci Italia-
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Onde benché ferivano Chile , Cachapoal , Mapochó &c. fempre pronunciano Cile , Cacia- poal > Mapocio . Come il fine primario ài quejle Compendio è di concorrere in alcun modo alltt^ perfezione della Geografia , e della Storia Ka- turale , così mejfa da banda ogni affezione me* m regolata , mi fono allontanato da tutto quel- lo 5 che può alterare la verità , non dijftmulan- do , nemmen efagerando ciò che v' è di buono , o di cattivo 5 come ognuno fé ne può facilmente Accorgere leggendo i p affinchè allego , degli Au- tori j che meglio hanno ferino del Chile. lo vi- di j ed efaminai per me Jlejfo la maggior parte delle cofe , che deferivo . Intorno poi a quelle , che non potei ojfervare , ho feguito il te/limonio di parecchie perfine favie , e giudiziofe > le qua- li le videro , ed esaminarono diligentemente^ non valendomi però delle loro informazioni , fé non quandi le trovai interamente concordi.
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Vidit D. Aurelius Cajlanea Clerica* Regularis Sanfti Vernili , prò lllujfrijjìmo , & Revcren- àijjtmo Capitalo Merrepolitan* Bottoni* Pceni- tcntiarius •
Die 2. Februarii 1776. IMPRIMATUR.
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Fr. Carolut Dominicus Bandiera Vtcarius Gene- rali! S. Offiai Bottoni* .
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COMPENDIO
Della Storia Geografica , Katurale , e Civile del Chile.
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PARTE t
I. ftÉHi&L Chile, Regno dell* America Meridio- nale , è fituato filile rive del Mar Pacifico , o fia del Sud tra i gr. 24. , e 45. di latitudine Auftrale , o> tra i 304. e 308. di longitudine , collocato 11 primo Meridiano nel!' Ifola del Ferro. Quindi la fualun« ghezza da Tramontana a Mezzodì è di più di 400, leghe, e la fua larghezza da Ponente a Levante^ comprefavi la montagna degli Andes^ di 80. incirca (j),
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(J] fì*f* non fi deferìve altro y che quella Regione 9 e Paefe , che ì Nazionali cono/cono [otto il n$mediCbi** le . Il Governo generale 3 che gli Spagnuoli chiamane Governazione del Chile, comprende inoltre la Pr$vin* eia del Cujo , i Patagoni 3 e le terre Magali ani che; ma tutte quefie contrade fono affatto differenti dal Chile c&*> sì nel temperamento 3 come nei linguaggi , e fattezze de9 loro abitanti Originar] , e ne vengono del tutto fi* parate per V inMceJfibik montagna degli Andes »
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I fuoi confini fono all' Occidente il fuddetto Mar Pacifico, a Settentrione il Perù; air Oriente il Tu- cuman , il Cujo , e le terre Paragonile ; e a Mez- zo-giorno le contrade Magallaniche , da tutte le qua- li Regioni lo fepara perfettamente o per fé ftefla , o per i fuoi rami h menzionata montagna degli An- des •
IL Il nome generale di quefTo Regno è ante- riore all' arrivo degli Spagnuoli a quelle parti (i) . Gh Autori, che fcrivono dell' America, ne adduco- no molte etimologie, tutte le quali, a dire il ver*, o fono affolutamente fai fé , o fi fondano fopra, fri- vole congetture. La più verifimile nondimeno mi fembra quella , che deduce la voce Chile dal nome dì certi uccelli chiamati chiles 9 dì cui abbonda quefto Paefe, perchè glf Indiani folevano dare alle loro Ter- re il nome di quelle cofe , che vi fi trovavano hu maggior numero .
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(*) 1 Peruani.chs ne intraprefero la conquidacene anni prima degli Spagnuoli , cercarono quejlo Regno Cot- to la denominazione del Chile , come cofia da' Cornea iarj del Pcrh . I Cbileni Aufirali , che popolarono le {fo- le di Chihe , ( la di cui tra/migrazione è anteriore de alcuni fecolì a quefla Epoca ) per confervare la memo- ri* del loro primitivo Paefe, le nominarono Chilhue, cioè luogo 5 o Provincia del Chile . Onde gli Spagnuoli non poterono comunicare a tutto il Regno , ( come pre- tendono varj Autori ) il nome , che già potfcdev* .
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III. Tutta quella Regione fi divide naturalrnen* te da Settentrione a Mezzodì in tre grandi parti» La prima fi compone delle Ifole, che s' incontrano nel Tuo Mare . La feconda , a cui più comunemente fi dà il nome Chìle , è quella gran fafcia, o tratto di terra , che giace tra il Mare , e la montagna de- gli Andes . La terza comprende tutto lo fpazio^ che vi occupa quefta catena di monti .
IV. Le Ifole fituate nel Mar Chlleno fono ItJ tre Coquimbane deferte a gr. 29-25. ; le due di Gio* Fernandes abitate dagli Spagnuoli a gr. 33 » 42 : la Quiriquina full* ingreffo del Porto della Concezione appartenente a uno de' fuoi abitanti a gr. 3^-42» S. Maria degli Araucani a gr. 37-27: la Mochapri* ma affai popolata, al prefente deferta a gr. 38 - %6 * T Arcipelago di Chiloe , che contiene 47. Ifole tra* gr. 41-155 e 45. abitate dagli Spagnuoli, e dagP Indiani . Tutte quefte Ifole fono per lo più picelo» le , eccettuatane quella , che fi chiama propriamen- te Chiloe, eh' è lunga 60. leghe incirca, e qualche altra dello fteffo Arcipelago .
V. La fafeia di Terra fituata fra il Marc, e gli Andes , ( di cui fpecialmente fi debbono intendere^ le cofe, che diremo del Chile , perchè ella è la par- te più conofeiuta , e abitata ) ha di larghezza 40;, leghe , e fi fuddivide quafi ugualmente in Marittima,
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c Mediterranea . La Marittima è tramezzata da tre o quattro Catene di monti paralelli agli Andes, tra* quali fi vedono molte Valli inaffiate da bei rufcelli. Xa Mediterranea è piana , benché qua e là abbia fpar* fé alcune Colline, che fanno fpiccar più V amenità delle campagne fottopofte.
VI. La Montagna degli Andes, ovvero la Ceri ditterà, che fi crede la più alta del Mondo (i), fi tfende dallo Stretto Magallanico infino al Golfo Mef- ficano per lo fpazio di 1380. leghe. Quefla Monta- gna, dove appartiene al Chilc, ha 40. leghe all'in- circa ài larghezza . Ella fi compone di monti altif- fimi, incatenati gli uni cogli altri, pieni di dirupi, t balzi fpaventofi , tra' quali pure s* incontrano mol- te vallate amene, e pianure affai vafte abitate da parecchie Tribù di Selvaggi .
VII.
(1) La Cordeliere Cbainc de montagne* , dont
plujieurs font beaucoup plus haute s , que le Pic-de-Tene- rif> & dont la cime efl couverte de cent piedi de nei- gè -9 tandis qu en bas ce font des jardìns fleuris , ^r /e- emds en fruits , qui demandent le plus de chaleur . Vo- yage au Perou par M. Bouguer pag. 378. Selon les ob- fervatiots du P. Feville'e le Pic-de-Tenerif a 2213 toU fes audefius du niveau de la Mer . Le Pichincha dans le Quito en a 2427. Une autre montagne y en a 2495. toifes de hauteur, ou le mercure fé foutient dans le ha- tometre a 15. pouces , 9. Hgnes , e* ett a dire a 12. pouc. 3. Ug. environ plus bas, qu au bord de la mer* Mem. de l\Acad> des Scient. an 1744. pag. Z69.
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VIL II Chile è uno de' migliori Paefi dell' A- merica: la bellezza del fuo Cielo, la benignità del fuo clima, la fertilità, e ricchezza del fuo terreno gli danno vantaggj confiderabili fopra i fuoi vicini (i). le quattro Stagioni dell' anno benché in tempi op- pofti a quefti di Europa , vi fono regolari . la Prima- vera , come è noto agi' intendenti di Geografia j vi comincia nel mefe di Settembre ; V Eftate inJDecem- bre; 1* Autunno in Marzo; e il Verno in Giugno. Sul finir dell' Autunno , nell' Inverno , e nel prin- cipio della Primavera vi piove abbondevolmente; ma negli altri tempi o mai , o di rado . V atmosfera , durante la State, fi conferva fempre ferena , né vien turbata dalle tempefte di grandine , e dì fulmini, che fono tanto frequenti nelle altre Regioni (2) . Quella mancanza però d' acqua piovana non è nocevole al- le campagne, perchè la guazza, che vi cade ogni notte, e 1" umidità, che rimane dal Verno, fono
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(1) La deferitone aggiunta fa vedere lo flato pr e" fente di quefio Regno , che è fenza co ni "r adizione UfA bello , il più ricco , e il più fertile di quanti n ' abbia in tutti ì fuoi dominj la Monarchia di Spagna . Gio9 Dem. Coletti Biz. Geogr. dell' Am. Mer. v. Chile.
(x) Il Chile è libero affatto da' fulmini , quantun* que vi fi fenta talvolta tuonare , perchè quello fegu^p a una grande diflanza fuglt Andef V Inglefe Am. del Gazz. Am. v* Ghili •
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falcienti, acciò i fratti riefcano ottimamente. Tut- to il Paefe inoltre è bagnato da quantità di copiofi fiumi , e rivi, donde col mezzo de* Canali fi cava con facilità quanta acqua fé ne vuole .
Vili. Il caldo , attefa la ferenità continua del Cielo, vi dovrebbe edere ecceilìvo , fé la divina Pre- videnza fempre benefica non vi aveffe pofto riparo . L' Oflro, che viene dal Polo pe' mari intermedi, e che mentre non piove , vi regna inceffantemente, le Maree, che fi levano a mezzo- giorno , la rugiada, che principia al tramontar del Sole , e certa aura foave , che feende dalle nevofe montagne degli An- des rinfrefeano maravigliofamente V aria (i) . Il fred- do ancora nell' Inverno è affai moderato (2] . Nelle
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(1) Quantunque il Chili Jìa furiato preffo la Zona Torrida , vi è per altro V aria di State temperata o fanti . Lo Jlefio Inglefe v. Chili .
Le quartier de Chili ( cioè le parti Settentrionali del Tlegno ] devroit étre plus chaud , que V Efpagne , & celui de V Imperiale , ( le Provincie Australi ) commt^ V Efpagne . La proxìmitè des montagnes d* un coté, & de la Mer de V autre , font que le Pays efl un peu plus froid , qu il ne devroit étre j mais atfez, chaud pour étre un des msilleurs de V Amerique • M. Sanfon d' Ab- heville dxns fa Geogr. v. Chili.
(2) AmeniJJìma porro Regio etf ( Chile) & perfét- eunda , atque omnium frugum , haud fecus quàm tìif- pania, ferax ifalubris quoque , ó* egregium inter *£lmy & frigus fortita temperamentum e hit. Hifi. v> Chili .
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contrade marittime non fi è veduta mai calcar la ne- ve in quelle, che s* avvicinano agli Andesnefuol venire un poco di cinque in cinque anni, e talvol- ta ne pafla più tempo. Sugli Andes peróne cade iti sì gran quantità, che vi fi conferva perpetuamente, e la maggior parte dell' anno ne rende il paffaggio impraticabile (i) .
IX. Il temperamento , benché ila più, o meno umi- do, fecondo la minore, o la maggior diftanza dal Mare, e più, o meno freddo, attefa la rifpettiva il- lazione de* luoghi , è generalmente fano . Non vi regnano le peftilenze , che fogliono altrove fpopo- lare le Provincie intere , nemmeno le febbri terza- ne , e quartane , che fono tanto comuni negli altri Paefi . Anzi quei che ne fono attaccati nei Regni
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(J) Quefta montagna dentro i lìmiti dtl Ch'ile non ha che etto , o nove [Ir ade , le quali fono fommam ente mfpre , pericolofe , e talmente Jlrette , che appena vi può paffare un' uome a cavallo . Siffatte firade dal Mefts d* Aprile fino a quel dì Novembre fi chiudono affatto colla gran neve, che allora vi cade. Alcuni , che por- tati da qualche rilevante intereffe s' attentano in que- sto tempo a paffar quefli monti , vi fogliono reftar gie~ lati . Quindi parecchi Autori , fenza fpecificare i luoghi, dicono afiolutamente , che nel Chile muojono gli uomi- ni di freddo . Oggidì nella flrada , che conduce dalla f Capitale a Mendoza , fono fiate fabbricate alcune ca~ uccie ài fajfo 5 dove fi rifugiano i Corrieri •
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dreo&vicini , per libcrarfene pafTano al Chile , ove dappoiché ne pigliano P aria , rimangono inferamen- te guariti . Gli accidenti apopletici , e le contrazio- ni delle membra vi fono ancora rariffime , maffime me' giovani ; Onde fono pochi i zoppi , e gli ftrop- piati , che vi fi vedono . I cani non vanno foggetri alla rabbia, e finora non fi è trovato neppur uno, che fia fiato attaccato da quefta terribile malattia .
X. Alla falubrità dell' aria corrifponde la net- tezza del terreno . Non vi fi trovano Vipere , Ser- genti, Tigri, Orfi, Cinghiali , Lupi , né le altre be- ftie nocive , o velenofe (i) . Le bifeie , di cui non II vede , che la fpecie ordinaria , non hanno veleno, come ne fecero 1* efperienza gli Accademici, ch<u> ncll* anno 1736. pattarono al Perù per mifurarvi un grado del Meridiano . Laonde fi può ftare, e dor- mire fenza follecitudine alcuna in qualunque fito del- la campagna (2) . Quello privilegio del Chile di non
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(1) Kelle ho fraglie pik folte dì quefto Regno s' /«• cantra una fpecie dì Lioni pik pìccoli degli Africani « fonza chioma , ì quali attacano foltanto il beftìame ma fuggono dall' uomo . Almeno dacché il Chile è abi- tato dagli Spagnuolì , non fi fa , eh' effi fi fiano atten- tati , benché affai perfeguiti { a fargli fronte , 0 ad affa* Urlo .
(1) Apple degli Andcs né* Mefi di Dicembre , o x Gcn.
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avere fi fatte belile, diviene più ammirabile, qua- lora fi rifletta, che Je Regioni confinanti ne vanno aiTai inferiate . Due cagioni , fé non m' inganno , polfono concorrere a non permettervi loro 1*. entra- ta. La prima è la benignità del temperamento , poi- che la maggior parte di quelli animali ama i paefi caldi . La feconda, e forfè la principale, fi è la gran muraglia degli Andes, che la natura gli mife attor- no, i quali ficcome fono ripidi, e fempre mai co- perti di neve , loro impedirono il paifaggio ,
XI. Sulla parte più elevata di quelli monti, den- tro de' confini del Chile, fiammeggiano continuamen- te quattordici grandi Vulcani, e varj altri piccoli, i quali finora non hanno recato danno alcuno alle B con-
Gennajo fi trova un ragno nero colle partì deretane rof- fé , il quale abita tra V erbe in una cafuccìa quadri- lunga , che fi formi* colla fua tela . Si dice , che la pun- tura dì quefto ragno cagiona per uno , o due giorni li- na fpecìe di febbre , fenza ulteriori confeguenze . I mie- titori^ d* uno di quei campi , che portavano addofio i fafcì dì fpighe pieni di sì fatti ragni, dimandati da me /o non temevano quegV infetti nocivi , mi rifpofero , che nello fpazio di molti anni , che vi efercitavano quel me- fiere , non ne avevano efperìmentato danno alcuno . D* allora in qua cominciai a dubitare della proprietà, che fi attribuire a quefti Ragni .Ghechenefia e fi non fi vedono che ne' campi fuddetti , e in quel tempo determinato, ferchè fui principio di Eebbrajo colla rugiada , che alUra è più copwfa in quelle parti , tutti muojono .
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tradc vicine . La quantità di materie folfate , che fi raduna in sì fatte caverne, e che fpira per tante* bocche , è la forgentc inefaufla de* terremoti , che talvolta cfperimenta quello Paefe , avvegnaché effi non fieno così improvifì , come il fentono altrove , poiché principiando fenza la violenza , che poi ac- quiftano , permettono agli abitanti di fcappare da' lo- ro tetti, e falvarfi. I Vulcani medefimi , per dove fi fventa una gran parte di quelle terribili mine, for- fè ne rallentano in qualche maniera la prontezza, o celerità degli effetti .
XII. In compenfazione di quello male palfeg- giere, che caufano gli Andes vi prefentano delle co- modità vantaggiofe . V elevazione delle loro cime fempre coperte di neve reca alla villa un gran piace- re. Le loro falde fono rivenite di bei cipretfì , lau- ri , cedri , e d* altri legni /limabili ; nelle valli al- berga una gran multitudine di uccelli , e di animali, che nelP inverno, fuggendo dalle nevi, fi fpargono per tutto il Regno : le loro vifeere abbondano ài ric- che vene d* oro , d' argento , di rame , di diafpri , di criftalli, e di parecchj altri minerali utili (i) . Ma
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fi) / monti piti alti del Chìlc tra, quelli ^chteom- ptngono gli Andes , fono il Manflas a gr. 18- 30 ; Il
Tnpungato * jr. 33 - 40 : J/ Defcabezado , $ Decapita
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iopra tutto dalle radici ài quella montagna nafcono più di cento venti grotti Fiumi, i quali , diramando- fi per tutto il Paefe, vi portano V allegrezza, e la fecondità. Tutte quelle acque, effendo le campagne, che bagnano, inclinate verfo il Mare, corrono per lo più nella Superficie della terra , e facilmente, co- me abbiamo detto pocanzi , fi conducono dove fono neceffarie (i) . Né è da temer!?, che quelli fiumi per ja copia di acqua , che fé n' eltrae , vengano a man- care , perchè nel tempo appunto , che più fé n' ab- bisogna , cioè nella State, divengono più groffi, li- quefacendoli allora per via del caldo la gran neve , che cade nell' Inverno fugll Andes, dove tutti han- B x no
té , a gr. 35 : quello di Longavì a gr. 35 - 15 ; quel di Chillan agr. 36. quel dì Guannauca a gr. 41 - 8 . jfrcl
quelli poi che fi trovano nelle pianure t più riga ar 'devo- li fono il Mente della- Campana a gr* 33. Upo a gr. 3 j. 15 ; Cajumangue a gr. 56 . Il Monte di Villaricca a gr. 39-30- §
(1] I Fiumi pei , che bagnano , e fecondano mara- viglio firn ente il Paefe tutto dalla parte Occidentale , fo- rno molti/fimi , e tutti fcendono dalla catena delle Andi td hanno il corfo da Levante a Ponente , fcarìcandofi nel Mar Pacìfico . V amenità delle loro rive tutte coperte di begli alberi , che mai non perdono il verde , e la de- licatezza , t frigidezza delle loro criflallìne f argenti fan- no un Paefe il più deliziofo del Mondo . Le acque così mi- nerali 5 come Termali concorrono alla falute degli abitan- ti . Ciò Domenico Coletti v. Chi le .
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no la loro forgente . Tra quefti fiumi fono naviga- bili da groHI battimenti il Manie , il Biobìo , ( eh* e largo due miglia), Cauteri, Tolteti , Valdivia, Cbaì- vì(ty e Ri$-bueno (i) *
XIII. Il Chilc pure ha i fuoi laghi , i più ri- marchevoli de* quali fono quei di Pudaguel , Aculei* , Taguatagua , Bucalemu , Caguil, Bojeruca , Cucii , Lavquen , e Naguelguapi . Il Lago Lavquen , che da- gli Spagnuoli vien chiamato di Villarica , ha 24. le- ghe di circuito, e nel di lui centro fi vede un* Ifo- Ietta con una bella collina , che s' erge a maniera di cono. Quello di Naguelguapi n* è poco inferio- re , ed abbraccia ancora un' altra Ifola . Entrambi formano due grandi fiumi; il primo quel di Tolteti , che imbocca nel Mar del Sud 5 e 1* altro quel di Ka- guelguapi, che va a terminare nel Mar del Nord . Altri laghi fono più piccoli di queiti . Avvi anco- ra un gran numero di fontane , e di bagni utili per curare diverfe malattie .
XIV.
(1) Gli altri fiumi più rimarchevoli da Tramontana a Mezzodì fono il Salado , Copiapò , Guafco , Coquimbo , Tong$i , Lìmarì , Chuapa , Lengotoma , tigna , Aconca- gua , Mapochb , Maipo 9 Cachapoal Rioclarillo , Tinguì- ririca , Teno , Lontue , Rioclaro , Loncomilla , Acbiguen*9 Longavì , Nuble , Cato 5 Chillan , Dìguillin 3 Danical- quin j Itata , Laxa , Duqueco , Vergar a> CuratftVft , Leu* vu , Ralemu 3 Menili n 3 Queule 5 Maullin .
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XIV. te Campagne , ed i Monti di quefto Re- gno abbondano di pafture eccellenti pel nodrìmento degli animali, le quali fi confervano la maggior par- te del? anno verdi , e frefche . Quindi la carne del beftiame domeftico , che vi rimane anche nelle Inver- nate a cielo fcoperto , è di buon fapore . Vi fi truo- uano quafi tutte le piante felvatiche dell' Europa , e molte ancora di quelle , che qua fi coltivano , vi fo- no felvatiche , come farebbero P erbamedica , il car- do, il lupino, P appio, la borraggine, la menta.* Romana , il finocchio , la moftarda , le rape , e pa- recchie altre . Vi fi vede inoltre una gran quantità d' altre proprie del Paefe, tra le quali fono nota- bili P Erba del Sale , il Maìii, o pianta dell' olio, il ? angue , il Culli, la Papa , il Zapallo , la Quinua, il Tahacc9 della terra , il Relvun , il Quinchamali , il Cuadalaguen , P Erba-loca , e la Tembladerilla .
XV. V Erba del Sale nafce nelle pianure, e s* erge fin all' altezza di un piede incirca; le fuc fo- glie fono cenerognole , e fimili a quelle del bafilico* Quefta pianta fi cuopre tutt' i giorni nella fiate di gru- mi di fale rotondi, che fembrano perle, i quali vengo- no raccolti da' Contadini, fcuotendone le foglie , e ado- perati come il fale ordinario fanno un bel fapore (x)* B 3 II
(i) In alcune delle Valli del Continente , e nelV If$l* dì Chìht fi truova in certi tempi dell' anno la Manna »
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Il Madi , pianta annuale , fi divide in coltivato , ed in felvatico . Il Madi coltivato dalla fu a radice EU brofa pullula parecchj tronchi alti tre in quattro pie- di, vellofi, cannellati, rivediti di foglie bislunghe, pelofe come i tronchi, vifeofe e brunette; ì fiori, che nafeono fulla cima de' furti , dìvifi in quattro, o cinque ramicelli fono gialli , e formati a maniera di rofa. A coretti fiori fuccedono certe tette rotonde, aventi un pollice di diametro , divife in molti boc- civoli , entro i quali fi trovano parecchie femenze o nericcie, o biancaftre, conrclfe da un lato , e coper- te di una pellicola fottile . Quelle femenze pettate > e mefTc a bollire rendono un olio da mangiare, gu- ltofo , e niente inferiore a quel dell' uliva . Il Madi felvatico , chiamato comunemente Mehfx , viene da per tutto nei campi , e nei monti , e s' alza più del coltivato , ma finora non fé ne fa ufo alcuno .
XVI. Il P angue , pianta vivace, ama i pantani, ed i luoghi, ove non manca P acqua: anzi dove e- gli fi vede, è un fegno che ve n' è qualche forgenfc occulta. La fua radice, che fi fpande fotto il ter- reno uno, o due piedi all' intorno, è bruna , pefan- te , fcabra, di nn fapore acre , ed attingente : Que- lla radice caccia fuori tre,o quattro gambi alti cin^ que piedi incirca, e talvolta più fecondo la qualità del terreno, grofli quattro, o cinque pollici, rive- ttiti
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Aiti di una fcorza afpra 9 pclofa, e grigia, contenenti una polpa bianca , addetta , e piena d' un fugo gra- to , e rinfrefeante . I vecchj hanno la polpa traver- sata da fili fonili, e difficili da rompere. Le foglie, che nafeono folamente nella fommità de? gambi 3 fo- no di un verde carico , dure , vellofe , trinciate , ed hanno più di tre piedi di diametro . La radice del Txnguc è ottima per acconciare ogni forta di pelli 5 e per quefto motivo fé ne fa un confidérabilc corn» mercio . Quc* che la pefìano , non poffono reggere al lavoro più di un' ora a cagione della fortezza del fuo odore . Ella mefTa in infufionc fa un inchiostro ec- cellente da fcrivere . I calzolai ne fanno ancora le loro forme , che fono di lunga durata . Ne* luoghi fab- biofi , ed umidi crefee un' altra fpecie di quefta pi- anta chiamata Dìn&ch* , il cui gambo non viene mal fuori della Terra : foltanto fé ne vede un fiocco ài foglie fìmili in tutto a quelle della prima fpecie , ma picciole affai; quefto gambo è groflb quanto un brac- cio , alto più di un picce , tenero , e molto dilicato al gufto .
XVII. Il Culli vien divifo in due fpecie 5 di cui P una ha i fiori morelli , e V altra gialli . Il Culli morello crefee fra i cefpugli , ne* fiti ombrofi , e germina un tronco alto due piedi , fuccofo , e rin- frefeante. Il giallo fi truova ordinariameate ne' luo- 8 4 gh:
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ghi coltivati , e non è limile all' altro , che nel gii- ito , e negli effetti della fua radice fibrofa efcono parecchj tronchi diftefi a terra , corredati di foglie piccole, verdi, e appuntate. Dell' uno, e dell' altro pefiati fé ne fanno certe pafte, le quali {tem- prate nelP acqua giovano affai nelle febbri ardenti, e fi adoperano ancora per farne forbetti , e per tigne- re in violetto , ed in giallo . La Papa , pomo di ter- ra, ovvero battata ( fotto i quali diverfi nomi fi co- nofee in Europa la radice , che nel Chile , dond' è originaria, fi chiama folamente Papa ) viene al pre- fente coltivata in molte Provincie dell' Europa . Nel Chile crefee naturalmente ne' campi , ma il frutto, o radice di quefte felvatiche è piccolo . Quelle che vi fi coltivano riefeono aliai grolle, e fanno uno de' principali alimenti degP Indiani . Tra più di trenta fpecie , che fé ne distinguono , le più ricercate fono quelle , che (i nominano cariche , le quali fono tur- chiniccie , lunghe, e dolci. Il Signor di Bomarenel fuo eccellente Dizionario di Storia Naturale racco- manda la coltura delle pape , e infegna la maniera di profittarne , ove le diftìngue bene col nome di po- mi di terra dalle vere battate. ( Diz. di Stor. Nat» v. Battate ) .
XVIII. Il Zapaìlo è una pianta fimile affatto a quella della Zucca gialla da mangiare ; ma il {rutto
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difFerenziafi da quello in certa mammella, con cui d* ordinano vien terminata la fua punta , e nella^ polpa, eh' è confidente 5 farinofa, e dolce : mangia» fi o arrofiito , o cotto . La Oumua , di cui fi ttuo va una fpecie felvatica , e V altra coltivata , fuol ere- feere all' altezza di un uomo , e le fue foglie raflb* migliano a quelle della bieta t il fuo fiore è porpo- rino , e la fua Temente è contenuta in fpighe ; Que* fta Temente, eh' è lunga, e bianchiccia, fi mangia come il rifo . Il tabacco , che vi fi chiama della ter* r#, è fimile per la forma, e pel gufio al tabacco, che fi coltiva in Europa , ma le fue foglie fono pie- colirfime, di modo che fi vendono a mifura » Si tat- to tabacco è più gagliar dodel comune , il perchè quei, che ne fanno ufo, lo fogliono mefehiare coir altro , affine d* attemperarne la forza . Il tabacco or- dinario vi nafee ancora fpontaneamente , e coltivato diventa così buono , come quello del Brafìle . Il Re/- vun^ pianta vivace, crefee per lo più ne* campi fab- biofi tra i cefpugli : la fua radice è rodicela , fibre* fa lunga fei in fette pollici j e groffa proporzionai* mente ; ella pullula uno , o più tronchi all' altezza di un piede, rotondi ,e rivettiti di foglie bruniccie, e firette . Cotefta radice fi adopera per tignere iju roflb ogni forta di lana , e il fuo colore , eh' è vi* vo, fi conferva quanto la roba , che lo riceve; quin- di
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di da' Contadini vien raccolta con attenzione t e ven* duta in mazzetti.
XIX. Il QuìnchamaU nafee ordinariamente nel- le falde delle colline appiè degli arbufti . La fua ra- dice è lunga , verdognola , corredata di molte fibre fottili, e germoglia tre, o quattro rami diftefi fui terreno, ornati di foglie piccole, verdi , e dìfpofte a due a due. Dalle cime d* ognun di quelli rami sboccia un fiore fimile a quello del zafferano . Si fat- ta pianta prefa in decozione colla fua radice è effi- cace per efpellere il fanguc interiormente fviato per qualche colpo, o contusione, che s* abbia ricevuta. V effetto, come cofta da replicate efpericnze, fegue inftantaneamente, rimanendo l'ammalato libero da quel fangue nocivo. Il Guadalaguen detto dagli Spa- gnuoli Erba di Santa Giovanna s' incontra nei mede- lìmi luoghi, che il QuìnchamaU: Queir* erba è S& fai piccola: le fue foglie vanno coperte di una la* nuggine bianchiccia ; il fuo fiore è grande , e bian- co : Ella fatta bollire tutta intera con un po' di fa- le in un vafo di terra nuovo , e prefa a maniera di fcìloppo la mattina , fcaccia le pofteme interiori , le Indigeftioni , ed anche il fangue corrotto.
XX. I ' Erba-loca , o fia Matta , è chiamata co- sì dagli Spagnuoll, perchè i cavalli, che ne man- giano cafualmcnte, diventano furiofi, e corrono co- me
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me I matti qua, e là, fenza fermarli in neitun luo* no, finché fi evapora del tutto quella fpecie dì ve- leno i che hanno ingojato . Quefta pianta , eh' è an« nuale , nafee nelle praterie , donde viene diligente- mente fradicata, pel danno, che arreca al beftiame. Illa fi compone di molti tronchi angulofi , e alti due piedi incirca : le fu e foglie difpoite a due a due fo- no lunghe , ftrette , e cenerognole . La TembUderillx è un' altra erba, che fa tremar i Cavalli, allorché incautamente la trangugiano tra il pafcolo . Ella a- ma i luoghi umidi, e i fuoi rami, che ferpeggiano per terra , portano verfo la loro cima una fpiga di fiori turchini. I* effetto Mi quefta pianta è più. per- manente di quello dell' Erba-loca, ma né 1' uno, né 1' altro è mortale.
XXI. Nelle rupi del Mar Chileno fotto l'acqua crefee un' erba detta Luche , le di cui foglie fono bis- lunghe , lifeie , e brunette; i Naturali del Paefe le man- giano fritte , o lelTate . Vi nafee ancora un* altra pi* anta, chiamata Cochajuju , la quale da un fufte gial- lognolo, che fi radica fra le flerTe roccie, caccia del- le foglie lunghe più di fei piedi, larghe quattro o cinque pollici , grolle , fpugnofe , Coperte di uria pel- licola nericcia . Quelle foglie , che fembrano altre»* tante ftrifeie di cuojo, abbruftolite prima al fuoco, dove feoppiano con uno fìrepito fimile a quello d*
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una fchioppcttata , e poi condite di varie maniere fi mangiano come quelle del Luche maffime ne' gior- ni di magro . Oltre a quefte piante vi fi trova- no molte altre vulnerarie , antifeorbutiche , feb- brifughe, fudorifiche, diuretiche &c. , le quali fi adoperano con fucceffo dagl' Indiani , che fono eccellenti Empirici, e conofeono le virtù di una_> infinità d' erbe, col mezzo delle quali fanno talvol- ta delle curazioni forprendenti . Quefli medefimi In- diani danno alle loro tele quafi tutti i colori , che conofeiamo , con diverfe radici , e piante , che_# V efperienza, o piutoflo la neceffità loro ha infe- gnato (1).
XXII. Dagli Spagnuoli vi fono flati introdot- ti tutti gli Ortaggi dell* Europa, Ì quali vi riefeono, come fé fofiero nel loro Paefe natio. Vi fi trafpor- tarono ancora i fiori , che qua C\ coltivano ne* giar- dini, i quali pure vengono così belli, e odorofi, co- me in quefte parti . Ma oltre a quefii foreflieri , in quelle campagne s' incontra una sì gran varietà di fiori grandi, piccoli, di diverfi colori, e molti di una fragranza deliziofa, che quello Paefe, fpecial- mente nella Primavera , fembra piutoflo un giardino ,
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Ci) V erbe odoro/e , e medicinali fono fingo! ari , come pure i balfami , che fintano da molti Meri ne1 ho/chi. Gio. Domenico Coletti v* Qhile .
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che un campo incolto (i) . Quafi tutti i fiori , che qua vengono coltivati, là fi trovano ne' prati con^ qualche piccola differenza o nel fogliame, o nell'o* dorè, che a molti di loro manca. Vi fi vedono de* gigli bianchi , rcfll , gialli , turchini , e punteggiati di vari calori. Quando principiano a fpuntar V er~ be , nafce da per tutto infieme con efTe un fiorelli- no giallo di color d' oro chiamato delle Pernici, poi- ché effe ne fono affai ghiotte , il quale fa rifaltar più la nafcente verdura della terra . Vi crefcc anco- ra un' altro violetto , che fi adopera per colorire IL rofolj . Mettefi uno folo di quefti , che fono molto piccoli , in un fiafco d' acqua vite, e fubito fé ne veg- gono ufcire certe particelle coloranti , che vanno per- fettamente tignendo tutta la quantità del liquore, che ù contiene nel fiafco.
XXIII. Il Chile non è meno fecondo di arbu- fti , che di piante , i quali , eccettuatone il Mirto , e la Salvia , fono tutti differenti da quefti d* Europa. Ve ne fono molti ftimabili cosi per la fragranza, e bellezza de* loro fiori , come per le altre utilità, che ne cavano quegli abitanti . I più fingolari tra quei, che fi conofcono, fono ls Arhofcello dell' Incenfo 9
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[i) I fiori vi fono d* ogni ftagìone , e le più beliti Rofe dell' Europa qui nafcono nei c*mpi , e nelle fendici amene de Colli . G;#. Dom* Coletti ibidem •
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la €hìlca , la Jarilla , il Qollìguai , la Marti Ila , il Cxr- dùn , il Romerillc , il Guaicuru , il QuUn , e il Pai- qui.
XXIV. L' arbofccllo dell' Incenfo nafce nelle Jrovincie Settentrionali dei Regno . Egli s' erge da terra tre , o quattro piedi : le lue foglie fono lun- ghe j circa quattro pollici , larghe due in tre , gial- liccie , groife, e rigide: i fu©i fiori piccoli, e gial- li. Durante la State fuda da per fé abbondantemen- te la preziofa gomma, che chiamiamo incenfo , iru piccoli grumi, o globetti, i quali fi vanno adunan- do lungo i rami, e il tronco , donde poi vengono raccolti , allorché cominciano a cadérne le foglie . Quefl* incenfo, fé pur non viene dal medefimo ar- bufto , è così buono , come quello che {[ porta dall' Oriente.
XXV. La Chilca crefce lungo le rive de' fiumi, e de' rufcelli , e s' innalza da tei in fette piedi . Ella lì divide in molti tronchi diritti , i quali vanno rive- diti di una fcorza di un verde fcuro , e di foglie lun- ghe , «rette , e verdognole . Queflo arbufcolo trafu- da ancora da tutti i fuoi rami una ragia aromatica? la quale prima è bianca , e poi diventa gialliccia . I terrazzani, per approfittarne più, fan bollire i rami colle loro foglie , il che comunica alla refina un co- lor brunazzo. Si offerva che la Cbilca piccola, che na- fce
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ice nei luoghi falfugginofi , è quella che fa più re- fina. Onde nelle contrade, che s* accoftano al Tro- pico , è dov' ella rende vantaggiofamente . Vi fi tro- va ancora un' altro arbofcello detto Pajaro-bobo , dal quale fcola qualche cofa di refìna . Lo iteiTonelCw- jr> ne produce in quantità, e la Chìlca, che vi è pu- re comune , ne fa aitai poco .
XXVI. La JarilU fi eleva all' altezza di fei pie- di incirca: il fuo fufto è alquanto grigio , rame io, e verfo la cima fi cuopre di fogliuzze fottili, ftrette, trinciate , e di un verde allegro . Egli è tutto refi- nofo , balfamico , e fpira una fragranza grata . Le Aie foglie prefe a guifa di Tè liberano dalle putrefazio- ni interne , {temperate nello fpirito di vino , ed ef- pofte al Sole per venti giorni danno un balfamo ec- cellente per le ferite recenti : ben peftate , ed appli- cate calde fanano in poco ten.po qualunque contu- sone : giovano anche nella fordezza , e corruzione delle orecchie , e negli accidenti apopletici, pre- parate nella maniera feguente : In una porzione di olio d' oliva s' infonde il doppio di cotefte foglie, e fi lafcia al Sole per dieci giorni di feguito : indi tutto quefto mifcuglio fi fa bollire , finché fé n* e- vapori T umidità , che refta , e poi fi conferva in u- na boccia ben turata per applicarlo„quando lo richie- da il bifogno .
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XXVII. Il Colliquai è comune in tutto il Re- gno, e viene così fu i monti, come nelle pianure : le lue foglie fono fimili a quelle della porcellana per la figura, di un verde pallido, dure , e fi conferva- no anche durante V inverno » Il fuo frutto è trian- golare , confidente , e grande quanto una noccivola, e rinchiude tre tementi brunette, che raffomigliano nella conformazione ai ceci . Quello frutto , allorché arriva alla fua perfetta maturità , fcrepola , e lafcia frappare le femenze con violenza . La radice , ed il tronco di quefto arbofcello fono d' un color roflb- feuro, e bruciati efalano un odore foaviflìmo cornea quel della rofa , ma più vivo , e penetrante . Lai Muntila nafee nelle contrade marittime , e non ha d' altezza che tre, o quattro piedi; le fue foglie fono fimili a quelle del boflblo, e i fuoi rami fi ca- ricano di un frutto , o bacca maggiore di quelle del mirto , la quale pel colore , e per la figura s* affo- miglia alle melogranate ; quefta bacca è odorofa , e fé ne fa un vino dilicato , durevole , e ftoma- cale .
XXVIII. Il Cardon ama per lo più i luoghi a- ridi, ed ha due forte dì tronchi , gli uni grotti come la cofeia di un uomo , tortuofi , e che s* alzano po- co da terra, e gli altri diritti , groffi diametralmen- te quattro, o cinque pollici , e alti cinque in tei pie-
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di . I primi vanno rivettiti di fquame graffe due li* nee, o più, fpugnofe, incapate le une nelle altre, e roffigne : fiffatte fquame s' abbruciano nella fiate a* raggi folari , e divengono nere come il car- bone . Le foglie , che nafeono all' intorno di quefti tronchi , fono lunghe tre piedi incirca , larghe due,
0 tre pollici; dure, cenveffe, appuntate, e corre- date ne' loro orli di fpini ricurvati come un amo .
1 tronchi diritti , che s' innalzano dal mezzo degli altri , fono duri al di fuori , e pieni al di dentro di una fottanza fpugnofa, come quella della corteccia-, del fugherò , in vece di cui viene adoperata . Que- lli tronchi nella loro fommità vanno terminati da_* una gran tetta fimile a quella del Carciofo, la qua- le nella Primavera caccia fuori un fiore giallo, gran- de , e compofto di otto , o dieci petali , e va piena di una midolla bianchiccia , grata al gutto , e Pil- lante un mele gradito •
XXIX. Il Romerìllo fi rafTomiglia di molto al rofmarino d' Europa, che là viene eziandio coltiva- lo • e per quefto motivo ebbe il nome , che porta , dagli Spagnuoli . Egli crefee comunemente nelle ter- re fabblofe , dove s* erge affai alto , I fuoi rami pro- ducono nelle loro cime delle noccivole compofle di una fchiuma bianca , balfamica , entro alla quale s' incontra un olio chiaro , e odorifero , di cui finora C non
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non fi fa ufo . Il legno di qucflo arbufcolo , ficcome ragiofo, vicn preferito a tutti gli altri per 1' attivi- tà della fua fiamma nelle fonderie del rame . Il Guaì- curù nafce nelle Provincie Settentrionali del Regno, e non s* erge più di due piedi .- le fue foglie raffo- migliano a quelle del mirto : la fua radice , eh' è ro/ficcia j peftata , e applicata fopra le ferite , o pla- ghe , per grandi, eh* elleno fiano, le fana talmen- te nello fpazio di 24. ore, che appena ne retta il fegn©.- Quefta efficace virtù è fiata comprovata di- verte volte da perfone giudiziofe , e gì" Indiani, fic- come fono fprovveduti di Chirurgi, fé ne fervono con fucceflo nelle loro guerre , e fempre ne porta- no feco loro una , o due di quefte radici .
XXX. Il Culèn s' incontra in tutto il Chile , e ricerca d' ordinario le terre graffe , ed umide , dove fuol* elevarfi a un* altezza confiderabile s Se ne di- flinguono due fpecie, cioè il verde, e il giallo . Il verde è più comune , e già è fiato trafportato in I- talia , ove alligna ottimamente . Le fue foglie , di cui fi fpoglia nel!' Inverno , fono di un verde luci- do , odorifere , attaccate a tre a tre a unfolo gam» betto , e fimili per la figura al bafilico ordinario, il che fece agli Spagnuoli dargli il nome d' albaquilla. Dalle afcelle di quefte foglie nafeono i fiori in for- ma di fpiga , che fono turchinicci 3 a1 quali fuccedo-
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no i frutti , o le Temenze , che raflbmigliano a unu fagiolo piccolo . Il Culìn giallo non differenziafi dal precedente, che nel colore, e nella fottigliezza del- le Aie foglie , le quali fono gialligne , e talmente^ crefpe , che avviluppandoli in tutti i verfi formano nella cima del Toro furto un globo viftofo , avente dì diametro più di un piede, e sì pefante , che lo h incurvare in giù. QueSH arbufcelli hanno tutte le proprietà del Tè Chinefe; le loro foglie prefib a_ poco hanno Io Stello gufto , e la ftefla fragranza , e fi adoperano in bevanda appunto come quelle del Tè. Effe fono Somatiche, facilitano la digestione, fgra- van® Io ftomaco , e liberano dalle ostruzioni : fono anche vulnerarie , e s* applicano felicemente fopra_, le ferite. Tutte le parti del Culìn hanno le medesi- me virtù . La feorza ftemperata eon un pò di falc» icaccia fuori le mdigefticni inveterate, che non ce- dono alla virtù fola delle foglie. JLa cenere del fu© tronco prefa interiormente libera dalle oppilazioni , e purgazioni. Gì' Indiani m fomma fono tanto por» tati per queflo arbufcolo , che lo applicano quali ad ogni forta di malattie m affini e interiori , e molte^ volte eon buona riufeita.
XXXI. Il Palquì è Simile al fambuco ; le fue_# foglie, e le fue bacche, non pertanto, fono più lun- ghe . Egli è il miglior rimedio 3 che vi Si conofea > C % con»
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contro le febbri ardenti. Se ne fpreme il fugo delle f glie, e della corteccia, e fi dà agli ammalati a- bere * Quefta bevanda è fommamente rinfrefeante . I Paefani dicono , che le foglie dei Palquì fono un veleno fi funefto per le vacche, che quando effe le mangiano tra le altre erbe , muojono in poche ore. Qucfta proprietà, che mi fembra incredibile, s' op- pone alla virtù certa , e collante , che il fugo di fif- fatte foglie ha in prò del corpo umano . In una del- le Ifole di Gio. Fernandes nafee l* arbufcello del Tepe. Il Guajacano, dette dagl'Italiani legno-Sante, fi truova nelle parti Boreali del Regno . La Sena Orientale ancora s* incentra verfo le forgenti del fiume Maìpo .
XXXII. Aggiugneremo alla claffe degli Arbufti la CannaChìlena , e il Boqui fpecie particolare di vinco . La canna ChìUna fi divide in tre fpecie ; la prima fi chiama Coleu , la feconda Ktla, e la terza Coleu , o canna dì VaUlvìa , perchè crefee nel ter- ritorio di quella Piazza . Tutte quefte fpecie fono fo» des e vanno interiormente ripiene di una foftanza_ legnofa, nel che fi differenziano effenzialmente dal- le canne ordinarie d' Europa, che ivi ancora fi col* tivano . Il Coleu s* innalza infino a quindici , o fc- dici piedi ; la fua feorza è dura , lifeia , e giallo- gnoU : i fuoi nodi fono dittanti tra loro due fpanne
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incirca: le foglie , che nafcono folamente nella fom- mltà del tronco divife In parecchi rumufcoli , fono lunghe , e ftrette , e fimili a quelle della gramigna. La fua groffezza è quanto quella della canna d' Eu- ropa . La Kila è tre o quattro volte più grofla del Coleu , a cui per altro raffomiglia in tutto . La $*««? na dì Valdìvta è di un giallo aranciato , ed ha i no- di vicini ¥ uno all' altro . Cotefte canne fommini- ftrano a1 Nazionali molte utilità. Il Coleu ferve is** vece d* affi per coprire i tetti delle cafe , dove, pur- ché non vada efpofto ali* umidità, fi mantiene in- corrotto . La KÌU fornifce gli Spagnuoli , e gì' In- diani di afte per le loro lancie, e picche . La c*nn$ di Valdìvi* s* impiega in baftoni da mano , che fo- no flimati .
XXXIII* Il Boqul nafce nelte bofcaglie più om- brofe, ed umide, ove ferpeggiando intorno agliai- beri , ne monta fino ai rami più alti ,• indi ricader perpendicolarmente , e vi ritorna di nuovo afcenden- do , e difendendo alternativamente . Siffatto legac- cio'è un filo per lo più fottile, fleffibile , e duro che non fi rompe, fé non vien tagliato con ferro, Le fue foglie, che nafcono feparate le une dallo» altre più di tre piedi, fono più lunghe di quelle dell' edera, di un verde carico, lifcie, e fraftagliate in tre parti. I frutti, che pendono dalle afcelle delle
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foglie , fono certi baccelli brunetti , quando fono a- cerbi , e gialli allorché vengono a maturarfi , lunghi- cinque ;n r<H pollici , groifi uno ■ e mezzo , conte- nenti una polpa bianca , burrofa , e grata al guflo , dove fi trovano tre , o quattro femenze limili in un- to a quelle del cotone. Quello filo ipogliato nel fuoco della lua fcorza diventa più pieehevole , e fé ne fanno delle corde affai buone . Adoperali ancora in altri ufi domeftici , come in far celle , ed allac- ciare le palizzate, dove fi conferva bene anche fott' acqua per molti anni . Vi fi veggono inoltre molte fpecie di edere differenti da quelle di qua , e alcu- ne di una bellézza Angolare, o per la flruttura del- le loro foglie, o per la forma, e fragranza de' lo- ro fiori . Quello Regno eziandio abbonda di molte forte di giunchi, tra i quali è notabile quello che vi fi chiama Totóra- Egli è affai alto , e fempre tri- angolare. Gì* Indiani cuoprono con effo le loro ca- panne, sì perchè dura più degli altri, come ancora perché il fuoco vi fi attacca difficilmente , e non fa fiamma , né i rapidi progrefiì , che fuol fare nelle altre fpecie di ftrami .
XXXIV. Il Chile è pieno di bofeaglie prlnci. palmente tra i gr. 33, e 4J , dove s' ammira una gran varietà di alberi , di cui la maggior parte non perde mai il verde delle proprie foglie » Tutti que,
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ftì alberi felvatici, eccetto il Gelfo, il Cipreffò, il Lauro, e il Salice, che né pur è del tutto fimile, fono diverfi da quefti d' Europa . Effi fi dividono in due clafiì. La pri- ma comprende quegli alberi , che nell* Inverno fi fpogliano delle loro fendi, e la feconda quelli, che le confervano in tutte le ftagìoni dell'anno . Le fpe- cie de' primi , per quanto potei oflervare , arrivano a 13., e quelle de' fecondi a 74 . I piùriguardevo- li tra quei della prima claffe fono il KllUì , lo $?'/- no, il Roble, e il Matite •
XXXV» Il Milla* ama i luoghi montuofi. Lc~* foe foglie raflbmigliano a quelle della quercia pel colore , e per V afprezza , ma fono meno fraftaglia- te: I callosi , dove vanno inchiufe quattro, o cin- que femenze piccole , fono iellati • Il fuo legno è roffigno , duro , e mai fi fpacca , quindi i Contadini ne fanno le loro tfaffe . Ma la parte più preziofa di quello albero è la corteccia , la quale ammaccata, e fternperata in acqua ferve di fapone,nè fàpiùfchiu- ma , leva bene le macchie , e pulifce ottimamente o- gnl forra di pannilani , 0 lini . Lo Spino detto così dagli Spagnuoli per la quantità di fpini , che porta, ▼iene da per tutto . Egli s' innalza molto , maffime nelle terre graffe* Il fuo tronco, eh' è bruniccio , marmorato , pefante , e duriflimo , va rivestito di u„ sa feorza fimik a quella del gelfo » Le fue foglie C 4 fon©
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fono piodoliillme , frattagliate , di un verde chiare* e unite parecchie affieni e. I fuoi fiori , di cui fi cuo- prcno interamente i rami , raffomigliano a un bot- tone di feta gialla , e fpirano un odore aromatico , onde vengono chiamati aromatt . A quefti fiori fucce- dono dei baccelli lunghi un palmo , groifi come il pollice, prima verdi, poi nericci , contenenti una mi- dolla bianca , piena di fementi brune, di cui vanno affai ghiotti i pappagalli . Il tronco dello Spino è la legna ufuale del Paefe , il carbone, che fé ne fa, è eccellente . I fiori vengono adoperati dalle Donne per profumare i loro abiti , a' quali comunicano un buon* odcre. I baccelli fanno un* inchiofiro affai ne- ro da fcrivere .
XXXVI. Il Roble crefee nelle maremme, e negli Andes, dove s' erge a una Apprendente altez- za . Il fuo tronco è diritto , di un roffo-feuro, com- patto , pefanre , e fi conferva intatto nell' acqua- * Le fue foglie fono limili a quelle deli' olmo . Sopra i rami teneri fi formano certe eferefeenze purpuree piene di occhietti gialli, quafi rotonde, aventi quat- tro in cinque pollici di diametro , e dolci , al dire de' Contadini , i quali le mangiano con piacere . Il legno di quello albero viene impiegato nella fabbrica delle Cafe , e de' basimenti . Gli Spagnuoli gli die- dero il nome di RQbk^ 0 rovore, forfè per la fu*
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durezza , poi che egli per altro è molto diverfo dall* àlbero , che fi conofce fotto queflo nome in Europa* GÌ' Indiani lo chiamano Pelli n . Il Maque è di un' al* tezza mezzana . Le fue foglie fono grandi , fibrofe 9 dentate , aventi la figura di usi cuore , e dolci • Le frutte , che porta , fono fimili alle bacche del mir- to , faporite , rinfrefcanti , e di un color violetto ca* rico , che tigne le mani 3 e le labbra di quelli , che le mangiano . Le foglie di quefto albero mafticat® fono un rimedio efficaciffimo contro il male di gela*
XXXVII. Gli alberi della feconda claffe fi fud- dividono in altri due ordini , vale a dire , in quel» li , che non portano frutti buoni da mangiare , € in quelli , che li portano . Tra i primi fono degni di confiderazione il dartelo , V Alerte , il Maitìn , la^, Fatagu* , il Temo , il Litre , il Bollen , e il Per qui» lauquen. Tra i fecondi il Pino-Chìleno , la Palma 9 la Lucuma , V Avellano, il Keulc , il Peum§ , il Mei* do y e il Kifco »
XXXVIII. Il Canelo fa cosi chiamato dagli ?p$- gnuoli,' perchè s5 affomiglia in tutto all' albero, da cui fi cava la cannella Orientale * Egli crefee d&# fette in otto pertiche . Il fuo Legno ha il colore di quello del faggio, e fi conferva bene negli edifizj. La fua feorza , eh* è groffa , al di fuori è bianchic- cia 3 e al di dentro fimile pel colore j e per la foi-
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ma alla Cannella , di cui ha pure V odore , e 11 gu. fto, ma più forte, e piccante. Le lue foglie ratto- migliano di molto a quelle del lauro : I fiori fono piccoli , flettati , biancheggianti , con fei petali , e difpofti in mazzetti nell* cflremità de' rami.Aque- fli fiori fuccedono certe bacche ovali lunghe cinque in fei linee, e di un azzurro che tira al nero. Io mi perfuado, che quello albero, fé pur non è il ve- ro albero della Cannella , almeno ne fia una fpecie fubalterna , o la Cannella che incontrò Winter nel- lo Stretto Magallanico . Il Cannello è preffo gl'In- diani un albero facro , e relig/ofo . In tutte le loro fefte , e cerimonie fempre fé ne offerva un ramo col- locato in alto . Egli ancora|vien portato nelle mani di quei che domandano, o fanno la pace in fegno d* amicizia appunto come tra gli antichi qua fi por- tava T oliva .
XXXIX. V Jlerze , fpecie dì cedro rotfb; na- fte negli Andes tra i gr-4o,e 45- e nell' Ifola chi. loe . Le fue foglie fono fimili z quelle del Cipref- fo. Il fuo tronco è talmente graffo , e alto, che gì* Indiani di Chiloe con cunei cavano da uno folo fet- tecento in ottocento tavole lunghe diciotto piedi , e larghe uno e mezzo. Se in vece del cuneo adope- rane™ la fega , ne caverebbero molto più . Qwefte tavole^ feno flimate così pel colore , che ì di un rof*
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fo {curo , come per là lofo foavità, € incoffuttibl- lira. Negli fletti luoghi s' incontra ancora il cedro bianco odorofo . Il Matte» è uno de* più begli al- beri, che vi il veggono, il quale fuol elevarli infi- no a quaranta piedi; il fuo legno è duro, unito , roffo variato dì giallo, il perchè viene impiegato il* diverfi lavori curiofi . le fue foglie fono piccole f dentate nei loro orli , di un bel verde lucido , e tan- to folte j che le beftie fi ricoverano al di {otto quan- do piove . Siffatte foglie vengono in tal gulfa ricer* cate dalle vacche , che quefti animali abbandonano qua- lunque altro pafcolo* allorché effe lof fono prefentate* XL. La Patagua crefee lungo le rive de* fiumi, e de' rivi , e in tutti i fiti umidi , dove s* innalzi affai, e talvolta ingroffà di maniera , che quattro uo- mini appena poffono abbracciare il fuo tronco *Il le* gno n' è bianco , e di poca durazione , parficolar- mente allorché va efpofto all' umidità , Le fue fo- glie fono lunghe tre , o quattro pollici , un po' af- pre, e di un verde brunetto. I fiori, di cui fi ca- ricano tutti i fuoi ramufcoli, hanno la figura, il co- lore , e la fragranza de' gigli , ma ne fono due ter* zi piti piccoli , pendono in giù , e il loro odore è tenue . Il Temo di cui fono note due fpecie , cioè il bianco , e il giallo , viene dapertutto ; Il fuo tron- co va rivefìito di uita feona giallognola, ma inte- rior*»
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riormentc è d' un grigio cenerognolo, duro, e affai compatto , onde viene impiegato dai carrozzieri , € dagli altri artefici, che richiedono del legname fodo, e duro . Le fue foglie raffcmigliano pel colore , e per la forma a quelle dell' arancio , ed hanno tutto V o- dorè, e il gufto della noce mofeada « I fiori , che* distinguono le due fpecie, fono negli uni bianchi, e negli altri gialli, e fi compongono di molti filamenti lunghi Vda quattro in cinque pollici . Quefti fiori fpi- rano un* odore foaviffimo , che fi fa fentire alla di- flanza di più di dugento paflì, allorché il vento fof- fia da quella parte .
LXI. Il Lttre è di mediocre altezza, ma divie- ne affai groffo . Il di lui legno è folido , e marmo- rato di bruno , di giallo , e di verde . Le fue foglie fono rotonde afpre , rare, e di un verde pallido . V ombra ài quefV albero è nociva. Quelli che iran- no , o paffano al di fotto de* fuoi rami , contraggo- no dagli effluvj , che ne fortono , certe puftule rof- figne , e morsicanti , le quali fubito fi manifefiano per la faccia , e per le mani . Il Bolle» , e il Ttr- qulUuquìn fono due alberi frondofi , ed alti , che po- co fi differenziano fra loro , ed amano i luoghi mon- tuofi . Il loro legno è un vero veleno . Non orlante da' Nazionali viene Stimato erme un' eccellente pur- gante in certe malattie ; ina fé ne dà agli ammala- ti
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ti una dofe piccioliffima , la quale è fufficiente per farli evacuare per di fono , e pel vomito con gran veemenza gli umori denfi , e qualunque altra oflru« zione . Quando fé ne vuol fermare 1' effetto , bafta prendere un bicchiere di acqua naturale . Le foglie^» di quelli alberi fono fimili per la figura a quelle del limone, ma il loro colore è più vivo, e fpezialmen* te quelle del Bollir* fono di un verde lucido , e al- legro . Nelle Ifole di Gio. Feraandes fi trovano le tre fpecie di Sandalo finora conofeiute, cioè il bian- co , il rodo, e il citrino. Queil* ultimo, che è tan- to ricercato nella medicina , è al dire di un valen- te Botanico Tedefco , migliore di quel, che fi por- ta dall' Oriente. I monti interiori degli Andes, che per la maggior parte fi mantengono tuttoi a inscctiH fono pieni di bofehi immenfi , dove fi vedono mol* te fpecie d* alberi , di cui non fappiamo ne pur % nomi . Se ne incontrano quivi alcuni di una corpu- lenza fmifuratà . Un Miffionante fece una Chiefa^ , lunga più di 60. piedi col legno di un folo albero, che trovò nelle falde degli accennati monti , ca- candone le travi , le affi , e tutto il legname necef- fario per le porte , fineftre , altari 3 e Glie Confef-» fionali-
XLII. Il Vino-Chìhno e uno de' più fingolari,e f>iù vaghi alberi 3 che vi nafeono. Gli Spagnuoligli
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diedero qnefto nome impropriiflìmamente , perchè c- gli non ha Còfa alcuna, che V affamigli al lino Eu- rope© , che colà è flato ancora trafportato . Gì' In- diani Jo chiamano Veguen . Egli viene naturalmente «elle Provincie, che abitano gli Araucani , e colti* vato nel reftante del Regno , ma ci vuole un tem- po eonfiderabile , acciocché eflb acquiftì la fua gran- dezza ordinaria , eh' è di più di cinquanta piedi • Come va erefeendo , fi va fpogliando de' ramufcelli baffi, e delle foglie, di cui mentre è piccolo, va interamente coperto : arrivato all'altezza di due per- tiche in circa, principia a germogliare i rami groifi, i quali di quattro in quattro efc&no emoniamente formando fra loro angoli retti . I quattro , che fuc- Cedono più in su , fono più corti degli inferiori , e così fuccefllvamente , di maniera che tutto V albero diventa una piramide perfetta, Tutt: qiKfti rami ver* (o la loro eftremità fi ripiegano in su , e da tutti i loro lati buttano altri ramufcoli collocati parimenti *d angoli retti. I\nto i rami maertrj , quanto gli altri fecondar] 9 vanno totalmente rivediti di foglie, Je quali ftanno come incaniate Ig une nelle altre., Quefte foglie fono Junghe più di un pollice , punti- te, convefTe, lifeie, di un verde brillante, e tal* mente dure , che fembrano di legno « I frutti fi tro» imo xmhmfi in un globo legnofo della grandezza » dei*
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della tefta di un uomo . Effi fono lunghi due polli- ci incirca, conici, coperti di un gufeio fimileaquel della caftagna , a cui pure raffomigliano un poco pel gufto , e divifi fra loro per mezzo di una membra* na fottile- Tai frutti fono affai foftanziofi , e gli A* raucani non portano ordinariamente altra vettova- glia nelle loro efpedizioni militari, che la farina di quefti pinocchi • Gli Spagnuoli li mangiano cotti , & arroftiti come le cafìagne.
XLIII. La Palma è fimile nel tronco , e nelle foglie alle Palme, che fi veggono in Europa .1 frut- ti per® ne fono molto differenti . I Terrazzani li chiamano Coro, Elfi fon© rotondi, più groffi d' unaj» noce comunale , ed hanno due gufei , il primo de* quali è fpugnofo , e il fecondo legnofo , come quel- lo delle noccivole, ma più duro. Entro queft* u/tU mo gufeio vi è una mandorla parimente rotonda , bianca, e piacevole al guflo, la quale, effendo fre« fca , contiene nel fuo centro un fucco latticinofo , e rinfrefeante . Quefli Qochì ftanno attaccati firettamen- te a quattro grappoli lunghi più di tre piedi , che pendono dai quattro lati della Palma , i quali , quando principiano a fare i frutti, vengono co- perti da una caffa ovale legnofa, grigia, e convef- fa • Conforme i frutti vanno maturando , la cafla va per fé fteffa aprendoli , e allorché diventano perfetv
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tamente maturi, fi fpacca In due parti , che refr tano pendenti dall' uno , e dall' altro lato de' grap- poli . Ogni grappolo porta più di mille Cechi . I Na- turali del Pacfe , oltre le confetture eccellenti , che fanno con quelli frutti , ne traggono un olio fapori- to , e dalle cime tenere delle Palme un mele più guftofo di quello delle canne da Zucchero. Quelle Jalme vi nafeono fpontaneamente , e fé ne veggono de* bofehi interi . Nelle Provincie Settentrionali del Hegno fi trova aaeora la palma dattilifera . Fra le bofeaglie , che fi avvicinano al Mare , fi vede un» altro albero fimile da lontano alla Palma , le di cui foglie fono lunghe cinque in fei piedi , larghe due palmi incirca, ricurvate in giù, lifeie , e di un ver. de allegro. Il tronco n' è della groflezza della co- feia di un uomo , e coperto di varie feorze fquamo* fé . Dai quattro lati ancora di quello tronco , donde riafeono le foglie , pendono altri quattro grappoli carichi di granelli , che ralTomigliano in tutto all'u- va nera . Io trovai queft' albero , ma come ignora- va la qualità de5 fuoi frutti, non mi attentai a man- giarne -
XLIV. la Lucum* crefee naturalmente nelle Provincie Boreali del Chile , fpecialmente nel Ter- ritorio di Coquimbo , onde vico detta Lucum* di §o$uimbo , e fi coltiva nelle contrade, pia Auftrali.
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Eli' è fìmile di molto al lauro. Le fue frutte fono della groffezza d' una pertica , e vanno coperte di una buccia prima verdiccia, e poi brunetta variata dì un pò di giallo. La loro polpa èbiancaftra, bur- rofa , grata al gufto , e rinchiude due , o tre noc- cioli duri, lifcj, di color roffo bruno, e lucidi. Nelle felve s' incontrano molte altre fpecie di que- lle lucume, le quali dilferenzianfì dalla precedente o nelle foglie , o nel colore delle frutte . V Avellan% s' affomiglia un poco ai Noccivoli d' Europa , e pe- rò ebbe quello nome. Egli viene negli Andes , e nelle contrade marittime. Le fu e foglie, fimili per la figura a quelle del noccivolo , ne fono più grof- f e , più lifeie , e più verdi. Le fue noccivole , che nafeono in fili feparati , e fenza quel genere di feuf- fia, che fi offerva nell' Europee , hanno il gufciefpu- gnofo prima verde , poi roffo , indi nero , e fono un pò maggiori di quelle di qua . La mandorla , o fia il cibo, è a un di preffo lo fleffo .
XLV. Il Keule s' innalza più di 60. piedi: le fue foglie fono più lunghe, e più larghe di una ma- no, lifeie, tenere, e di un verdegaio brillante. I frutti , di cui fi cuopre da per tutto , fono come quel* le della Lucum* , ma più rotondi, e interamente gialli, onde fra il verde delle foglie fanno una fi- gura piacevole alla villa . La polpa di quelli frutti D è biaa-
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è bianchiccia, untuofa, e dolce. Il Peut»c ha le fo- glie odorofe, grolle, di un verde carico, e fimili nella conformazione , e grandezza a quelle del gel- Io . I faoi frutti fono come Jè giuggiole f ma la Io.
ro buccia è per lo più'rofla, talvolta bianca, e tal altra cenerognola . Tai frutti , che fono affai burro. fi, e di buon fapore, fi mangiano cotti in acqua tiepida. li loro nocciolo è fragile, e penato rende un' olio buono , di cui finora non fi fa ufo . Il liUi è un albero tutto aromatico.- Il legno , la fcorza , le foglie , e I, frutti tramandano un odore molto grato .- le foglie fono grandi , bruniccie , afpre , e vifcofe . Le frutte rotonde gialle , dolci , e più graf- fe delle bacche del mirto. Il loro oflb , o nocciolo è aflai duro, e impiegafi per fare delle corone, che diventano belle coli' ufo . Le fcorze comunicano al- le botti del vino una fragranza foave .
XLV. Il Klfeo , conofciuto fotto il nome di Gr- «o Ferule nei Giardini Botanici , vi viene nel mon- ti , e nei fiti pia aridi. Queft' albero va fempre pri- vo di foglie , ma perchè fi conferva in tutte le fia- gioni nel medefimo fiato , entra in quefta clafle . E- gli vi s» alza piìi di venti piedi , e diventa molto grofio . Il fuo tronco è dalla radice alla cima tutto fcanalato , e guarnito di lunghi fpini , tra i quali s' incontrano alcuni , che hanno di lunghezza più di u-
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na fpanna . Siffatti {pini fembrano dì offo, e nafcono parecchi afileme in forma di ftella . La corteccia del tronco è di un bel color verde , tenera , lifeia , e cuopre una foftanza bianca, morbida, e fuccofa , in mezzo alla quale trovafi un corpo legnofo duro , e corabHftibile come le torcie , che fi fanno di Pino m Il fuo fiore è fenza odore, comporto di molti peta- li lunghi circa due pollici, tinti di colore purpureo chiaro nella loro eftremità . A quefto flore fuccede un frutto rotondo, grande come una mela, dolce, vi- feofo, pieno di un' infinità di Temenze nere, e co- perto di una membrana vellofa . La foftanza bianca, o polpa del tronco conviene negli ardori , e dolori delle fpalle . Quefta polpa , tuttoché lì Kìfco nafea , come fi è detto , ne' luoghi più fecchi , va talmente ripiena di fugo , che foracchiata con un baffone ne getta una gran copia fino alla diftanza d'i tre , o quat- tro piedi. Vi fi trovano inoltre alcune fpecie di Car- rubi , i quali fi differenziano tra loro nella figura lunghezza, o larghezza delle loro filique .
XLVII. Allignano ottimamente In quefto Re- gno gli alberi pomiferi dell' Europa , come farebbe- ro Meli , Perfici , Albicocchi , Peri , Prugni , Cirie- gi , Fichi , Melocotogni , Melagrani , Mandorli , No- ci, Ulivi, Caftagni , Melaranci, Limoni , Cedri ec. Le frutte di tutti quefti alberi vi vengono così bue- D i ne
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ne come qua in Europa. I Meli fi fono talmente moltiplicati , che nelle Provincie Auftrali nafcono frontaneamente nelle Campagne , e formano de' bof- chi immenfi . Le Perfidie , di cui fé ne numerano più dì dodici fpecie, fogliono venir tanto groffe , malfime nella Capitale, che fé un' incontrano molte, che pefano fedici onde ognuna. Le più celebrate di quefte pel loro fapore, e per la loro bellezza , e grandezza fono quelle, che fi chiamano Alberchigos, x dì cui alberi , dopo averne fatte pel mefe di Feb- braio di quelle grolle , fanno uri' altra volta , fic- come i Fichi, fui fine d' Aprile altre piccole fimili per la figura, e groffezza alle Mandorle , dette per- ciò Almendrucbe , le quali fono affai faporite. Ve ne fono altre rotonde un pò maggiori di quefte Almen- drucbe, le quali vengono nella Primavera, e fi nomi- nano della Vergine . Le cotogne diventano ancora affai grofie, e fé ne trovano non poche, che pefa- no ciafcheduna più di tre libbre . Se ne difiinguo- no due fpecie , cioè le agre , e le dolci . Le prime fono come P Europee : Le feconde hanno la medefi- ma figura , ma la loro polpa è del tutto gialla , e affai dolce. Gli alberi dJ ambedue fono interamen- te fimili. Le dolci fi chiamano ancora Lucume, come quelle di Coquimbo.
XLVIU. Le Pere, le Ciriegie, e le Prugne ^
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per la negligenza dei Nazionali , finora non fonimi, niftrano tutte quelle varietà, o fatte, che P arte per via degP innevamenti ha introdotto in Italia . Gli alberi fruttiferi per lo più vi fi abbandonano alla natura, la quale, ciò non ottante \ fecondata così dalla benignità del temperamento , come dalla fecon- dità del terreno , li fa produrre dei frutti eccellenti. Quindi è che quafi tutti quefti Alberi foreHieri v* ingroffano , e crefcono più che in quefte parti : Ma tra gli altri {piccano per la loro altezza le ficaie,! peri, i noci, e gli ulivi. .Quantunque il P. Ovalle Storico del Chile feriva , che al fuo tempo , cioè 1* anno 1640. le noci vi erano dure, e di meno pol- pa , o cibo di queft* Europee , al prefente fi è ab* bandonata quafi del tutto quella fpecie , e nel fuo luogo è entrata quella delle Noci grandi , ben_* piene , e di un gufeio affai fonile . I Melaranci , I Limoni, le Lime, e i Cedri vi nafeono , e fi con- fervano da per tutto al difeoperto piantati in terra^ come tutti gli altri alberi ; Bill divengono alti , e groffi , e fruttano grandemente . Vi fono ancora dei limoni, delle lime, e delle melarancie dolci di due o tre fpecie . Tra i limoni agri fi truova una forta di limoncini rotondi , e poco maggiori di una noce3 i quali fono affai frigidi , e fi chiamano Limoni fot* tilt. V albero, che li portale più grande di quel D 5 de\
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de* limoni ordinari, ed ha le foglie piccole fomigli- antifi a quelle del Melarancio. Quefti Hmoncinl per la lor fomma frigidezza vengono preferiti agli altri nelle febbri ardenti, e tutt* interi conditi in zuc- chero fono filmati . I Nefpoli , i Sorbi , i lazzcruo- li , ed i giuggioli 3 benché le loro frutte non fieno fpregievoli , tuttavia non furono creduti degni d' ef- fervi trafportati .
XLVIII. Le viti 3 che vi fono fiate ancora in- trodotte dagli Spagauoli , riefcono a maraviglia, e le vigne fi fono moltiplicate in tutto il tratto di Paefe , che effi abitano . Il vino , che fé ne fa , è generalmente di buon corpo , e fi conferva bene nel- le navigazioni - Egli è per P ordinario nero , e fi fa fenza mettervi dell' acqua . Sopra tutti gli altri viene ftimato quello delle Provincie vicine allaCo«- cezicne, il quale ha tutte le buone qualità , che pof- fono defiderarfi, e non cede ad alcuno de' migliori vini dell' Europa (1) . Il vino mofcadello , che ivi anche fi fa, è efquifito * Diftillafi ancora una graru quantità di acquavite. Le Vigne nella parte Borea- le
(1) I Vini fi fanno quivi ( a S. Giacopo ) di di- ver/e forte , e benché non così eccellenti , come quelli della Concezione fono per altro guflofijfimì , hanno un buon corpo, e fé ne dìftììla ancora V aqu avite . V \n~ ghfe Aut. dd Gaz.. Amer. v* Chili-
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le de! Regno fono alte da tre In quattro piedi ; e nella parte Meridionale affai baffe» In quali tutt* i bofchi, maffimamente lungo I rivi, s' incontrano delle viti , le quali fendendoli per i rami degli al- beri fruttano molto bene . Credei! , che ciò proven- ga dagli uccelli, i quali vi vanno a deporre le fé- menze delle uve, che mangiano.
L. Il grano in quello Paefe viene sì abbondane mente, che fuol rendere più di cencinquanta per uno (i) . Ogni femenza per lo più germoglia molte fpi- ghe , e alcune ne cacciano fuori un gran cefpuglio (2). Il frumento per quefto motivo, quantunque fe ne trafporti ogni anno una gran quantità al Perù f vi è a buonilfimo patto . Il formentone , di cui fé ne diftinguono parecchie fpecie, fruttifica colla me- delìma fecondità . Ogni gambo porta d' ordinari© D 4 quat-
(1) Le terroìr efl excellent , & fertile , bien qu uvee quel que dijference, fuivant qu il efl plus , ou m9~ ins elotgnè de V equateur . . , • La Vallee de Cópiapè tend fouvent ttois ceni pour un : celles de Guafco , &> de Coquimbo ne luì ceder.l de gueres ; Celle de Chili ( cioè la valle dov* è la Capitale) efl fi excellent^ qu9 elle cornmu* ìtique fon nom au Pays . Sanfon d1 Abbeville i\ Chili*
(2) Le pianure , /' eminenze , e le valli , ed in breve tutto il Ch'ile , fino alla piti pìccola porzione di terreno.} un oggetto dì maravtlia. Ogni particella di terr& in quefla fua Sorprendente fertilità par che fi converta in femenza . V Inglefe Aut. del Gazz* Amer. v. Chih *
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quattro , o cinque pannocchie affai groflfe . I Legu- mi , e gli altri generi di biade di Europa fi trova- no in grande abbondanza in tutto il Regno (1) .
LI. Avvegnaché la canapa , e il lino vi ere/ca- ro bene da per tutto , ore fi feminano , contutto- ciò la canapa che fi coltiva nella Provincia di Quii- Iota è più ricercata dell' altra , che nafee nei reito del Paefe , ficcome il lino dell' Ifola di Chiloe vien preferito per la fua altezza , e bellezza a quello , che coltivali nel Continente . Nelle contrade , che fi accodano al Tropico , riefeouo ottimamente il coto- ne, e la canna da zucchero . I cocomeri , di cui fi numerano fette , ovvero otto fpecie , fono comuni nelle Terre, che abitano gli Spagnuoli , ed anche fra gV Indiani , e divengono perfettamente buoni , e molto grandi . I Melloni , che ugualmenre vi (i trovano di molte forte, fono per lo più lunghi, faporiti , e di un gufeio affai fottile . Veggonfene al- cuni lunghi tre piedi , e corrifpondentemente grotti. Tra la gran varietà, che vi s' incontra di zucche, è notabile quella che s* appella del Sidro , perche gì' Indiani, avendola prima preparata con certi prò*
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[1) Le Terre di quefio Regno fono ahboniantifjìmt d' ogni genere di gran;, frutta, -erbaggj, piante, radici ec. Il frumento , il mah , le vigne , gli ulivi vi fruttificano eccejfivament? • Gio. Dom. Coletti v> Qbik .
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fumi , vi Iafciano fermentare il loto Sidr© • Eli* è rotonda , e tanto capace , che contiene da trenta in trentacinque boccali di quel liquore . Le fragole vi fi dividono in due fpecie , le felvatiche , e le colti- vate. Le felvatiche, che nafcono nelle contrade Au- ftrali , fono per la grandezza , colore , figura , e^ pianta fimili a quefte di Europa . Le coltivate àU ventano groffe come le noci più grandi 5 e fé ne trovano alcune , matfìmamente nel Territorio della Concezione, e fulle rive del fiume Eiobio , come un uovo piccolo di Gallina (i) . Tra quefle fragole fi vedono delle gialle , e delle bianche , benché il lor colore ordinario fia il roiTo purpureo y e così le felvatiche , come le coltivate , fono affai odorofe^ e dolci .
LII. Le frutte de3 Paefi fituati nella Zona Tor- rida
(i) Le frutte , di cui il Chìle , è abbondavi ijjimo ^ fono le mede/ime , che fi conofcono in Europa , tra le quali produce molte cifiègie grandi , e di un gufi 6 dilì- cato e fragole di due fpecie; V une dette Fruttile fupera- no nella grandezza le pia grojfe del Quito , trovando* fene come uova piccole di gallina , e /' altre , che non d'frenzianji nella grojfezza? odore, e guflo da quefle di Sp agita , vengono felvatiche nelle pendici delle colline. Vi nafcono della ftefia maniera tutte le fpecie di fiori fehzjt altra coltura , o diligenza 9 che quella che im- fiega la Natura. D. Antonio Vlha tom. k. parte i, h 2, cap^ %. de fuoi Viaggi *
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rida come fono la Chìrlmoìa , la Sa;**»* , il Ca*„*.. *** 0 s la Granatili* , la G**/*z/* , il C«»ore ec. al- Ugnano egregiamente nelle Provincie , che s' avvi- cinano al Perù. Il Fico d» India, che vi fi chiama luna , crefee In quafi tutto il Chile , e le frutte , che porta, fono grandi come I maggiori fichi dell* Europa, e di buon fapore. Non so fé quello frutto Ila ancora proprio del Paefe , o trafportatovi dal Pe- rù , poiché avvien di trovarne alcune piante ne' luoghi incolti . Coir acqua , dove fi è {temperata li foglia di queir arbufcolo, eh' è fommamente vifeo- la, fi prepara la calcina per imbiancarle mura del- le cafe .
UH. J^E cofiiere del Chile abbondano di conchi- glie di tutte le tre claflì , J„ cui gl; AutorJ fog]io. no dividerle. Le rive del mare fé ne veggono co- perte, e a mifura , che fi va rimontando verfo il Polo , ne va mai fempre crefeendo il numero . In iìffatta gran quantità fé n' oflerva una varietà f or- prendente di colori, e di conformazioni. Ve ne fo- no ancora molte miniere profonde in luoghi sì vi. cini. come diftanti dal mare, d' onde i Naturali del Paefe le cavano, e le calcinano per farne calce, che dipoi impiegano, o nei loro edilizi, o perim-
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biancore le muraglie , Fra quefte conchìglie fi tre*» vano molte di un fapore, e di una dilicatezza et quifita. V Oitriche^ di cui s* annoverano parecchi© fpecie , fi pefcano In tutta la cofta . Le Telline* ch^ vi fi nominano Gftorós , fono affai comuni , ma le» più ftimate fono quelle , che s' incontrano attorno dell' Ifola Qtéiriquin*, le quali , oltre ad effere ben graffe , hanno di lunghezza una fpanna incirca , e fono proporzionatamente groffe. Se ne veggono del» le gialliccie 5 e delle nere5 le gialliccie fono le più ricercate . In entrambe fi trovano delle perle dì beli' acqua 3 benché minute . I fiumi anche ne nu- tricano , ma quefte telline fluviali fono piccole 9 e feipite *
LIV. Vi fono eziandio riputate le Tachjìl lo* co , il Becco dì Pappagallo , i Comes 9 i Ricci ,• C ol- tre a motte altre il Piur per la fu-a fingolarità . Le Tach? fi dividono In due fpecie , e tutte le due fo- lio bivalve- Querce fono/ quelle 5 che ritengono il nome proprio di Tache , e quelle che fi nominano Macbe . Le Tache fono fatte a femicircolo verfo l'aper- tura , ed hanno dì lunghezza da tre In quattro pol- lici . Le Mache fono più. lunghe , che larghe. I gu- fcl d' ambedue hanno al di dentro il colore della-. Madre-perla . Elleno fi mantengono fepolte nella fib- bia del fondo dei niare^ e quando quello fi ritira ai
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tempo del rifluifo, vengono /coperte dal pefcatori per certi zampilli di acqua, che cacciano fuori . Gli Olandefi trovarono delle perle nelle Mache verfo lo Stretto Magallanico, ma i Chileni non fi fono dedi- cati a quefto capo di comercio .
LV. Il Loco vien detto anche dagli Spagnuoli Thde d' Afino per la fua figura . Egli non per tan- to è differente dalla conchiglia , a cui i Crnchio- logifti danno quello nome, poiché quella è bivalva, e quefto al contrario è univalvo. Deffo vive attac- cato per la fua apertura alle roccie . La fua conchi- glia è biancaftra , tubercolofa , lunga più di cinque dita, diametralmente groffa quattro incirca. La fua carne è ugualmente biancaftra con alcune ftrifeie^ più dure, e cileftri . Ella è faporita , fuftanziofa , e talmente dura, che non fi ammorbidifee né peftata fra due fafiì, ne cotta ad un fuoco vivo . Non oftan- te i Naturali del Paefe trovarono lì fecreto d' am- morbidarla . Lffì la battono cun una bacchetta pri- ma foavemente , e poi con un pò più di forza , e così la fan divenir tenera affatto . Onde credo, che gli Spagnuoli gli diedero il nome di Loco , cioè Mat- to. V animale porta una fpecie di tromba , ò prò- bofeide , dalla quale fcola un liquore fino di porpo- ra , che tinge indelebilmente la lana . Egli pare una fona di buccino.
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IVI. Il Becco dì pappagallo fi chiama così , per- chè nella figura, e grandezza raflbmiglia alla tefta di queflo uccello . Crefce nei buchi d* una fpecie dì arnia {pugno fa. , che ftà attaccata alle roccie , e quando lo fi vuol mangiare, fi arroftifce nella ftef- fa fua arnia . Il fap0re , e la dilicatezza delle fue carni fono eccellenti . I Comes vivono ancora in certe tane, che fi formano nelle rupi della fpiaggia di Chi- lo e , à* onde , per cavameli , bi fogna adoperare dei picconi di ferro . Eglino fono lunghi poco meri di una fpanna , e di diametro hanno due onde . Van- no rivettiti di due conchiglie poco dure . PorTono col- locarli nella claiTe dd dattili marini. Quelli, che fono flati nelle Ifole di Chiloe 3 affermano concor- demente , che fiffatti teflacei fono i più faporiti di tutti quei che fi pefcano nella cotta dd Chile - I Ric- ci marini d diflinguono In bianchi , ed in neri ; l primi fono quelli che per P ordinario {i cercano I Entrambi* vanno corredati di fpini lunghi, e aguzz. per mezzo dei quali fi attaccano fortemente alle roc- cie . Il loro diametro è di quattro in cinque polli- ci . Si mangiano certe linguette , che fi trovano al di dentro del gufcio,
LVIL II Piur abita eziandio in una fpecie d* ar- nia coriacea , groffa , dura , e coperta al di fuori di mufco . Quefte arnie fono bizzarre . Trovanfene al- cune
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cune In forma di cono avente d* altezza tre piedi incirca. Ce ne fono altre ovali > altre cilindriche, e non poche rotonde , attaccate alle rupi fotto r ac- qua, d'onde 1 flutti le fradicano,e le cacciano fuo^ ti* V animale vive dentro di certe cellule ovali fer- iate perfettamente . Egli è lungo più di due pollici, roffo , fatto a guifa di borfa con due mammelle , e contiene un liquore falfugginofo , e grato al gufto . Quando fi apre la membrana delle cellule , fchizza un zampillo del liquore con molta veemenza . In-» ciafeuna dell' arnie grandi s* incontrano da quattor- dici in quindici Filtri. I Naturali del Paefe li man- giano o arrogiti nella loro arnia , o fecchi leiTati .
LVIII. Vi fi vede ancora una gran quantità di granchi , e di gamberi sì marini , come fluviali . Fra i Granchi marini fono {limati quelli , che nel lin- guaggio del Paefe fi chiamano Xaìve , Jp&ncore , o Santollc . Tutti hanno dieci piedi , dei quali gli an- teriori , fatti in forma di tanaglie , fono affai grof- lì . Le loro erotte fono piutofto rotonde . Le Xaive hanno di diametro fui dorfo più di quattro pollici, e la loro erotta va corredata all' intorno di denti , ò punte • Le Apancore fono più grandi delle Xaive, e fi rìiftingiiono in iifeie, ò fenza pelo, in quelle, che io hanno ai di fotto , e in coronate . Quelle ul- time portano al di fopra una forte di corona . Tut7
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te tre d.fferenzianfi dalle x*he nella crofta , che non è dentata. Le Santolk fono il doppio più grofle delie Apanme, e vieppiù dilicate. Le loro crofte.» vanno armate di pungiglioni lunghi un pollice , e fa- cilmente fi fiaccano al fuoco, renandone la carne coperta d' una membrana roffa , e facile da rompe- re . I p,edi anteriori , che non diiferenzianfi nel- la figura da quelli delle altre fpecie, ne fono più groffi, ed hanno in luogo di crofla una pelle mor-
1IX. I Granchi fluviali fono piccoli, e follan- te fervono d> alimento ai pefci dei fiumi. I Gambe- n fluviali al contrario vengono più ricercati dei ma- ""' * f1./0"0 lunShl' P«'A di una fpanna, e fi pren- dono facilmente con una cefta , dove fi mette uiu pezzo di carne. Nelle cofle delle I/oh di aiwm- FertMdn fi trovano in abbondanza le Locufte ma- rine . 11 modo di pefcarle è facile . I Pefcatori al tempo della crefcenza del mare fpargono fulla riva dei pezzi di carne, ai quali da tutte le parti ne con- corrono tante , che elfi hanno ben da fare nel voi- tarle con un baftone per impedir loro la fuga . p0- fcia ne tagliano folamente le code , le quaH fccche hanno di lunghezza un piede incirca , e di diametro da due in tre pollici. Quelle code fono affai fuftan- ziofe , e più faporite di qualunque altro pefce fecco»
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LX. Il mare Chìleno è altresì ricco di pelei grandi , e piccoli . Se n* annoverano più di fefTanta fpecie , le quali per la maggior parte fono differen- ti da quefte d' Europa , o per dir meglio , trattine il Congro , la Sfoglia, il Tonno , il Salamene, il Civalo, la Seppia, V Anguilla, il Delfino, e le Sardelle, tutti gli altri pefei ne fono diverfi . Iflu quefta grande varietà fé ne trovano molti eccellen- ti, e non fi vede neppur tino né trabiccoli, né fra i grandi , che abbia le lifche forcute . La moltipli- cazione degl' individui d' ognuna delle fpecie, ofia per proprietà di quel mare , o per il poco numero rifpettivo di gente, eccede ogni ponderazione. Av- vien tal volta, di veder le rive, maflìme dai grado 33. fin al 41., tutte coperte di pefei ammonticchia- ti gli uni fopra gli altri , i quali fuggendo dai pefei groffi , loro nemici , s' accoftano alla riva , d' onde vengono fpinti fuori dall' impetuofe onde del mare. Molti dei Naturali fi perfuadono , che quefto proven- ga da qualche pefte , che fiafi appicciata fra i pefei, e per ciò s' attengono dal mangiarne .. Ma la mag- gior parte li mangia cosi frefehi , come fecchi , e ne fa una grande provigione , fenza rifeatirne in* eommodo alcuno .
LXI II Fiume Caute** , che è largo novecento piedi 3 e profondo da poter foftenere battimenti grof-
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fi ì in certi tempi dell' anno fi riempie talmente di pefci grandi fino a fette leghe dalla fu a imboccati:- ra , che gì' Indiani , fchierati nell' una , e nelP al- tra riva , ne prendono in quantità , infilzandoli fol- tanro con delle canne aguzze , cioè con quelle can- gie folide del Paefe , che altrove dicemmo chiamarfi Colèu . Lo fteffo accade nella maggior parte de* fiu- mi auftrali. Neil' Arcipelago di Chiloe, dove il mol- tiplico dei pefci è forfè maggiore di quel del reftante del Chile , gì' Indiani ufano un modo di pefcare.* itraordinario . Nella bocca de' fiumi, o nelle fpiag- gie del mare, fanno certi fìeccati di legni robufti , che intrecciano infieme con virgulti ben filli , acciò non poffa fcapparne neffuno. A fiffatti fleccati la- fciano verfo il mare delle porte, che chiudono per mezzo di funi lunghi , quando il mare comincia z^ calare. Entro vi rimane fi gran quantità di pefci , che talvolta , così pel numero , come per la loro corpulenza fogliono con lo sforzo , che fanno , fpi- antare i legni , e fuggirtene , I Pefcatori fcelgono i più groffi tra i RovàU , ( pefce di buon gufto , e d' ordinario affai corpulento ) che poi feccano , e lo vendono a buon mercato. Nelle Ifole di Gio. Fer- nandez, oltre a molti altri pefci, fi pefca il Bac- calà jen'è tanta V abbondanza, che il gittar l'a- mo , e ritirarlo colla fua preda è tutt' uno . Non vi E fi ado-
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fi adopera la rete per motivo de* frequenti fcogli , che attorniano quelle Ifole.
LXII. La deferizione per altro de' pefei Ango- lari, che fi ritrovano nel mar del Chile, farebbe affai lunga, e contro V intento di quello opufcolo, tuttavia non poffo difpenfarmi dal dire qualche co- fa del Polpo , e del Pefce Diafano , c©k alcu- ne particolarità di due , o tre altri . Il Polpo è di una figura così bizzarra, che veggendolo fer- mo fenza che fi muova , fi prende per un ramo d' albero coperto di una feorza , fimile a quella di un caftagno . La fua groffezza non eccede quella de] di- to mignolo , ed è lungo la quarta parte di un pie- de , divifo in quattro , ò cinque articolazioni , che vanno diminuendo dalla parte della coefa , la quale, come fimilmente la tefla , non apparifee altrimente , che come una cima di ramo infranta . Quando egli difpiega le fue fei gambe , che tiene unite verfo la tefta , fi prenderebbero per altrettante radici , e la-, tefta per un perno fpezzato ; maneggiandolo colla., mano nuda la intorpidifee per un momento , fenza far altro male . Truovafi in quefto animale una plc- ciola vefeica piena di un liquor nero, che è un in- chioftro affai buono da fcrivere . Il Pefce Diafano a- bita verfo V imboccatura del fiume Tolti n . Egli è piccolo 5 e quafi ovale 3 di buon fapqre . Ebbe il no- me
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me di Diafano , perchè in fatti è così trasparente come il criilallo, e quantunque fé ne mettano pa- recchi gli uni fopra gli altri , confervano la loro diafanità . In codeiìo mare fi truova ancora la Tor- psdine , e fé ne fperimentano gli fteffi effetti , di cui fanno menzione i Naturaiifti , in quelli che la toc- cano .
LXIII. Il Pefcc-Gzllo è lungo da due in tre pie- di fenza fquame , e vien detto così a cagione di li- na creila rofigna , che porta fui capo . Attorno alle Ifole di Gio. Fernandez fi prende un pefee chiama- to Tolto , come un altro, che fi pefea in quei mari, benché queflo ne fia una fpecie più dilicata,il qua- le in ciafeuna delle due nuotatole , che tien fuld^r- fo, ha uno fprone luftro , triangolare, aguzzo, ri- curvato un pò verfo la punta , duro come P avo- rio , lungo due pollici e mezzo , e largo in ognu- no dei tre iati da quattro in cinque linee . La radi- ce di fi fatt' oliò è fpugnofa. Quello fprone è effica- ce contro i dolori dei denti , come ne fece parec- chie volte T efperienza D. Antonio di Ulloa Capi- tano di Nave di S. M. Cattolica . Se ne mette ili-, bocca la punta verfo il dente dolorato, e addormen- tandoti la guancia , fé ne diffipa il dolore in capo à una mezza ora . A molti fa dormire , e dopo il fon- ilo fi {vegliano interamente guariti. Mentre V offa
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Uà in bocca, fi offe r va , che la parte fpugnofa del- la ridice fi gonfia à poco à poco , e diventa più mor- bida ; il che non fi può attribuire unicamente alla., faliva , perchè la punta dell' olTo , che foltanto vi entra , è dura affai , come abbiamo detto . Quindi fi può inferire , eh' egli abbia qualche virtù attrattiva, per mezzo della quale fucchia V umore nocivo, <La Io comunica alla parte fpugnofa o
LXIV. I laghi, ed i fiumi, fpecialmente dal grado 34. verfo il Polo, abbondano ancora di pefei, a quali, benché non fiano tanto variati , quanto quei del mare, moltiplicano ecceffivamente . Quelli, che più comunemente vi $' incontrano , fono la Trutta , il Pefce-Rè , la tifa , e il Vagre , La Trutta , il di cui fapore è veramente efquifito , vi viene lunga due piedi incirca , e proporzionatamente grolla . Pefcafi con rete , o con un' amo , la di cui punta in luogo di cjbo porta due penne rotfe di gallina. lÌPefce-Re meritò quefto nome dagli Spagnuoli per 1* eccellen- za delle fue carni . Egli rafTomiglia un poco al Lue- $ìo per la figura , benché non abbia lungo , come.* coflui , il mufo • La lunghezza del fuo corpo fuol arrivare ad un piede , e la grofiezza a due in tre pollici . Le fue fquame fono di color d' argento, e non ha altri fpini , che i dorfali . Se ne trova an- che nel mare 3 e nella Concezione fé ne fuol dare
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una centina per un mezzo paolo moneta romana- • Nei fiumi fé ne vede un' altra fpecie chiamata Ca«- ques, i quali non diftinguonfi dai Vefci-RÌ , che nel- la grandezza , eh* è di due piedi incirca . La tifa , di cui fé ne pefcà ancora gran quantità nel mare, è fimile nel fapore, e nella figura al C?Wo,ma n* è tre, o quattro volte più grande* Quella , che ere* fee nei fiumi, è più ih'mata della marina. Il Vagre è brutto affai , brunazzo al di fopra , e biancaftro 9 o giallognolo al di fotto, fenza fquame,e vive per T ordinario nei fiti più fangofi dei fiumi , e dei ri- vi > La fua teflà è rifpettivamente al reftante del cor- po di troppo groffa . Suol crefeere fin* ad un piede, e mezzo . La fua carne è tenera , graffa , gialliccia, e faporofa al gufto *
LXV. Vi fi veggono quafi tutti gì* Infetti, che £ conofeono in Europa, le Api , di cui fi trovane* parecchie fpecie, maffime neli' Arcipelago di Chiloe, lavorano le loro arnie nei buchi degli alberi , e fi- nora i Terrazzani non fi fono indotti à domefticarlc. Le Cimici cos? di campagna , come da letto non vi erano . Queir ultime pacarono dalP Europa nella roba dei battimenti , e da quaranta anni in qua principia- rono a moltiplicai nelle parti fettentrionali , e nel Porti del Regno. Le Cavallette , o Locufte , fona ^ poche, e non formano quelle denfe nuvole , che gua- E § la-
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itano 1§ campagne da quefta banda degli Ande* , Le Zanzare ancora no» fi veggono , fé non nei panta- ni, o paludi j e fono differenti da quelle, che mo- lefiano gli abitanti della Zona Torrida . Nel diftret- t© della Città di Coquìmbo s' incontrano i Pìques del Perù , ( cioè quelli piccoli infetti 5 che f introdu* cono nella carne, e fé vi fi lafciano , moltiplicano ecceilìvamente ) ma nel refto del Regno non fi co- nofcono . Il territorio di quella Città è limile affat- to pel temperamento al Perù s quindi è , che queft@ beftiole vi fi fono confervate finora , fenza fare ule tenori progredì , poiché la temperatura delle altre Provincie $ o Territori più allibrali , effendone più fredda , è loro contraria .
66. Oltre a quefti infetti vi fi veggono molti al- tri peculiari del Paefe , tra' quali fi notano non po- chi affai curiofi , e degni delle fpeculazioini Filofofi- che. Sulle te rie , o fiori della Mifnaga. , o pianta.* da nettare i desti, fé ne truova uno coleoptero a due ali talmente dorato , che pare fatto i* oro il più bril- lante | e rifplende all' ombra non che al fole . I Contadini ne fanno delle croci pulite infilzandoli 1' ufi dopò r altro . Fra le Lucciole , di cui fé ne difiin- guono parecchie fpecie, effendone alcune alate, al* tre fenza ali , ve n' è una grande , come usa far- falla ordinaria , che di notte pare uria bracia volan- te.
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te. Nolte campagne in certi buchi, che fi fa inter- ra , vive un ragno vellofo", bigio , il di cui corpo è grolfo come il pugno, ed i piedi lunghi da tre in quattro pollici. Egli, oltre a* denti piccoli, ha due zanne, o denti canini affai prominenti , che alcuni credono, che fiano medicinali. Siffatto ragno non è punto malefico .
LXVII. Gli Uccelli , che da me vi fi poterono enervare così terrefhi , come acquatici , fi dividono in novanta due fpecie , le quali comprendono una^, quantità forprendeiite d' individui . le montagne , le felve folitarie, le cofle difabitate, i fiumi, ed i la- ghi poco frequentati del Regno loro facilitano gran- demente la propagazione . Fra quefte fpecie fi veg- gono alcune di quelle , che fi trovano In Europa 9 come farebbero le Aquile, i Milvi , i Falconi, iFo- tiveiti, gli Aitori,gli Uccelli notturni , le Pernici,, i Palombi detti da' Latini Torquatì , le Tortorelle, l Picchi, i Tordi, le Rondini , le Anitre acquatiche di cui fé ne contano da fei in fette fpecie , le Beccac- ele, le Beccaccine, le Gallinelle, gli Aironi, le Ci- cogne, i Corvi, gli Smerghi, e le Cavie, di cui parimenti fi annoverano di otto, o nove forte. Vo ne fono alcune altre , le quali , benché fiano le mc- defime fpecie , contuttociò fi diftinguono da quell* Europee in certe particolarità, Il Cigno, effendo pel B 4 refto
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refto bianco , ha la tefta nera . V Ufignuolo è più piccolo di quefto di qua , e il /ho canto non è si continuato, né sì armonioso . Le Tortorelle di mon- tagna hanno le ali nere. Le Pernici aquatiche fono più piccole delle terreftri . I Cardellini fono più gialli, e più rolli degli Europei , hanno barba fotto il becco , la quale fi compone di certi peli neri , e crefce fecondo gli anni ; i giovini ne vanno fenza , come gli uomini: il loro canto è più alto , più con- tinuato, e più dolce di quello del Cardello di qua. Le femmine fono cenerognole con certe macchie gial- le fulle ali , non hanno barba , né la tefta nera_ , aemmen cantano come i mafchi ; abitano nelle* maremme, o negli Andes , d' onde per paura del- le nevi fi fpargono a ftormi 1* inverno pel Regno. Fra le altre fpecie peculiari, che non fi trovano in Europa, fé ne veggono molte rimarchevoli così per la loro figura, e per la bellezza ddìe loro pen- ne , come per la foavità del canto , e pel fapore delle loro carni . Quivi però, per non contravenire al metodo preferitto , non ne parleremo , che d' al- cune , che ci fembrano più degne di memoria,
LXVIXL II Condoro è un uccello à^ preda , di una forza prodigiofa , che corrifponie alla fu a da- tura , poiché le fue ali afiieme tanno quattordici piedi in circa dall' una eftrernità air altra » Égli è
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nero , fuorché nel dodo , eh* è bianco , e nel collo, dove ha uri circolo , o collare parimenti bianco * La fua tefta va guernita di una fpezie di ciuffo ; Le» penne delle ali /brio grolle come il dito mignolo '. Il becco è forte, groilb, e curvo. Annida nelle mon« ragne nelle roccie più ripide, e feofeefe - La fem- mina è minore del rnafchio , e non ha, com' elfo, né collana 5 né tutto il dorfo bianco i né il refto del corpo nero . Il fuo colore tira più al bigio < Quello Pirata dell' aria, che così poniamo chiamarlo perla fua rapacità, fa di Contiriuo una guerra crudele alle mandre di pecore, e di capre, e non di rado attac- ca ì vitelli * Allorché vogliono far preda di quello beflian, e , fi adunano fel , o più di elfi , e fienden* do le loro ali, lo circondano da per tutto, e il pia ardito gli cava gli occhi , poi lo ftrozzarìo ,e lo man- giano fra tutti . I Contadini fi fervono di due ftrat- tagemmi per prenderli ; il primo 3 fi è di far uno fìeccato, dove mettono il corpo di qualche beftia^ morta* I Condor?, che hanno un odo rato prodigiofo, fubito dall' intorno feertdono allo fteccato , e vi fi fatollano talmente , che accorrendovi 1 Contadini con barioni , non poffono prendere la carriera neceflfaria per alzarli all' aria aperta, e vengono uccifi ♦ Quan» do poi vogliono prenderli vivi , fi nascondono i Con- tadini a una piccola diftanza, mentre uno di elfi cori- ca-
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cato in terra fi cuoprc con un cuojo di vacca frefco, il quale colle mani foderate piglia per le gambe i ponderi., che ingannati vi fi accodano a beccare. Quelli, che ftanno nafcotfi , vi corrono di fretta , perchè altrimenti colui, che li tiene , non potrebbe foftenerli per lungo tempo . Quello formidabile Uc~ cello non differenziali 3 che nel colore é dal Ltemmer* Geyer degli Svizzeri , come bene ferivo Mr. di fio- mare.
LXIX, Il tiuquìn è più alto , e più grotto dell' Oca : il fuo colore al di fopra è bigio variato di bi- anco , e al di fotto tutto bianco . La fra carne è bianca, dilicata , e di buon fapore . Quello UcceL lo ama le pianure , dove fi nutrica , o di erbe , o d' infetti , e facilmente fi addomeftica . Lo Struzzo vi- ve nelle vallate degli Ande, , fpecialmente air in- torno del Lago H*guelguapi . Egli è piantato fopra altiffime gambe , ha un collo lungo, e un capo af- fai piccolo,, e la fra ftatura uguaglia ad un uomo a cavallo. Tiene quattro dita per zampa, tre innan- zi, e uno in dietro , nel che differenziafi dallo ftruz- xo Affricano, che ne ha folamente due. Le fu e co- feie fono robufte , 1' ali piccole, e mutili per vo- lare, ma gli fervono al corfo , nel che egli vale mol- ti (fimo. Perciocché riguarda al colore , deffo è firni- le a quelli dell' Affrica . Scarica le fue uova nella
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labbia , e le cu apre con effa t avvien di trovarne la alcune covate fino a feffantai onde molti fi perfua« dono , che parecchi vi concorrano a depofitarte loto, Quefte uova fono così grandi, che contengono una pinta dì liquore , e talmente dure , che fé ne poflb- no fare dei vafi , che fervono in luogo di porctìla- na t
LXX. il Ramingo è un Uccello belliflìmo acqua* ileo , il di cui corpo , che non è molto groHo , il alza fopra due alee gambe affai lottili 5 e la fua fi- tta, eh' è piccola ancora, s' erge in cima di un col- lo lunghiffimo , corredato di un becco parimente lun- go , arcuato , affai duro , e armato di denti ; i fam occhi fono piccoli , e roffi* Le tre dita anteriori del piedi vanno unite da membrane , come quelle degli altri Uccelli acquatici . Le piume del dorfo , e delle ali fono di color di fuoco vivo affai , e piacevoli al- la vifta : quelle del reftante del corpo traggono al bianco. Gì* Indiani adornano le cime delle loro lan- de , e i loro cappelli con quefte piume. Come dejC- fo è alto quattro piedi incirca , coftruifee il fuo ni- do di fango, e gli dà la forma d' un ceno troncato* Io inrialza oltre un piede , e mezzo al di fopra dell' umidirà , e vi fcava nella parta ftiperiore un buco 9 «el quale depone le fue uova, che non fono più di due. Allor quando egli cova le uova j pofa 1 fuoi
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piedi fulla terra , e il ventre fui nido
J, XXI. V Alcatraz è una fpecie di Pellicano, il fuo corpo è minore di quel del Pollo d' India , ma le fue gambe fono lunghe più di due piedi, e il fuo becco largo da due m tre pollici , e lungo un pie- de, e mezzo all' incirca, quefto becco tanto dalla parte fuperiore , come dall' inferiore è fornito di pie- colidenti in forma di fega affai taglienti, e al di fot- to di effo cade un facco sii lo ftomaco , a cui è an- che attaccato , come pure lungo il collo con piccoli legamenti, affinchè non vada da una parte , e dall'altra. Quefto fecco è compofto di una membrana grotta, e graffa , affai carnofa , e pieghevole come un cuojo, e va coperto di un picciolo pelo fino, e morbido , come il rafo' Qualora quefto facco fia vuoto, non fi vede molto ; ma quando 1* uccello truova un' ab- bondante pefcagione , di cui fi nutrica , è cofa for- prendente il vedere la quantità di pefei sì grandi , come piccoli , che vi fa entrare, o per confervarli pel fuo vitto, o per portarli ai fuoi figliuoli. Il colo- re dì quefto Uccello è bruno . Le (uq penne fono migliori di quelle dell' Oca periferivere . I Naturali del Paefe fi fervono del facco ben conciato per far- ne Lanterne. V Jlcatraz pare , che fia affai di] Ica- to , perchè nelP invernate awien di trovarne molti morti fulle roccie vicine al mare .
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LXXII. Il Fa-xaro-Hìnno , o fia Uccello bambi- no, fu detto così dagli Spagnuoli , perchè da tonta, no pare un bambino fafciato . Egli vive nel mare , ed è della groiTezza d' un Tacchino , o pollo d' In- dia : ha le piume del dorfo nere , e quelle di fot- to il ventre bianche. Il fuo collo è ovale, groffo % e va cinto come da un collare di piume bianche . la fua pelle è grotta , come quella di un porco , e fi fiacca facilmente tutta intera dalla carne . Tiene per ale due falde di cuojo , che pendono da ambe- due i lati in maniera di piccole braccia. Quefta fpe- cie d'ali è coperta in alto da piume bianche, corte, e ftrette, e frammefcolate di nere. Quefti cuoj gli fervono per nuotare , non già per ergerli a volo * Annida fulle rive in certi buchi affai profondi , che fi trovano nella fabbia , e vi fi fcarica di tre, o quat- tro uova punteggiate di macchie ner<e . il fuo bec- co è ft retto , e più grande di quello del Corvo .- la coda corta , i piedi aeri , e piatti , e come quelli dell' Oca. Cammina col corpo alto, e diritto , lafcl- andò pendere i due pezzi di cuojo da tutti i due Iati. Si dice , che la fua carne non ha il cattivo odo* re , che hanno tutti gli Uccelli marini , e eh' è fa* porita .
LXXIII. Il Tbreguel, o Kekreu è della groflez- za d* un colombo , ma le fue gambe fono il doppio
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più alte. Il colore delle fu e piume è al di fopra ce- nerognolo variato di nero , e al di fotto del ventre bianco , eccetto dalla metà in su , eh' è tutto nero. Jn ciafeuna delle piegature delle ali porta un offò lungo un pollice , groiTo quattro iu cinque linee, a- guzzo , e duro , con cui combatte furiofamente con- tro gli altri uccelli , ed aachc contro i quadrupedi, quando fi accollano al fuo nido , eh' egli fa nei bil- obi, che truova a cafo in terra. Quivi fi fcarica di tre uova bigie punteggiate di nero , le quali fono buone da mangiare . Quando vede arrivare un uo- fno , fi ritira chetamente dai nido , e non grida , fé non ad una diftanza confiderabile da elfo, affinchè non poffa trovare colui le fue uova. Vive nelle pianu- re, e mai fi trovano infieme più del mafehio , e della femmina , ne fi fono veduti pofarfi fugli al- beri .
iXXIV- La Trenca è grande come un tordo , ài color cenerognolo frammefcolato di nero , e il fuo becco , tefta , e piedi rarTomigliano ancora a quei del Tordo . Le fue ali , e la fua coda ne fono più lunghe, e più larghe. Quello Uccello canta egre-' giamente, taria la fua voce come 1* Ufignuolo , e contrafà per ifcherzo il canto di tutti gli altri Uc- celli, cui fugli alberi fta a fentire , e fubito comin- cia %à imitarli : è viviamo, e non può fiare cjuafi
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mai fermo In un luogo, faltellando qua, e là anche quando canta. Il Kereu , che impropriamente vieii^ nominato dagli Spagnuoli Tordo , è un pò più grof- fo della Trenta . Egli ha la carne , le penne , gli occhi , il becco, e le gambe nere . Impara a parlare come il PappagalIo> benché il fuo becco fia fottile, e un pò più lungo di quel del Tordo proprio. Il fuo canto è continuato , e foaviflnno , e fi addomeftica facilmente. Perfeguita gli uccelli piccoli, e ne man- gia con piacere il cervello* Si fabbrica il fuo nido fugli alberi di fango , che porta nel becco , nei pie- di , e nella coda , la quale gli ferve di cazzuola • Quefto nido è una fcudella perfetta.
LXXV. Nel Chile fi veggono due fpecie di Pap- pagalli: 1' una ritiene il nome di Pappagallo, e 1» altra ha quel di Catit*. Il Pappagallo t come tntti gli altri Pappagalli ordinari dell* America. Annida in certi buchi tortuofi , che fi fa nei dirupi , d' on- de i Contadini ne cavano i piccioni con uncini, por- tandovifi per una corda . Quefti piccioni fono uno dei cibi più dilicati . Il Pappagallo non ne fchiudc più di due , ma fé quefti ne vengano cavati , torna a far dell' uova , finché arriva a portar feco i fuoi figliuoli liberi dal pericolo . Quindi è , che a dis- petto della gran quantità, che nella fiate fé ne man- gia per ogni dove 3 k ne veggono in tutto il Re- gno
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gno in abbondanza . Eglino fanno gran danno al gra- no , e a tutte le frutte , Quando qualche itormo di efli fcende a mangiare , ne fa uno di loro fopra un albero la guardia, e dì quando in quando fi cam- biano le fentinelle , occupando uno di quelli , che hanno mangiato , il luogo del primo , e feendendo coftui a partecipare della preda . Se la fentinella ve- de accoftarfi jl cacciatore , fubito grida , e tntti fi alzano ♦ La Cutìta è tutta verde , e della grandez- za di una Tortora , ma n* ha la coda più lunga ; pel refto è fimile al Pappagallo ; nella fiate dimora, e annida negli Andes , donde nel tempo delle nevi fi ritira in truppe grandiflìme alle pianure del Re- gno , le quali pofandofi , maflìme dal grado 34 , fo- pra un gran tratto di campagna , lafcianlo intera- mente fcavato , e diftrutto . Senza iperbole fi può dire , che ogni truppa contiene più di un milione di quefti uccelli . La loro carne è eccellente .1 Con- tadini gli ammazzano con un battone , portandofi a tutta briglia a cavallo nel luogo , ove fi fono po- fati , perchè per la loro moltitùdine s* impedifeo- no gì* uni a gi* altri , allorché vogliono prendere il volo . Il Pappagallo ? e la Q&tìt* domesticati impara- no bene a parlare .
LXXVI. Il Pha-fior è un piccolo capo di ope- xa della natura per la fua bellezza, per la fua pie- ciò-
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ciolezza , e per la vivacità del colori d' oro , di cui fono guernite le fue piume . Ce ne fono di tre fpe- cie, i grandi, i mezzani, ed i piccoli. I mezzani, ed i piccoli fono i più belli, ed i più rifplendenti . Gli ultimi appena eccedono nella grandezza a una farfalla . Il loro colore, come abbiamo detto, è d* oro , che imita , fecondo le refleflìoni della luce , il brillante dì alcune pietre preziofe . Il becco dei più piccoli non è più groffo di una fpilla. Queftf vaghi augelletti volano con tanta rapidità, che s' in- tendono più pretto dì quel che fi veggano . Volan- do fanno intendere una fpezie di ronzio : fi fofien- gono lungo tempo in aria , e fembra , che vi riman- gano immobili . Non fi nutricano d' altro, che del fucco dei fiori, onde vengono chiamati Pie -ca -fiorì , Succia-fiori, Uccello-ape , e Mellifuga . Dopo la Cagio- ne dei fiori rimangono intorpiditi , e in una fpecie di letargo fin alla primavera ; fanno i loro piccioli nidi fu i ramofcelli degli alberi, e li guarnirono di pelume fino , e non pongono più di due uova bian- che punteggiate di giallo . Quelli Uccelletti fono no- minati Colibrì in alcune delle Provincie dell' Ame- rica . Fra le novantadue fpecie di Uccelli , che di/fi aver ofTervato nel Chile, fé ne trovano molti, che fi diftinguono dagl* individui della medefima fpecie fieli* avere ò la tella , ò le ali , ò tutto il corpo F bian-
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bianco, il che può provenire dalla dimora, che elfi fanno fra le nevi degli Andes . Quefto accade parti- colarmente fra i Tordi propri . Oltre a quefti uccelli peculiari del Paefe vi fi veggono ancora in abbondan- za i volatili domeftici introdottivi dagli Spagnuoh.
LXXVII. Il Chile non è tanto ricco di animali Vivipari , o quadrupedi indigeni , quanto gli altri Paefi dell' America . Egli non per tanto n' ha alcu- ni , che non fono fpregievoli . Quefti fi dividono in Aquatici , e Terreftri . Gli Aquatici fono la Balena, il Lione marino, il Lupo , il Cavallo , il Sfitto, il Guillin , e il Goipu . I terreftri il Lione , il Huanà- co , il Chilihueque , il Guemul , la Vicogna , la Vol- pe, la Guigna , il Djtino , la Lepre , la Vifcachiu, il Chinne , il KM , V Arda , e il Piguchen . La^ Balena viene da me collocata piutofto in quefta claf- fe , che in quella de' Pefci , perchè quantunque effa fia fimile a quelli per la figura efterna , tuttavia fi accolla più agli animali quadrupedi aquatici per la- bruttura interna , e per le fue proprietà . Ella fi ac- coppia, come elfi, è vivipara, fa latte , e i fu oi fi- gliuoli poppano.
LXXVIII. Le Balene Chilene , di cui fi vede d* ordinario il mare coperto , hanno in generale la medefima conformazione di quelle di Groelandia, ad accezione forfè <T alcune picciole differenze. Veg-
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gonfi qualche volta quefti moftruofi animali morti buttati dal mare falle rive . Il loro maggior aemi- co è il Fefce-Spada , chiamato così per un offe lun- go da tre in quattro piedi fatto in forma di fpada ? o di lama offea, piana, e piramidale, che porta fui capo, Quefto Pefce è della lunghezza di dieci ìeu dodici piedi , e di un* agilità forprendente . Le fue inafcelle vanno armate di piccioli denti appuntati . Ven' è una altra fpecie, che non diiferenziafi dal primo fé non nella fpada, eh* è dentata da ambe- due i lati come uh doppio pettine • Fra le Balene , che vengono morte alla riva , fi veggono molte di una grandezza prodigiosa. Mi ricordo di averne ve- duta una coftola , eh* era 15. piedi lunga, larga un piede , e mezzo , e grolla cinque dita . Molti pen- fano , che la gran quantità di ambra grigia , che fi trova in pezzi più , ò meno grandi particolarmente fulle fpiaggie dell' Ifola di Chiloè, venga dalle Ba- lene ; ma io mi perfuado con Mr. GeofFroi , eh' el- la non è altro , eh' una fpecie di bitume , che feo* la dal feno della terra nelle acque del mare.
LXXIX. Il Lione Marino è un animale anfi- bio \ e viviparo , che raffomiglia un poco al vitello marino. Quand' egli è pervenuto al fuo maggiore accrefeimento può avere dai quattordici fino ai di- ciotto piedi di lunghezza , e dai dieci fino ai quin- F a di*
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dici di circonferenza . La fua pelle non è fquamo- fa, ma va crperra di un corto pelo di color giallo chiaro . La fua tefta è piccola rifpettivamente al fuo corpo j alquanto aguzza , e fingile à quella dei Lupi terreftri ; la bocca prcporzicnata alla tefta , la lin- gua groffa , e quafi rotonda , le mafcelle guernite di denti forti, grandi, ed aguzzi, di cui le due terze parti fono come incaftrate negli alveoli , e V. altra pronimente. Ai due lati della bocca ekc una barba folta , e divergente come quella delle Tigri . Gli oc- chi fono piccoli , e le orecchie talmente corte , che dalla loro radice fino all' eftremità hanno appena- da fei in otto linee . Il nafo è ancora affai piccolo , glandulofo , e fenza pelo . Quefto animale ha du<L* mani, o alette cartilaginofe, che gli fervono così per nuotare , come per andare in terra . La fua co- da , eh* è pure cartilaginofa , è grande a proporzio- ne del corpo , grolTa , e forcuta , di maniera che , piegando la fchiena per V ultima vertebra , fa con- effa i due piedi, con cui accompagnale alette, o le mani per camminare fenza ftrafeinare il ventre . V eftremità di quefta fatta di mani , e di piedi non ma- le raflbmigliano alle dita umane fin' alla loro parte media , e vanno munite dy ugne . Quefte dita fono cinque così in ogni piede , come in ogni mano , e fi formano di offa minute, o cartilagini dure. Le ar«
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articulazionipiùfenfibili,che ha nelle alette, fono due, dì cui la prima fi trova nell' unione dell' omoplato, e fa come un omero, e la feconda nel fine delle alette, dove principiano le dita. Io fteflb fi vede nella co- da, e per quefto mezzo cammina per terra, e quan- tunque non abbia 1* agilità , di cui fono dotati i qua- drupedi terreftri , contuttociò fale arrampicandofi al- le roccie più alte , e ripide , e fcende ccn la mede- fima facilità» Le parti naturali di sì fatte befiie fo- no nell* eftremità inferiore del ventre , e quando vo- gliono accoppiarli , fi affiedono fopra la ceda , e lì abbracciano colle alette. La femmina partorifee , e allatta, come gli animali terreftri, i fuoi figliuoli ,| quali non fono mai più di due .
LXXX. Il Lione marino vien chiamato così a^, cagion di una criniera , che porta intorno al collo • Egli è sì graffo , che dopo aver fatta una incisione nella pelle, la quale ha circa un pollice di groffez- za , fi trova almeno un piede di graffo innanzi di pervenire alla carne , e alle offa . Perciò fono anco- ta chiamati Lupi d' olio . il graffo dei piùgrolB fom- miniftra fino a cenciquanra pinte d3 olio. Queft' a- nimale è affai fanguigno , e quando è ferito fi but- ta prontamente all' acqua , che tigne dapertutto col fuo fangue. Subitoche i Lupi marini lo veggono in quello flato fi lanciano a truppe fopra di elfo , e in F % me-
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meno dì un quarto d* ora lo sbramano, e Io man- giano . Ciò pertanto non fi offerva nei Lupini qua- li feriti fi gittano ugualmente all' acqua , e benché fpargano ancora molto fangue , non vengono affaliti uè dagli altri Lupi, né pure dai Lioni marini.
LXXXI. Quelli ultimi trafcorrono tutta V ella- te per lo più in mare , e tutto P inverno fopra ter- ra , dove fi nutricano dell' erba, che trovano nei luoghi vicini al mare , al quale fogliono di quan- do in quando defcendere per pefcare . Dormono nel fango , o fopra le roccie , e ronfano sì fat- tamente , e fi godono del loro fonno , eh' è diffici- le il rifvegliarnegli . Avvi perciò fempre fra il loro numero qualche mafehio, che fa fentinella , il quale allorché n' è d* uopo con un grido molto dindonan- te rifveglia i fuoi compagni , e fpaventa coloro, che ad elfi fi accollano . Gli uccelli marini fi fpaffeggia- no fenza eifer inquietati fopra i loro corpi , quando fono fdrajati . E* cofa heilc V ucciderli , comec- ché frano quali incapaci di diiFenderfi per la pe- fantezza dei loro corpi. Al menomo moto , che fan- no , fi vede il loro graffo molle fluttuare fotto la„, pelle , che li ricuopre ; non pertanto conviene ftar in guardia contro i loro denti , che fono terribili , e non lafciano mai ciò , che hanno prefo . Quello a- nimale è talmente fenfibile nell' efìremità del foo
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nafo , che V effetto , che non fanno nel reftante del corpo le ferite più profonde , fi ottiene con un lie- ve colpo, che gli fi dia in quefta parte, Tettando- ne morto . I grandi gridano come 1 vitelli , ma il lo- ro grido n' è più rauco, i piccoli come le pecore. Le loro madri li portano al collo, quando voglio- no fuggire da qualche pericolo . Quefti Lionì mari- ni abitano fpecialmente attorno delle Ifole di Gio. Fernandez . Il Lord Anfon dice , che i fuoi Mari- na) vene ammazzarono molti per mangiarne la car- ne , e particolarmente il cuore , e la lingua , che-* trovarono preferibili alle medefime parti tratte dal Elie .
LXXXII. I Lupi marmi non differenzlanfi dal Lionì marini, che nel colore, nella ftatura , che n9 è più piccola, e nel collo, dove non hanno crinie- ra. Ve ne fono di due fpecie , i grandi , ed i picco- li.. I grandi hanno di lunghezza otto piedi incirca^ e fono bigi . I piccoli tre in quattro , e il loro co- lore è bruno . Trovanfene in quantità fulle colle dei Chile , ed anche nelle Ifole di Gio. Fernandez . I Naturali del Paefe gli ammazzano con un baffone, e fi fervono delle loro pelli per far dei palloni pie- ni d* aria , nei quali , che fono lunghi cinque in fei piedi , e groflì diametralmente due , legandoli infie- me , tragittano i fiumi, ed anche fi ardifcono ad en- F 4 tra-
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trare nel mare per farvi la pefea . Il Cavallo mari- ne è lo fteiTo,che il Cavallo fluviale , o Ippopota- mo, che fi trova nei fiumi dell' Affrica» Egli dif- ferenzianfi foltanto da quello in certa criniera , che porta al collo. Il Gatto Marine è limile nella gran- dezza , e nella conformazione al gatto terreftre : il fuo pelo , che è affai folto , e morbido , è di color bigio . Oltre ai quattro piedi , che fono cartilagino- fi , ha una Coda groffa , lunga , e folta . E' feroce , e fi difende co* fuoi denti acuti dagli uomini , e dai cani .
LXXXIII. Il Guìllin è un animale affai comu- ne, che vive ne' laghi, nei fiumi, e nei rivi, e fi ciba o di pefei , o dell' erba , che nafee fu i margi- ni . Egli è grande come un cane ordinario : il fuo corpo va ricoperto di peli di due forti , cioè , di pe- lo lungo , e di pelo corto : il pelo corto è fino , e folto eftremamente ; non oltrepaffa in altezza un pol- lice , e ferve a confervare il calere dell' animale. Il pelo lungo è un po' ruvido : il fuo colore fui dor- fo è bruno feuro , e fui ventre bianchiccio . La tefta è quafi rotonda : le fue orecchie fono ancora roton- de , e brevi , e gli occhi piccoli . La fua bocca va armata di quattro denti lunghi, ed acuti, due in al- to , e due abbaffo . I piedi , e le mani fono membra- ne^, e piatti , e la coda larga . La fua pelle è ftij
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mata, e fé ne fanno dei cappelli affai buoni . Egli pare, che fia una fpecie di Caftore . Il Coipu è più piccolo del Guillino , a cui è fimile nella figura, e nel modo di vivere . Il colore della fua pelle è ne- ro , e va ancora rivenuto di due peli ; P interiore^ del quali è foave. Quello animaletto, benché anfi- bio, fi alleva nelle cafe , e fi addorneflica , come i cani . Vi fi trovano ancora delle Lontre, maifime_» nelle Ifole di Chiloè , le quali non differenzianfi da quelle di Europa .
LXXXIV. Il Lione terreftre , detto dagl'India- ni Pag* 9 è fimile nella conformazione al Lione dell* Affrica, a eccezione della giubba , dì cui va fprov ve- duto , ed è grande quanto la Lioneffa Africana. Il colore del fuo pelo è grigio biancaftro . Quello ani- male fi trova in tutto il Chile dal gr. 24. fin al 45 9 e non Ir sa fé s* incontri più avanti. Egli vive nel- le bofeaglie più folte , e fulle montagne più feofee- fe, d* onde feende a procacciarfi il vitto colla mor- te di qualche animale , malfimamente dei cavalli , di cui va ghiotto . Il modo , di cui fi ferve nella cac- cia, è affai inciuftriofo . Quando non gli riefee !a_ forprefa , di cui fi prevale più comunemente , fi pre- fenta ai cavalli , o a gli altri quadrupedi fcherzan- do, fdrajandofi per terra, e movendo la coda, e così fi va accollando a poco a poco, finattanto che
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gli fembra il tempo opportuno: allora fplccando un fa Ito iimpetuofo , fi fcaglia fopra il dorfo dell' anima- le 3 e lo fcanna prontamente colle zampe . Ma fe>» non può fcannarlo a cagione dei falti , eh* eflb fa , gli aggrappa il mufo, e torcendolo verfo di fe< gli rompe il collo . Indi prendendolo con una zampa lo itrafeina fin* ad un bofeo , dove ne mangia quello, che gli piace , e cuopre il reflante con rami, che taglia dagli alberi vicini . Quetto fa nonché cogli animali minori , ma ancora colle beftie più grandi , onde fi vede la forza di quella orribile fiera . Una volta in- contrandoli uno di quelli Lioni in una coppia di Ca- valli, ch'erano legati infìeme , ne ammazzò l'uno, e flrafcinò tutti i due per un gran tratto , percuo- tendo colle zampe il vivo di quando in quando, ac- ciocché coi falti , eh' egli faceva , gli agevolale lo ttra- feico. Egli, non ottante la faa intrepidezza , evita di azzuffarfi'coi Tori , e colle Vacche, benché quando trova foli i vitelli , li mangia con piacere . Le vac- che , quando egli fi accofla , fanno un circolo , met- tendo dentro i loro figliuoli , e colle corna verfo di lui j lo afpettano , e fé ofa attaccarle , non di rado lo lafciano morto nel campo . Le Cavalle fi valgo- no della tteifa indurirla , ma per 1' ordinario loro non rlefce .
LXXXV. V Afmo? ficcorne conofea la fua po- ca
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ca abilità pel corfo , fi mantiene fermo nel campo all' approffimarfi queft' implacabile nemico, e corri- fponde alle lue finte carezze con altre limili 5 afpet- tando P occasione di lanciargli tre, o quattro calci coi quali jfu'ol lafciarlo diilefo in terra, e fuggirne 5: ma fé il Lione è più pronto, e gli monta addoffa, fi lafcia precipitofamente cadere fupino In terra 3 e^ Io fchiaccia i fé quello pure non gli riefce , corre con furia fotto gli alberi più folti , finattantoche fi polla sbrigare per mezzo dei rami pendenti da que- lla fbma gravofa . Così fono pochifìimi gli Afini 9 che diventano preda del Lione. Non orlante la guer- ra continua, che queft* animale fa a tutti i quadra- pedi , finora non fi è ardito ad attacare P uomo, co* me abbiamo detto altrove , benché da effo fia affai perfeguitato , e fovente tratto a morte pel danno 3 che fa alle di lui m and re . I Naturali del Paefe gli danno la caccia con cani ammaeflrati . Egli , fé non può fcappare, o fi arrampica fugli alberi più alti ^ e va faltando con gran leggerezza dall' uno alP al- tro , o fi ritira ad una rupe , o ad un tronco , che gli cuopra il dorfo , dove fi difende coraggiofamen- te dai cani , dei quali fuol fare una grande itrage3 fé non fono bene agguerriti , finché P uomo da lon- tano gli tira un laccio al c©hèk allora vedendoli p#k fo , verfa delie lagrime grolle , che gli cadono pet
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le due guande . La fua pelle conciata è ottima per far delle fcarpe , e il graffo , al dire di molti , O utile per la fciatica .
LXXXVI. Il Guanaco , il Chiltbueque , il Guemul, e là Vhegria fono fpecie fubalterne del genere dei Cammelli , da cui fi diftinguono particolarmente nel dorfo , eh' è privo di gobba . Il Huanàco , o Guanaco, ha fel in fette piedi di lunghezza , e n' è alto da quattro in cinque, raffomiglia quafi al Cammello per la tefta , pel collo , pel labbro fuperiore feffo, e non dentato, per la coda, e per la parte naturale; il fuo dorfo è unito : i fuoi piedi fono biforcati , ed armati di unghie appuntate, e groffe : il fuo pelo, che fopra il dorfo è bigio , e fotto il ventre bian- caitro , è affai fcave , e fé ne fanno dei cappelli . Queft' animale non ha altre armi per diffenderfi , che la leggerezza dei fuoi piedi , coi quali fi foftie- ne anche fu i balzi i più ripidi . Egli vive per lo più fnlle montagne degli Andes ; non pertanto è affai dolce, e fi addomeitica facilmente, ma fé viene ir- ritato , fputa in faccia a quei , che P infultano. Lz fua carne, al dire dei Campagnuoli del Paefe , è abbaftanza buona , e poco inferiore a quella del Ca- brato . Dal ventre del Guanaco fi cava il behuarc più lino .
IXXXVH* Il Chilibueque partecipa del Guanàc*,
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c del Montone di Europa. Egli ha la tefta , il collo^ e la coda di Guanaco , e il refto di Montone , di cui è al doppio più grande . Quindi è , che dagli Spa- giudi vien nominato Pecora del Paefe , e dagP In- diani Chilihueque , che vuol dire Montone del Ch'ile^ forfè per difìinguerlo dai Montoni , o damar del Perù. Il Chilihueque è animale domestico, ed affai flimato dagl' Indiani, fra i quali nei loro trattati di pace , e nelle cerimonie della loro Religione vien* ammazzato come in fegno di facrifizio . La fua car- ne non è inferiore per la bontà a quella dei Cabra- ti , e la fua lana è eccellente. Tre -vanfene dei bian- chi, dei neri , dei grigi , e dei cenerognoli .La fpe- cie di quefV animale non fi è propagata di molto , per la difficultà , che ha la femmina nel concepire , onde affinchè riceva il mafehio , bifogna foftener- la .
LXXXVIII. Il Guemul è fimile nella conforma- zione , e nella grandezza al Chilihueque , a eccezio- ne della coda , eh' è come quella del Cervo . Egli è più felvatico del Guanaco , e quafi fempre dimora nei (iti più feofeefi degli Anàes . La Vicogna è gran- de come una capra , e rafforaiglia affai al Guanaco : il Aio colore è di caffè : la fua lana è fina , e mor- bida , e fé ne porta in quantità air Europa . La fua carne è ancora faporofa.La Vìco^ha vive nella par- te
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te più temperata del Regno, cioè nelle Provincie di Coplapò, e di Cequimbo . Bifogna eh' ella fia affai feconda, perchè malgrado la ftrage continua , che-* fé ne fa tutti gli anni, fi trova in abbondanza. E molto timida, e baila per fermarla nel fuo corfo ti- iia fune , eh' abbia pendenti alcuni flocchi di lana . Allevata fi addomeftica , come una pecora. Ond' è degna di vituperio la negligenza , o cattiva condot- ta dei Naturali, i quali potendo nodrirle in mandre per tofarle alloro tempo, ne ammazzane delle mi- gliaia pel folo intereife delia lana: quindi accaderà, che col tempo fé ne diftriiggerà affatto un animale cotanto preziofo .
LXXXIX. Oltre alla Volpe ordinaria vi fi ve- de un' altra , detta Culpèu dagl' Indiani, la quale è due, o tre volte più grande di quella : ma n' è in tutto limile per la conformazione , colere , e proprie- tà . Vive, come la Volpe, della caccia di uccelli domeftici , e qualche volta ammazza gli Agnelli, quan- do li trova feparati dalle loro madri . Si oppone ai cani , e fuol ammazzarne alcuni , quando fi vede_* troppo agitata da effi . Per altro quefta fpecie n@n è tanto comune , quanto quella della Volpe ordinaria. La Ou'ignct è una tigre piccola, che non eccede nel- la grandezza un gatto grofib . Il fuo colore è bigio cariato ài macchie nere rotonde . Fa guerra foltanto
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ai volatili, e vìve nelle bofcaglie . Vi fi veggono ancora molte fpecie di gatti felvatici , che differen- ziatili fra loro nella grandezza , o nel colore , ben- ché neffuno ecceda di molto i gatti ordinari . I. Dai- ni, i Cervi, e le Lepri fono fimili a quell'iddi' Eu- ropa.
XC. La Vìfcacha è della groffezza , e quafi del- la figura di un Coniglio grande, benché nJ abbiale gambe più brevi : il fuo pelo , eh* è foave , è mi- Ito di bigio , e nero . La fua coda raffomiglia %* quella della Volpe , e va provveduta di fetole tal- mente dure , che fembrano fpini , e con effa aggi- randola velocemente difeaccia da fé i fuoi nemici ♦ La fua carne è buona da mangiare .Vive in certe tane , che fi forma in terra . Tutta la notte s' im- piega in portare all' ufeio del fuo abituro tutto quel- lo , che trova nei campi . Quindi i viaggianti, quan- do perdono ò unofprone,ò qualche altra cofa , van- no a cercarla alle tane delle Vifczchc , che vi fi tro- vano , ficuri d' incontrarvela .
XCI. Il Chinne è ancora della grandezza di un Coniglio , ma la fua figura n* è affatto differente, e ralfomiglia piutofto a un cagnuolo . Il colore del- la fua pelle è un turchino feuro , fuorché nel dorfo, ove dalla tetta fin' alla coda fi vede una lifta cqhì- pofta di molti anelli, o circoli bianchi : la fua coda
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è affai proveduta di pelo, e va ricurvata in su, e nel!' eftremità fi apre , e fi ferra , come quella del pavone . Quefto animaletto è dolce , ed amante degl' uomini , che cerca dapertutto • Egli entra nelle lo- ro cafe , mallime nel campo , vi mangia quello che trova , e fpalfeggia tra i cani con ogni libertà , che non gli vien mai difputata né da quefti , ne dall' uomo ; anzi tutti gli portano rifpetto , e lo temono, benché non faccia male a neffuno ne coi fuoi denti, ne colle fue ugne . Egli fi è meritato quefto falvo- condotto per un liquore oliofo , differente dall' uri- na , che porta in una vefcichetta fituata preifo T a- no , dove principia la coda . Quefto liquore ha un o- dore sì acuto , sì puzzolente , e sì Soffocante , che con difficoltà fi troverà nelle produzioni naturali co- fa , che gli fi raflbmigli . Oltre ciò egli è sì tenace, che non fi diffipa fé non difficilmente, e paffato mol- to tempo. Quando 1* animale fi vede attaccato , al- zando prontamente i piedi pofteriori , lancia fopra 1* aggreffore con violenza quefto fugo peftilente, e per via di efso riman libero dal pericolo . Il veftito, che n' è bagnato o fi abbandona del tutto , o non s' u- fa fé non dopo reiterate lavature con del ranno for- te . Il luogo refta inabitabile per molto tempo, poi- che non e' è aromato , o mufehio, che pofsa fupe- rarne il fetore . I Cani , che ne fono fpruzzati , sba-
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lordifeono, fi rivoltano nella fabbia , o nel fango, fi tuffano fovente nell'acqua, corrono urlando co- me furiofì per la campagna , e diventano magri , perchè durante la puzza , non mangiano quali nul- la . Perciò eglino fi guardano bene di attaccar Af- fa tta befh'a, e foltanto per errore, credendola un*, altro animale, la affalgono.il Chìnm per altro non adopera quefV arma Angolare, fé nen quando vien irritato da quelli , che non fono della fua fpecie s giacche non fpruzza mai gli altri Chìnm , quantun- que abbia fovente i fuoi contraiti con elfi . Quefto cattivo odore non fi fente , fuorché nel cafo di ef- fer lanciato , la pelle , e la carne ne vanno onnina- mente efenti • GÌ* Indiani , per impedirgli V ufo di iiffatto liquore, lo prendono per la coda; poiché al- lora , ftirati con effe i nervi della vescichetta , fene chiude 1* orifizio . Eglino colla pelle di quello ani- male, il cui pelo è molto foave3 fanno delle belle coperte da Ietto .
XCII. Il KM è grande come una Volpe , a cui t affomiglia per la coda , e pel refto del corpo al Coc- codrillo . Le fuc gambe fono corte , il fu© pelo fino, e il fuo colore cenerognolo variato di macchie bian- che . Egli è ferociffimo , e finora non fi è potuto ad- domefticare . L' Arda è una fpecie di Sorcio cam- f agnuolo della grandezza di un gatto , che folamen- G te
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te il trova nella Provincia di Copiapò .Ella è doci- le affai, e va riveflita di una lana cenerognola , folta , e morbida come il miglior cotone . Il w*gu- chen è P animale più ciiriofo del Chile . Egli è qua- drupede interré, e alato, e unifce perfettamente V uccello al quadrupede . La fua grandezza è come quella di un Coniglio ordinario, grotto al di dietro, e ftretto davanti : Va coperto di un pelume fino di color carico di cannella . Il fuo mulo è appuntato, i fuoi occhj grandi , rotondi , e luccicanti • Le lue orec- chie appena fi vedono . Le ali fono membranofe come quelle del pipistrello ; le gambe corte, e fìmili a_. que'le della lucertola ; la coda rotonda nella fua o- rigine , e poi larga a guifa di quella del pefee : fi- fchia come le bifeie , e vola quanto le pernici : abi- ta ne* buchi degli alberi , da' quali non e(cQ fé non di notte tempo . Non fa male a neffuno , ne pur fi fa qual fia il fuo vitto . Io non ebbi mai P occafio- ne di offervar Affatto animale, ma da perfone de- gne di fede , che lo efaminarono , ko avuta quefia_. deferizione concorde. Vi è fama coftante della fua efiftenza così tra gli Spagnuoli, come fra gP India* ni, i quali gli diedero il nome, che porta. In tut- to il Chile fi trovano eziandio i porcellini d' India, i quali fi accoftano più alla figura del Coniglio, di qutfti che fi csnefeono qua in Italia s Incontranfi an.
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' cora nelle campagne molte fpecie di Sorcj differen- ti nel colore, e nella conformazione de* loro cor- pi.
XCIII. Dagli Spagnuoli vi fono flati trafporta- tati i Cavalli, gli Afini , le Vacche, le Pecore, le Capre, i Porci, alcune fpecie di Cani, i Gatti, ed anche i Topi domeflici . Tutti quefti animali fi fono moltiplicati grandemente in queft© Paefe fenza de- generare in nulla dalle loro fpecie primitive . (a) I Cavalli fono generalmente belli, forti, ben fatti „ fpiritofi, ed infaticabili. Le loro unghie, mercè la folidità del terreno, fono affai dure s onde, fuor di alcuni , che mantengono i Signori nelle loro flalle, tutti gli altri vanno fenza ferri . Se ne vede una gran quantità non folamente fra gli Spagnuoli , ma an- cora tra i barbari , che li ricevettero da coftoro. Di- itinguonfene tre razze . La prima è de* Cavalli , che G 2, van*
(a) 1 beftiami fono in gran numero , come pure^ gli uccelli . Cioè Pernici , Tortore , Beccaccie , &c. e te carni fono dy un ottimo ftp or e . I Cavalli delebile fo- no ì piò flimatì di tutta V America per la loro gran- dezza , bellezza , e fpirito , e fé ne condurrò ancora per cofa affai fingolare in Spagna . Gie. Eom, Coletti v. Chile .
Par tout il fé trouve un fi grand nomhre de he* (liaux , qu ilf apeudePais dans le Monde , qui enaìt ttnt . M, Sanfon d' AbbzvilU Geog. v. Chili*
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vanno di trotto , ovvero ordinari , i quali fogliono venderti* a etto , o dieci pàoli V uno , e le Cavalle a treo quattro. Quefti vengono preferiti a tutti gli altri da' Contadini , perchè dicono , che fono più pronti, e più veloci nel corib . La feconda è deJ Ca- valli ambianti , i quali nafeono con quefta proprie- tà . Veggonfene i puledri di uno , o di due mefi ( di cui fa menzione con meraviglia il Signor Ulloa nel fuo viaggio ) feguire ambiando le loro madri , che vanno di galoppo , fenza fepararfene punto . V an- datura dì tai Cavalli è foavifllma , e al medefimo tempo veloce . La terza razza, e più ftimata delle_» due precedenti fi è quella de' Cavalli , che vi fi chia- mano di Brazos , perchè all' andare alzano con leg- giadria alternativamente le braccia . Quantunque ef- fi abbiano naturalmente quefta particolarità , vengo- no pure ammaeftrati da* Cozzoni, affinchè fi perfe- zionino nel loro movimento naturale, e allora non fi vendono a manco di 3©o,o 400 feudi V uno, maf- fimamente nel Perù , dove fono molto ricercati . Gì' Indiani barbari infegnano ancora a* loro Cavalli un certo modo di ballare , mentre camminano , che non è difpiacevole . Gli Araucani , e gli Spagnuoli Chi- leni , allorché domano i puledri , loro cavano uno de* nervi , 0 mufcoli fituati nella radice della co- da. 3 acciocché elfi non la fcuotano * o alzino nel?
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andare , il che chiamano caligarli *
XCIV. Le Vacche pure fono ili tanto mimerò, che d' ordinano fi comprano a tre feudi V una (a) • Le campagne vafte , che vi fi trovano 6 ricche di bel- le pafture , ne facilitano la propagazione « Vi fono de* Signori, i quali nelle loro poifefiioni $ che fono di molte leghe , hanno chi dieci mila , chi dodici mila Vacche . Cofforo ogni anno ne feparano 500. e talvolta mille 9 e mandandole ai pafcoli più pin- gui , affinchè vi $* ingranino meglio , le ammazzano tutte infieme nella State . Quando arriva il tempe» determinato per quefìo macello ^ fi fa uno beccata di legni forti in una pianura , dove s* inferrano tut- ti i di le Vacche * o Manli , che debbono uccidere in quella giornata « Indi a buon* ora fi lafciano an- dare a una a una nella pianura . I Contadini 3 per cui Affatto meftiere è lo fpettacolo più allegro, che mai fi poffa dare % correndo indietro a tutta briglia G 3 in
(a) Alcuni degli Autori , che hanno ferino dell* A~ merica , dicono che nel Chile vale una Vacca , 0 Man* %o dieci feudi per quello 3 che videro pratìcarfi net Por- ti del Regno . £' vera , che nei fuddetti forti fi fan paga- re così dai Battimenti per una convenzione antica , che dura finora . Il governatore del Porto ne ritiene quattri Scudi per lui , e // reflo è pel Padrone . Il prezzo or» dìnario delV interiore del Regno è di tre Scudi foli , come abbiamo detto*
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in buoni Cavalli , tagliano loro 1 garetti con uno fpiedo lungo da dieci in dodici piedi , e munito di un ferro tagliente fatto a guìfa di mezza-luna . I beccaio gli uomini a ciò desinati , le ammazzano, come vanno cadendo , ficcando loro nella nuca la^ punta del coltello , e poi le fìrafcinano con bovi fot- to un gran frafcato, o portico coperto di ramid' al- beri, dove le macellano fpeditamente . Pofcia fepa- rando la carne dal fevo, o graffo , la tagliano in- fìrifcie fottili lunghe due, o tre piedi, e larghe li- no, e falandola la tendono all' aria, o al fole, af- finchè vi fi rafciughi . Quefta carne , effendo ben fecca , s* imballa , e fi manda alle miniere , e a' Por- ti pe* Battimenti , e pel Perù . Lo fieffo fi fa del fe- vo . Se qualcuna delle Vacche più leggiera dell'al- tre fcappa nel tempo dell' azione , i Contadini cor- rendo parimente a cavallo la prendono con un lac- cio, che gettano venti, ov trenta piedi lontano, il «quale va legato alla fella del cavallo . Quefto ber- cio , che ha di lunghezza 50 3o 60 piedi 3 è fatto di cuojo vaccino torto , che effi dirompono con del fe- vo , finché divenga morbido , e allora diventa così forte , che tiene un toro feroce capace di rompere un capeftro di canapa il doppio più groffo . I Cavai* li fono talmente avvezzi a queft© efercizio , che fu- bito che vien prefo il toro, fi fermano, ed apren- do
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do le gambe lo foggettano, mentre che II padrone ne fcende ad ucciderlo . Oltre alla fpecie ordinaria vi fi vede un' altra fpecie di Vacche , le quali van- no (provvedute di corna , e f@no brutiffime . Que- fte formano razza Sparata, e fi difendono co idea- ti, il di cui morfo è più formidabile a' bifolchi, che le corna di quelle dell' altra fpecie .
XCV. La quantità di Pecore, e di Capre 5 che qui s' incontra, non è meno grande, anzi fupera di molto quella delle Vacche per la loro fecondità . Le peco- re partorirono indifpenfabilmente due volte all'an- no , e non di rado fanno due agnelli per volta. Le Capre ancora fé ne fgravano due volte nello iteffo anno , e rariillma è quella , che partorlfce un folo Capretto ; ne fanno d' ordinario tre , quattro , e tal- volta fi è veduta qualcuna farne più in un folo par- to . Le Pecore diventano più grandi nelle Vallate degli Andes , ahe nelle pianure del Chile proprio 0 onde vi fono molto limate le pelli di pecora, che vengono da' Feguenches^o fia dagl' Indiani monta- nari. La lana di quefte pecore Andine è ancora piti lunga , e più bella di quella , che fomminiftrano le pecore delle contrade marittime , la quale nondime* no ha tutte quella buone qualità 3 che fi richiedono.
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§< III.
CVI. IL Ch'Ile, attefa la fua fertilità , doveva efclu- dert dal fuo feno ogni fpecie di minerali , 1 quali fempre ricercano le terre aride, e fterlli . Ma non è così : Egli è più ricco al di dentro di quello che ila al di fuori . Vi fi truovano quafi tutti i metalli, femimetalli, e minerali, che fi conofeono. L' Oro è tanto comune, che un Autore, che vi abitò più di quaranta anni , fcriffe con un' iperbole ben fondata, €he tutto quefto Paefe era una piaftra d' oro . (a) In fatti quafi non e' è monte in tutta la fuaeftenfione, dove quefto preziofo metallo non s* incontri in mag^ giore, o minor quantità, (b) Trovafene talvolta an- che in polvere nelle pianure, e bene fpeflb nella^ labbia de' fiumi , e de' rivi . (e) Queft* oro del Chi-
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{a) Fr. Gregorio di Leon nel fuo Opufcolo intitolai 9 Mappa dei Chile .
(b) Si trovano qui le miniere -più ricche dell9 Oro , e in gran numero , e fi può dire , che tutte le J uè montagne fono piene dì quefto preziofo metallo . Quelle ancora dell* Argento , del Rame , della Calamita , delV Argento vìvq9 del Zolfo , delCarbon fofftle et. fono fenza numero ino» gnì parte . Gio. Dom. Coletti <v. Chile .
(e) Au deffus de ces vallee s il y a des mines d* Ar~ gent , de vif-argent , de cuìvre , de plomb , & un fi grand nombre de mines d* or & icy , <$? par to'/t aiUeurs dans le Chili , encore fi grande quantìte d' or dans te fobie de la plupart dtf xìvwes , que certaìn Auteur a deb dire , que
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le, al dire di M. Pitiche, del P. Buffer, e di pa- recchi altri Autori Francefi , e Inglefi , è il più pu- ro del Mondo . (a) Egli veramente fi regola d; ordi- nario a più di' venti carati , e fovente fi truova di ventitré , e mezzo .
CVILNelle Provincie Auftrali s' erano {coperte mól- te miniere di un Oro eccellente, dalle quali gli Spa- gnuoli cavavano fomme immenfe . (b) Ma gli Arau- cani, che abitano quelle contrade, dopo averne fcac-
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tout le Chili rì efl qu une piacque d' or. M. Sanfo» d* Al* beville Geog. v. Chili . ...
(a) Que fio Regno delebile è abbondante di miniere d* ognifpecie , ma fpecialmente d' Oro 5 e di Rame . Le^ miniere di quefla fpecie fono comunijfime . Coquimbo , Co- piapò , e Guafco hanno miniere d3 Ore , il di cui metalli viene per eccellenza chiamato Oro-Capote, efiendo il più pregiabìle di qualunque altro [coperto fin qui . V In* glefe Aut. del Gazz* Amer. v. Chile .
(b) Valdivia , quiy fut apres Almagre . , . à tire une tres grande quantitè d* Or de ce Pàys . Ilfit travailler a diverfes miniere s d' Or fi riches , que chaque Indien Jm tendoìt trente , cu quarante Ducats parjour . Quand il n* y auroit eu , que douze , ou quinze Indìens dans ce tra* vaìl y cela pouvoit rendre trois , ou quatre cens ducats par jour , & dans le mois environ dix mille ducats , & dans
V annee cent,oufix vìngt mille . Cela convieni a ce qu?
V Ine a Garcilazo rampone dans fon h^fioire , que le Come- te Valdivia e ut pour fon partage une pmie du Chili ( u~ na Contea ) , & que fes fujets lui rendoient par an plus de cent mille pezos dy or d? trìbui . M. Sanfon d' A!bs~ ville • Geog* v* Chili *
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«Iati coftoro , le chiafèro affatto , e non permette- rò a chi che fìa d' intraprenderne lo fcavo . Le pili famofe miniere , che al prefente fi lavorano nella parte , che poffedono gli Spagnuoli , fono quelle di Copìctpo , Cuttjco , Coquimbo , Andaeollo , Petorca , Li- gua , Pennuelns , Tìltìl , Caren, Aìguè 3 Talea y e H#/7- Irpataga- .
XC Vili. Ritraggefi quivi l'Oro in duemaniere,cioè o fpezzando con picconi di ferro, e talvolta con del- la polvere , i fallì , che ne fono impregnati , o lavan- do la fabhia de' fiumi , dove fi vedono delle parti- celle di quefto metallo. La prima è fempre preferi- ta all' altra dalle perfone beneftanti pel gran van- taggio, che loro ne deriva . Non citante ella è af- fai difpendiofa ; perchè , oltre alla fanca , fi richie- dano molti finimenti , e un Mulino particolare per ridurre in polvere le pietre metalliche . Quefto mu- lino , che fi chiama Trapìche , ha due macine collo- cate a guifa di quelle dell' Infrantolo , dove fi ma- cinan le olive. Un gran canale d'acqua fa girare la macina fuperiore entro un caffone circolare, ove fi mette il metallo. Un altro canaletto v' introduce al di fopra un pò d' acqua , la quale , bagnando conti- nuamente i fafn , ne agevola la macinatura , e traf- porta per un buco in certi pozzi, detti maritate,^ parti più fonili . Eflendo tutto il minerale polveriz- za-
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zàto vi sJ infonde il mercurio , il quale raccoglie^ tutte le particelle d' oro, che incontra, formandone un globo biaricaftro, à cui poi il fuoco reftituifce^I bel color giallo , e la durezza .
XCIX. La feconda fpecie di miniere s' abbandona per lo più a quelli, che non hanno un capitale {uffici- ente per le fpefe , che domandano fui principio k-» precedenti . Coloro mettendo la fabbia in una fpe- cie di navetta fatta di corno 3 che chiaman© Vorun* r>a , la lavano bene , e poi raccolgono i granelli d* oro, che pel loro pefo rimangono al fondo ; ma co* me n n adoperano il mercurio, ne perdono più del- la metà . Non oftante il profitto n' è afTai confide- rabile. Unr uomo dabbene, che s* impiegava nelle invernate in si fatto lavoro , mi diife 9< che la tetti* mana, che gli fruttava meno , gliene dava cinque feudi. In fatti vi s' incontrano qualche volta de' pez- zi alfai grofli . Io ne vidi alcuni , che pefavano da tredici fin a quindici oneie .
C. L'Oro, che annualmente fi cava nel Chile s| dai monti, come dalle fabbie, facendo un computo prudente, arriverà bene a quattro milioni . Ogni an- no fé re batte un miiion , e mezzo alla Zecca. Par- te del refto va fuori ad Regno in polvere 9 o inJ mafie , e parte s' impiega in fupelletili sì di Ghie- fa, come di cafa, cioè in fibbie, anelli , pendentif
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ed altri arredi donnefchl , giacché non vi è donna al- cuna, eccettuatene le mendicanti, che fono pochif- fìme , la quale non abbia i pendenti almeno d' O- ro. (a)
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(a) 11 ninnerò di gente , che sy impiega nelle mì- mere , è affai piccolo , perchè la maggior parte de* Ter- razzani, vedendo morir poveri molti de' Minatori, fi perfuade, che quejìo meBìere lungi da arricchire, [pian- ti piutoflo quelli , che vi s' applicano . Ma s* ingannano mi fer abilmente , attribuendo un effetto reale a una ca- gione chimerica . Le vere cagioni della povertà de* Mi- natori fono i vizj ìnfepar abili da fiffatta razza di gen- te . Cojloro vedendo tutti ì giorni V oro fra le loro mani fi avvezzano a difpregiarlo . Così tutto quello che gua- dagnano lo fcìalacquano con una prodigalità incredibi- le in ifiravizi , e nel giuoco , avendo fempre in bocca un proverbio inventato da loro > cioè che i monti non dimandano conti. Eglino fono giunti a tal punto di ec- cedo in quefia materia , che qualora v* entra un nuovo lavoratore , e proccura rifparmiar qualche cofa , cerca- no tutti z modi poffibilì per {piantarlo, affinchè fi fpoglì , come effi dicono , di un vizio cotanto dtf onorevole alla no- hil profetfìone metallica , quaV è V amore al danaro . 1 Troprietarj ancora delle miniere perdono pììi della metà dì quello che fruttano i loro metalli % perchè ì lavoratori che fono gli unici , che pojfono entrare nelle cave , na- f condono i pezzi più e ùnfider ab ili ^ che fé ne incontrano . Oltre ciò qui fi cofluma , che i Padroni delle miniere conce- dano a* low minatori tutti i dì un* ora , e le fefle tutta la notte , acciocché efp ne ritraggano per loro quella quantità dì metallo , chepofiano dentro quel tempo preferito . Co- jloro 9 nel mentre che lavorano pe' loro Padroni , la/ciano
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CI. Le miniere dell' .argento vi fono ancora co- muni , ma perchè P effrazione n' è più faticofa , e dì/pendiofa di quella dell' oro , fé ne lavorano po- che. Tra quefte è molto rinomata quella , che fi fco- perfe nella Valle di Ufpallatayh quale è fituata fra i monti degli Andes tra i gr. 31 ,e 33. di Iat. Aufh Qiiefta miniera fu ritrovata t* anno 1638. ma allo- ra , quantunque foflero grandi indizj della ricchezza^ che vi è, fi trafcurò di lavorarla o fia per mancan* za di Operaj, o di danaro , finche nell' anno 1762. due perfone intelligenti , che vi arrivarono mandate dal Viceré del Perù , riconofciuto il teforo , che vi fi occulta 9 incoraggiarono allo fcavo d'elfo gli abi- tanti di Mendoza , Città della Provincia di Cujo di- pendente dal Prefidente del Chile , e poco dittante da Ufpallata. I Mendozini s' impiegano al prefente neir effrazione di sì ricco metallo con un profitto immenfo.
CU. Laminiera fi diftende nella Valle a maniera dì fafcia per lo fpazio di 40. leghe incirca, effendo lar- ^a da nove in dieci piedi . Quella vena va accorci*
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ivdietro le pani più ricche dette vena , che poi [cavano , quando arriva il loro turno . Quindi i Proprietarj ricevo- nt> un danno grandifjtmo . Il peggio fi è , che tal difordi* 3* fono irremediabilì, pnìrhè fi '> ' p&drnn* ttytaJSftsm dì por m
vi riparo 3 non troverebbero chi volere Uro ferwire •
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pagliata di molte altre piccole , che fi diramano qua, e là per tutto quel terreno . Erta fi divide fecondo la uia lunghezza in cinque parti , o filoni inuguali • Quello , che ila nel mezzo , è largo due oncie , e diiferenziafi dagli altri nel colore. Delfo vien ftima- to da' minatori come la matrice del metallo, il che gli ha fatto dare il nome di Guida ; eflendone come il fiore , o la parte più ricca . Le due lille , che gli ftanno accanto , fi chiamano Vìntene , ed i loro me- talli fono inferiori a quello della Guida . Le altre.» due efteriori finalmente fi nominano Brojfa, e ren- dono meno delle Pinterie . Quefta miniera non è fu- perficiale ; ella s' interna profondamente in terra , e T anno 1766. alcuni degli fcavi avevano già 160. braccia di profondità. Si è feoperto ancora che la ricchezza del metallo crefee in ragione dell' altez- za del buco .
CHI. Il metodo , di cui fi fervono que' Cittadini per feparare I- argento dalle parti eterogenee , è il fe- guente . Primo: riducefi il metallo in polvere minu- tirfima in un Mulino detto anche Tipiche come quel dell' Oro , benché ne fia un pò differente nella co- rruzione . Secondo : crivellali quefta polvere in una fpecie di ftaccio fatto di fila fiottili di ferro , e poi fi diitende in Cuoj di vacca, dove fi mefcola con^ fa!e, mercurio^ e fango ben putrefatto 3 e verfando*
vi dell' acqua fé ne fa una malfa , la quale per lo fpazio di otto , o dieci giorni fi batte , calpefta , e rivolge diligentemente due volte al giorno . Terzo; Mettefi la mafia , dopo le operazioni precedenti , in un caffone , o truogolo di pietra , donde per mezzo dell' acqua, che vi fi verfa , difeiogliendofi fcolaper un buco in alcuni pozzi fcavati appiè del caffone , nel fondo de' quali 1* argento amalgamato col mer- curio retta come un globo bianco . Quarto: cavafene quefto globo, e meffo in un facco di lino fi compri- me fortemente, affinchè pe' fori del facco feorra 1' argento vivo • Quinto : gli Operaj in certi modelli fatti a capriccio danno alla maffa , che in quefto fia- to è tanto morbida , quanto una parla di farina, tut- te quelle figure, che lor vengono in tefta o di uccel- li , o di animali , o di fiori, ec. Una gran parte* dell' argento vivo, che reità, fcappa fratanto pe* buchi, che fi lafciano appofta in quelli modelli. Se- ilo: come il mercurio a difpetto di tutte quefte com- preffioni non abbandona del tutto _P argento , la maf- fa finalmente fi getta in un forno ben accefo , doy* elfo fvanifee interamente , e 1' argento rimane puro, bianco , e folido .
CIV. Elfendo flati efaminati a Lima ì metalli di quella miniera , gli Operaj più periti del Poto/i di- chiararono 3 che la Guida rendeva per ogni Caffo-
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*<? (a) più di dugento marchi d' argento puro; che quefto ileiTo metallo mefcolato con quello delle Jtò*. tem ne dava cinquanta incirca ; che la Brofa ne foni, miniftrava quattordici. Non fo fé le Pinterie fiano tote efaminate da per fé fole. Ora riducendo i mar- chi al prezzo corrente delle miniere, il CafTone del- la Guida rende 1600. feudi . Quel delle Pinterie me- fchiate 400., e quel della Brojfa m, Se paragonia- mo quefto prodotto con quello della famofa mi- niera del Potosì, troveremo, che quefta miniera, che è fiata la più celebre del mondo , mai arrivò a fruttare quaranta marchi per Cafone s Che i Proprie- tarj, che ne ritraggono otto , diventano ricchi; e the quelli, che non ne cavano che fei, flanno be- ne • Il pregio maggiore delle miniere Potofine fi è la durazione . Ma i ChilenI ancora pofTono fperare, che quefte del loro Paefe dureranno almeno al pari di quelle, perchè V eftenfione è più grande, e gi' jndizj finora loro promettono un fondo inefauribi- le . Oltre a quefta miniera fi lavorano nel Chile al- cune altre , tra le quali quelle di Gòrmaz non lun- gi dalla Capitale, e quelle di Cor* nel Copiapò ren- do-
^ (a) Qhìamafi CafTone tra ì Minatovi una quanti- tà di metallo , 0 minerale, che pefa cinquanta quin- tali .( Ogni Quintale fi compone di cento libre di onde fedscì ognuna *
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dono trenta marchi d* argento netto per cartone .
C V. Le miniere di rame non fono meno frequenti in quello Paefe di quelle dell' oro, e il rame che fé A cava viene collocato dal Signor di Ulloa im- mediatamente dopo quel di Corinto tanto vantato dagli Antichi . (a) In fatti oltre a molte altre qua- lità , che lo rendono eccellente , elfo fi ritrova per lo più mefcolato coli' oro. Laonde i Francefi, che vi fecero al principio di quefto fecolo un traffico con- fiderabile , ne procurarono acquiftar tutto quel che poterono , per ritrarne poi quefto preziofo metallo * Quantunque fifatte miniere fieno innumerabili , aon fi lavora fé non a quelle , ove i Proprietari trova- no in ogni caiTone la metà al manco di rame net- to , perche altrimenti pretendono , che perdono la^, loro fatica . Nulla ottante tra le Città di Copiapò , H e
(a) Nelle Contee di Coquimbo , e di Guafco fon . comunijfime le miniere di tutte le fpecie dì metalli , di maniera- che tutta la Terra pare interamente compofta di minerale , ed è qua dove fi lavora a quelle di rame , dalle quali fi cava tutto quello , che provvede il Perù , e il Chile . Ma quantunque quejlo rame ecceda ogni altra co- fa dì quefia fpecie finora conosciuta , fi lavora per altro con- gran cautela alle miniere , e non fé n eftrae più di quello che ferva per V ordinario bifogno ; frattanto che le altre miniere quantunque conofciute per egualmente ricche, fono lafciate intatte. V Inghfe Aut. del Gazz* Amer. v. Chili.
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e di Coquimbo, fé ne veggono al prefente più dì mille lavori . (a) Nella Provincia di Aconcagua fé ne trovano altretanti ; in quella di Qillota fi fco- perfe in quefti ultimi anni una vena , che fuper%tut- te le altre nella qualità del rame , e nelP abbon- danza. Nella Provincia di Maule ve ne un* altra eccellente . La più celebre però è fiata quella del Pa- jeny alla quale non fi lavora più, perchè il Terri- torio, in cui fi trova, è abitato da' Barbari. Quan- do la poffedevano gli Spagnuoli , vi s' incontravano pezzi di cinquanta , o cento quintali di rame puro # (b) Le relazioni , che ci rimangono di quel tempo , ci dicono, che quello rame era di fi bel colore , che pareva un fimiloro ; fi ricco , che dominava più in effo T oro, che lo fteffo rame, e fi facile da cavar- li , che per avernclo baftava fare del fuoco appiè de* faffi , che n* erano impregnati ,
CVI.I Terrazzani, per avere il rame netto fi vagì io - no delle operazioni feguenti. Primo; fanno una fof- fa
(a) Kominanfi lavori nelle miniere le buche , o e xv e .
(b) Tutte le parti della Cordillera , verfo Santia- go, e la Concezione abbondano di miniere di quello me- tallo ( rame ) e particolarmente un luogo chiamato Pa- jen , dove a varie anticamente fi lavorava , e dovc^
fi fon trovati pezzi di cinquanta , o cento quintali di
puro rame. V Inglefe eh. v. Chili.
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fa affai profonda , il cui pavimento fi forma con in na fpecie di malfa compofta di geflb, e di offa bru- ciate, e ben polverizzate. Quefta pafta refifte al fuoco , non fi fende , riè lafcia poro , o buco alcu- no per dove poffa frappare il metallo . Da' quattro lati della foffa alzano quattro mura, le quali al di fuori della terra fi curvano a guifa di forno - Nella parte fuperiore lafciano una fineftra fi per mettervi il metallo , come per offervare lo flato della lique- fazione ♦ Fanno inoltre nella volta parecchi altri ba- chi , affinchè n' efea il fumo , Secondo : Per avvivar più il fuoco adoperano certi grandi mantici, che ven- gono poftl in movimento da un canale d' acqua. Ter- zo : Rifcaldano bene il forno alcuni giorni innanzi di mettervi il metallo , e allorché ve lo mettono, frapon- gono alcuni fofei di legna folida infino alla volta . Quar- to : Qualora feorgono , che il metallo è già ben li- quefatto , aprono uno fportello fatto appiè del for- no , per dove il rame feorre , come un torrente di fuoco , e riempie i modelli , che gli fi mettono ao oanto .
CVII. Io non fono certo della quantità dì rame, che fi cava annualmente da cotefte miniere , folamente pollo dire che quattro in cinque Navi , che vi arri- vano ogni anno dalla Spagna , ne trafportano in ve- ce di faorna talvolta dieci mila , e tal altra venti H 2. mi-
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mila quintali per ciafcheduna . Le Navi Peruane ne ritraggono trenta mila; i quali s' impiegano nel Pe- rù nelle Fàbbriche dello zuchero , e negli altri uten- figli domeftici . Nel Chile fé ne fa un gran confu- mo In caldaie, lambicchi e varj altri vai! così da fa- re il vino j e !" acquavite, come pel ferviggio del- le cafe, e delle pofleffioni . Tutta 1' artiglieria an- cora del Chile , e del Perù , che è affai numerofa , e tutte le campane d' entrambi i Regni fono fiate fatte del rame di quello Paefe.
CVIII.Nella Provincia di Coqulmbo s' incontrano delle miniere di ferro abbondanti, e di bella qualità; ma perchè lo fcavo n' è proibito , portandovi dalla Spagna il ferro , che fi abbifogna , fono finora ab- bandonate. Le Contrade Araucane ne abbondano an- cora , e credei! che fé ne troverebbero in molte al- tre parti del Regno, poiché vi fono comuni le mi- niere della Calamita . In quelli ultimi anni fi è co- minciato a lavorare ne'll' effrazione ddV argento vi- vo , di cui fono ripieni alcuni de* monti di Coquim- bo . Le miniere di Stagno, Piombo, Arfenico , Co- balto , Antimonio ec. fi mantengono tuttora intatte . (a) Tra le molte cave, che vi fi trovano di marmi,
(a) Oltre le miniere d* oro che quivi trovanfi , vi fono interno a Copiato diverfe miniere di Ferro, Otto-
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e di diafpri di varj colori, appena fé ne lavora una* Le montagne della Provincia di Copiapò abbondano di miniere di faie bianco 3 giallo , turchino , e rofTo, le quali fono trafcurate , perchè i Nazionali fi fer- vono del fale , che fi fi in molte parti delle Cofhe- re del Regno, e di un'altro bianchi/fimo , che fi ca- va da alcuni rufcelli fituati fra gli Andes . Dentro di quelle fìeife montagne s' incontrano molte minie- re di pece , di Zolfo j e dì Salnitro . In tutto il Hegno fi vedono differenti '{tratti di argille, e di terre bianche , rolfe , gialle , turchine , nere , e ver- xìi, delle quali fi fa poco ufo. Le fu ore della Ca- pitale fanno. d' una fpecie di argilla, o terra bollare affai leggiera bicchieri , chicchere , bottiglie , e ca- raffe , a cui danno il colore , cke vogliono , e bene fpefTo le indorano dipingendovi o fiori, o uccelli - H 3 V ac-
ne , Stagno , e Piombo , alle quali non fi lavora . Vi è ancora una gran quantità di calamita , e lapislazzu- li che la gente del Paefe non crede efier di alcun v#+ lore . Sulle alte montagne della Cordillera vi fono mi- niere del miglior zolfo , che fi poffa dare , e che fi ca- vi puro puro da un filone largo due piedi , fenza che^ abbia hi fogno di effer ripurgato . . . In fiomtna tutto ti Jtaefe è pieno di miniere di falgemma . Il Salnitro non Z)i ì in minor quantità trovandofi nelle Valli delitti grojfezza di un pollice fopra il terreno . V Ingleje ci- tato v. Chili .
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V acqua contragge in effe un gradito odore, e fapore. Qiiefti vali fi trafportario jrì quantità al Perù , ed anche in Spagna , dove fono molto ftimati . Le don- ne Peruane li mangiano con piacere , ficcomc le_# Mogolefi mangiano il vafellame fatto di terra di Pat- ina . I Tintori vi adoperano una terra , o fango bru- no , che fi trova nelle bofcaglie 5 per tignere in nero* CIX. La Montagna degli Andes è piena di miniere di Criftallo , e di lapiflazzuli . (a) Nella Provin- cia di Maule fi vede una di amatifte fine , di cui non sì fa conto alcuno . Nei letti dei fiumi s' incon- trano qualche volta alcuni pezzi di Smeraldi , di Ru- bini , e d' altre pietre preziofe , i quali indicano , che nei monti , donde nafcono cotefti fiumi, fono delle miniere di sì ricche pietre, ma 1' indolenza de' Nazionali è tanta, che nefiuno fi avvifa d'indagar- ne le origini . La mancanza ancora di artefici intel- ligenti in quefte materie fa , che non fi fcuoprano molte altre miniere utili, che forfè vi fi occultano,
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(a) Vi fono ancora- delle miniere {limabili , e [pe- nalmente delle ^ cave di lapiflazzuli , e di calamita, , e quantunque vi fieno ancora dìverfe miniere d' oro e di rame , gli abitanti trascurano di lavorarle fufficien- temente contenti della grande abbondanza di tutte le co fé neceTarie alla vita , delle quali la natura ha for- nito duello Paefe . L Inglefe Aut. del Cazz. Amerk. v. Chili.
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poiché una gran parte de9 monti, principalmente di quei , che compongono gli Andes , rion fono flati anche calcati da umano piede , per quello , che fem- bra , e ilccome ogni di fi ritrovano minerali nuovi nelle contrade frequentate , così fi può fondatamen- te penfare , o credere, che nelle montagne più al- te , e nei liti più afpri 3 dove i metalli , e le gem- me fi dilettano di nafconderfi , pofifan© trovarli delle ricchezze immenfe ,
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Tim della Prima Parte .
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COMPENDIO
Della. Jloria Geografica , Katurale , e Civile del Regno del Ch'ile.
PARTE IL
§. I.
I. «^iS$y^L ChJle , quando vi entrarono gli Spa~ gnuoli, era talmente popolato, che tutti i monti, non che le valli , e le pianure 5 erano pieni di gen- te ; la quale viveva difperfa qua 3 e là fotto molti piccioli principi, ò regoli chiamati nella lingua del Paefe Vlmenes . Tutti quefH abitanti non formavano, che una fola Nazione , benché divifa m molte Tri- bù , porche tutti parlavano lo fieffo linguaggio , a- vevano lo fteffo colore , e gli fteifi coftumi % e fi conducevano preflb a poco per la medefima forma^ di governo. Eflcndovi arrivati gli Spagnuoli , ed a- vendo fignoreggiato tutto quel tratto di Paefe 5 che ca- de tra i gradi 24. e %& di latit. Auftr. i Cofiapnì 5 i Coquimbctnì. i Quììlot&ni , i Mapochìni/i Promocaes s ì Curi, i 6auqnes°, ed i fenconì 5 che vi abitavano,,
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ne difparirono a poco a poco, o fia perchè s' incor- porarono coi loro vincitori, o perchè perduto il Do- minio delle loro terre , fé ne ritirarono appreffo gli altri loro compatriota , che difendevano con vi- gore la loro libertà. I piccoli avanzi , che reftano àdle accennate tribù, vivono infieme coi loro con- quiflatori , o in borgni feparati fotto diverfi Si- gnori Spagnuoli , a cui pagano un certo tributo fotto il titolo di Commendatalo fteffo accadeteli' Arcipelago di Chiloe, ma vi fi conferva ancora un gran numero dei primitivi abitanti , la maggior par- te dei- quali è f oggetti ai Gommefldafarj Spagnuoli. Te ne fono altri tra i Naturali del Continente ver~ fo le frontiere Auftrali, che dividono gli Spagnuoli dagli Araucani, di cui parleremmo più abbatto, i quali abbandonata V alleanza di quefti ultimi, fi col- legarono co* i primi, e vivono al preferite fotto la loro protezione, liberi affatto da ogni fpecie d' ag- gravj , e folamente obbligati ad affiflere , come au- iiliari, nelle loro truppe. la forte però ad Mon. lanari, e di quei che abitano nelle pianure tra i gra- dì 37- , e 41* è molto di/Ferente. Quefti godono fi. jiora della loro libertà , e fi mantengono in quel ge- nere di vita in cui furono trovati dagli Spagnuoli . Tutto il Chile dunque è al prefente abitato i. dagl' Indiani, o Nazionali Primitivi, a. Dagli Spagnuoli
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3. Dai Negri , che vi fono trafportati dall' Africa.
4. Dai mifti , che Vengono dalla mefcolanza di que- lle differenti clafli di genti .
II.Gl* Indiani Barbari ( per diftiiìguerli così da quel- li, che vivono tra gli Spagniioli,dicui teftè abbiamo parlato ) fi dividono in montanari, ed abitanti del- le pianure. I Montanari > che fono i Chi quill cinedi Feguencbes, ed i Pueìches dimorano nelle vallate de- gli Andes fotto tende di cuojo di Huaxato $ che tra- fportano , quando loro torna a conto , da uh fito a T altro , e fi foftentano con carne di cavallo. I ChìquilUnes fi flendono nella parte più orientale di quella montagna dal grado 34- fino al 34» e mezzo incirca» Quefta tribù poco numerofa è la più barba- ra di tutte le Chilene : va quafi ignuda , e il fuo linguaggi© è un gergo del Chileno affai guaito , e gutturale I Veguenches principiano all' Occidente.* dai Chìquillanes , e arrivano fin al grado 37. Sono divifi in molte dinafìie indipendenti V una dall' al- tra; fi veftono di lana, ed in luogo di brache fi avvolgono un pezzo di tela quadrilunga , che pende dalla cintura in giù. Quefti popoli fono gli unici fra gì' indigeni Cliileni , che fi fervono di fcarpe-» contro 1' ufanza indifpenfabile dei loro compatriot- ti , che fempre vanno fcalzi . Per far quefte fcarpe levane dalle gambe polienori della vacca il cuojo
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dal garetto in giù ; indi mettono il piede in quefto cuojo tutto frefeo per modellarlo , e quando fi afeiu- ga bene, lo ungono con del fevo , di maniera, che diventa morbido , come una pelle conciata . Le lo- ro armi fono la lancia , la fciabla , ed i L&ques * QucfH laques , che fempre portano alla cintura , fo- no óuq f&ffi rotondi , pefanti da cinque in fei libbre, coperti di cuojo , e legati infieme con un laccio , o flrifcia parimente di cuojo lunga quattro in cinque^ piedi . Quando vogliono fervifene , prendono P uno de' fafli colla mano , e aggirando P altro ali* intor- no li gettano con gran violenza fopra i nemici , o alle gambe, dei loro cavalli, col fine di avviluppar- li , come quafi fempre loro riefee . Adoperangli an- cora nella caccia , e con etti prendono gli uccelli grotti , e gli animali felvatici . I Teguenches fono i più trafficanti dei Chileni , e fanno il loro commer- cio cogli Spagnuoli , ma tutto per via di baratto , perchè non tifano moneta alcuna. Le Colonie, che fé n' erano ftabilite nelle campagne vicine alle falde orientali degli Andcs negoziavano cogli abitanti del- la Provincia di Cujo , e talvolta faccheggiavano le tenute, ed i borghi appartenenti alla Citta ài Bue- xos-ayres , ed affalivano le Carovane Spagnuole, che vi andavano per motivo di commercio ; ma quelle Colonie f dopo una guerra oftinata di dieci anni ,
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furono affatto rovinate, ed i loro abitanti perfegtii- tati fin dentro degli Andes dai Vampas popoli orien- tali, e vagabondi . I Puelcbes confinano coi Peguew- ehes , e fi fendono fino al grado 43.: fi dividono in Orientali, ed Occidentali : .quefti abitano nelle vai- li degli Andes, e quelli nelle pianure , che ftanno a Levante di quefta montagna, che abbandonarono,© per la moltitudine della gente , o per cercarli ilabi- limenti più comodi . Quefti popoli furono nel feco- lo paffato alleati coftanti degli Araucani , e al pre- fente fono interamente uniti al loro dominio, e ne formano una delle quattro grandi parti in cui elfo fi divide. I barbari abitanti delle pianure fono i KuU lìches , i Gìunqui , o Juncos , e gli Araucani . I Huil- ììches dimorano tra il Fiume Bueno e V Arcipelago di Chiloe : 1 Gìunqui tra il fiume di VaUivìa , e lo fretto Arcipelago lungo le coftiere del Mare . Que- ite due Tribù alleate degli Araucani fono valorofe, e molto contrarie agli Spagnuoli , a cui chiudono le ftrade, che per terra conducono alle Ifole di chiloe .
III. Gli Araucani confinano al Settentrione col fiume Bicbio , che li divide dagli Spagnuoli *• ali* Occidente col mar Pacifico ; a mezzodì col fiume di Valdivia , che li fepara dai Juncht , e all' Orien- te colle contrade Patagonìch? , di maniera che ven- gono
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gono comprefi fra i gradi 36-45 , e 40 incirca. Quella e la Nazione più celebre di tutta 1' Ame- rica , non che del Chile , pel fuo valore , pel fuo governo militare , e per le quali continue guerre , che ha foltenute contro gli Spagnuoli dal principio della conquida fino a noftri dì . Quelle guerre fo- lio fiate celebrate da loro ftelfi contrarj , e in par- ticolare da Don Alfonfo d' Ercila, e da Don Fer- nando Alvarez de' Toledo nei loro Poemi Spagnuoli intitolati V Araucana , de* quali il primo, eh' era perfona d' alto rango , e fé ne trovò in fette bat- taglie campali , ne loda grandemente V arte mili- tare, e la coftan^a con cui quello popolo difende.* la fua libertà . Il nome di Araucani Jor viene dalla Provincia di Arauco piccola , ma che tiene il pri- mato fopra tutte le altre, come P Olanda rifpetto alle Provincie unite , o fia perchè elfa ne fece antica- mente la Conquida , ò perchè fu la prima a colle- garfi colle fue vicine. Il nome più ordinario però con cui elfi fi dimandano , è quello di Aucà y che vuol dire uomo di guerra ,
IV. Quelli Araucani fono ordinariamente di ftatura regolare ? membruti ? ma ben proporzionati. La loro tefta, e faccia fono rotonde , la fronte piccio- la, il nafo un pò fchiacciato , gli occhi piutofto pic- coli, e vivi, il petto , e le fpalle larghe, le mani
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e le dita grofie , e corte , i piedi piccoli , e piatti. Nel loro vifaggio non fi vede mai barba alcuna, co- sì perchè ne fono naturalmente privi , come perchè qnando vi viene qualche pelo , lo fterpano pronta- mente con certe mollette , che portano fempre al col- lo . Quantunque eglino fiano j più bianchi di tutti i Naturali dell' America Meridionale , contuttociò ' hanno la carnagione un pò olivastra, ed i capelli neri , e ruvidi , Gli abitanti però della Provincia di Boroa , fituata nel centro delle loro terre fono af contrario bianchi , rolli , ed hanno gli occhi cileftri, ed i capelli biondi come quelli degli Europei , che nafeono dal grado 44. in sii , Eifendo la compie/fio- ne degli Araucani robuftiffima , non cagiona in. eni il tempo , fé non tardi, quelle mutazioni , a cui van- no foggetti gli attempati. Dopo i feffanta o fet- tanta anni di età cominciano a incanutire , e non-, diventano calvi, fé non quando fi avvicinano ai cen- to anni . La loro vita è più lunga di quella degli Spagnuoli , e fé ne veggono molti , manime fra le donne , che campano oltre ai cento anni , ed iniìno all' età più decrepita confervano pure fana la denta- tura , la vifta , e la memoria .
V. Per ciò, che riguarda alle doti dell' animo, ef- fi fono generofi , ofpitali, fedeli nei contratti, inge- gnofi, intrepidi, animofi 3 collanti nelle imprefe , e
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nelle fatiche , e difgrazie della guerra , gelofi del proprio onore , fprezzatori della vita , quando il trat- ta della confervazione della patria , amanti fuor dì modo della libertà , e della guerra , che riputano come la forgente della vera gloria dell' uomo . Quefte qualità però vengono offufcate fovente dall* ubbriacchezza , à cui fi abbandonano fenza mifura, sali' infingardaggine rifpetto air economìa domefti- ca , e da un amore frenetico di vendicarti de' loro nemici . V incontinenza prerTo loro non è un vizio co- mune , e nelle converfazioni più familiari quafi mai fi odono delle parole difonefte. Benché la poligamia fia autorizzata dalle loro leggi, e coftumi, il nu- mero delle donne s' indirizza più all' oftentazione, e all' intererte , che quindi loro proviene , che alla fodisfazione dell' appetito. Le virtudi più (limate tra loro fono il coraggio , la fagacità , il fecreto , V aftuzia, la fcicnza militare, 1' amore della patria, I' odio ad ogni genere di fervitù , la coftanza nelle fatiche, ed in fomma tutte quelle che formano uhl. uomo guerriero: di tutte le altre fan poco conto. VI. La loro lingua , che non è diverfa dalla_ generale del Chile , è forfè una deHe più ammira- bili , che li trovano al Mondo . Ella è dolce , efpref- iìva, abbondante, e compofla con un' armonia, ò sieccanifmo fi artifiziofo , che pare inventata dopo
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un ftudio continuo da perfone dotte, ed intelligen- ti nelle fcienze geometriche.il fuo alfabeto ha due lettere di più incognite agli Europei , ciò è un G nafale, e un th che fi pronuncia toccando il pala-» to colla lingua. Vi fono ancora due 17, comenell* alfabeto Francefe . La F , e la Z non fi trovano in alcuna delle loro parole, fé pure non fi voglia fa- re Fi' U confonante * Tutti i nomi fi declinano per una declinazióne , e tutti i verbi per una fola con- jugazione. La maraviglia maggior fi è, che ncli* abbondanza prodigiofa de' nomi, e de9 verbi di que- fta lingua, non $' incontra un nome, neppur ur^. verbo defettivo , ò anomalo . Onde fé ne poffono fcrivere tutti i precetti in una carta , e impararne la Teoria in otto giorni . Ella , come la Greca , ha i duali nei nomi, e nei verbi in tutte le tre perfo- ne del plurale, gli Aorifti , e 1' ufo frequente dei participi , e delle compofizxoni , nel che è più ricca ancora di quella lingua . Come la Latina , ha tutti gli altri tempi , i modi ,\ e la voce attiva , e paffiva . I cali dei nomi, e le perfone dei verbi fidiftinguo* no per via di particole pofpofte, I tempi, ed imo- di per mèzzo d* altre particelle trapofte . Le parti- celle, che terminano le perfone del prefente dell* indicativo , terminano eziandio le perfone degli al- tri tempi dello ftefTo indicativo , i quali non varia- I no
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no fra loro , fé non per la particola caratteriftica^ di ogni tempo . Lo fieflb accade negli altri modi . L' indicativo del verbo Elun , che fignifica dare, ci fervirà di faggio di fi fatto artifizio. Vref. Sig, Elun dò
E luì mi dai £/#/ dà Duale Elulu Noi due diamo - * <
Eluimu Voi due date Uluìghu Quelli due danno Più. Eluìgn diamo Uluimn date Eluìghen danno La particola caratteriftlca dell' Imperfetto è Vu9 del Perfetto /e, del futuro a, le quali collocate avanti la n finale della prima pcrfona del verbo \ ne for- mano le prime di quefti tempi vg. Eluvun , Elujen, Eluctn . Quindi lafciando la », effi prendono le par- ticelle pofpolte delle altre perfone del prefente vg. Mluvuim: , Elujeimi , Eluaìmi , e cosi di feguito . O- ra come il più che Perfetto partecipa nella fua fi- gnificazione dell' Imperfetto , e del Perfetto, fi for- ma colle particole dy ambedue : Elujeavun, io aveva dato. Il Futuro Perfetto Umilmente fi conpone delle particelle del Futuro , e del preterito Perfetto : £/«- js*n , avrò datq . Gli Aorifìì poi ricevono le partico- le
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le di quei tempi , a cui più fi accollano nel modo dì lignificare , cioè il primo 9 quelle del Futuro , e dell' Imperfetto vg. Eluavun ; e il fecondo quelle del Preterito Perfetto, Futuro 3 e Preterito Imperfetto vg. Elujeavun. Quello flefib ordine fi oflerva colle me- delìme finali nella voce paffiva , dì cui la particola ghe collocata tra la u , o le altre finali delle perfo- ne , n* è la caratteriHica .• vg. ' Etugbe» ; Elugfaimi ; io fono dato : tu feì dato , Eluvughen , Elujeghen : io era dato ; io fui dato .
VII. Ogni verbo in quefV artifiziofa lingua di- venta coir interpofizione di varie particelle , di al- iri verbi , e dei nomi , radice di migliaja di verbi, le particelle Tran in vano , la non , Pe forfè , Ciò Infieme , Pa venire , Val potere; formano col fuddet- to verbo Elun ì verbi feguenti : Elupran, db in vano; Elulan> non dò : Elupen, forfè dò : Eluclon, db infieme con un altro : Elupany vengo a dare : Eluvaln, pojfo dare . loffono ancora formarli altri verbi con due, ò più di quelle particelle : vg. Elupelan , forfè non dò . Ve ne fono infinite altre particole , che con una^. grazia indicibile producono con quello metodo dei nuovi verbi . Quella lingua , amante fopramodo del- le compofizioni , ordinariamente li compiace di fa- re coi verbi , e coi loro accufativi altri verbi com- polli : vg. col verbo Elun, e col nome Ruca , che
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vuol dire la caia, forma il verbo Elurucan, dono lacci. fa . Oltre ciò converte tutti i nomi in verbi, e tutti i verbi in nomi, e da tutti i nomi deduce verbi, e da tutti i verbi nomi; vg. Ruca, la e afa, Rucan, far la cafa; Cujt, ia Luna , cujen , rifplendere la Luna ; Cume, buono , Cumen, effer buono ; Cudau, fatica , Cudauny durar fati- ca ; Antu, il giorno; Anturi, farfi giorno : duamen, inten- dere , duam.V intelletto . Colla ftefla libertà congiun- gendo due , o tre nomi fenza unione alcuna inter- media , ne forma un altro ; vg. Loncomilla , tefla d* Oro, viene dalle parole Lonco ,tejla ,e milla, V Oro . Molte volte riduce tutto un periodo ad un folo ver- bo ; e. g. per dire ; lutatemi a dirgli U verità , fi ferve del verbo folo Muplicolelen j e del verbo Ru- catunmaclopaen per dire : fatemi la finezza di veni- re ad aiutarmi a fabbricare una cafa . I fu0i verbi non folamente rapprefentano le azioni in generale > ma ancora fotto diverfe modificazioni ; vg. il verbo Tbanthun fignifica tirare, o gettare; huithan tirare verfo di fé ; huithun tirare al contrario; buìchunthun verfo la terra •
Vili. La Keligione degl' Araucani confifle ne? feguenti articoli . i. Credono , che ci è un Effero iupremo, a cui danno il nome di Guenupillan , che vuol dire 1' anima del Cielo . %. Dicono , che da^ eucflo Effere, o Nume fovrano dipendono gli altri
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loro Numi , i quali fono il Meulen Dio benefico ; il Huecub fpirito maligno ; a cui attrlbuifcono tutte le difgrazie, e malanni che accadono qua giù; V Epu~ namun, eh' è come il loro Marte , e di cui narrano quafi tutte le favole $ che fi raccontano degli fpi- riti folletti . V Antumnlguzn , o fia la moglie del So- le , alla quale concedono la divinità, che negano al fuo marito, cui neppure credono, che fia un effere vivente . Di tutti quefti Dei non hanno immagine alcuna, ne' templi, né altri luoghi a loro confata- ti. Nel fare la pace foglioso ammazzare alcune deì.-J 4e loro pecore particolari , chiamate , Chllllhueques % come abbiamo detto , e fpruzzare col loro fangue il ramo di Cimelio fignificativo della pace . Nel tempo ancora delle malattie gravi i loro Medici appellati Mctehì , che efercitano infieme 1* uffizio di Sacerdo- ti, cavano il cuore da una pecora, ne fucciano il fan- gue , ed afpergono di elfo gli ammalati : guardan- doli poi orribilmente con un certo giuoco di mano moftrano di aprir loro il petto . In quefto mentre.* le donne , che vi fi trovano prefenti, intuonano ua^ canto il più lugubre, che pofTa mai fentirfi . I Ma- chi incenfano verfo i quattro cantoni della ftanza con fumo dì tabacco 5 che è V incenfo , che ufano in fif- fatte cerimonie ; Indi fingendoli fpiritati fi lafciano cadere in terra , fanno des falti terribili ^ e con un
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fischio , che pare ufcito da una caverna , espongono 1* origine, i progredì , e le confeguenze del male, che poi interpretano a loro arbitrio » fé fi trovano cffer falfe » Gli ammalati frattanto invocano il Dio Uealen . Quefia cerimonia impetratola fi chiama^ id&chitun .
IX. Il più ftravagante facrifizio però è quello , che fanno per liberare, come pretendono, dal Huz- €uh\ loro grani. Quando quelli fono infettati \ o dai forei,odai vermi , ne mettono tutti quelli, che poiTono avere di quelli animali , in un facco , che portano poi a un certo prato , luogo determinato per. quello affare , dove tutti i circonvicini fi fchlerano in due file diverfamente vefliti da quello, che ce- fiumano, poiché fi cuoprono la faccia con certe ma- fchere dì legno, e il dorfo con un cuojo di bue ben fecco , dal quale dipendono molti pezzi di quelle canne dette Cele» difpofti di maniera, che fanno un grande firepito. Tutto il reilo del vellito è alTai ri- dicolo . Nel mezzo delle due Rie fi collocano gli VÌme»c,9 o Principi. Elfendo tutto preparato , una* delle file cammina verfo V Oriente , e V altra ver- fo I' Occidente, ma non tanto , che fi feparino to- talmente V una dall' altra; perchè quando V ultima di quella fila, che va all' Oriente, affronta V ulti* *no dell' altra, che gira verfo il Ponente, qutflfc,
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ritorna all' Occidente, e quella, verfó 1* Oriente* Durante quefto fucceflìvo movimento , le due file fi dicono mutuamente tutte quelle ingiurie , ed obbro- bri y che loro vengono in tefta, di cui le donne partecipano più degli Uomini. Quando fi fono così incolleriti , gli Ulmenes fé ne feparano , e quelli , che compongono le file > cominciano a batterli co ì pugni, e co i baftor.! ,■ che portano feco , di modo che molti n' efeono colle braccia rotte , e con feri- te confiderabili , e talvolta rimane qualcheduno mor-* to fui campo . Dappoiché fi fono barbaramente ba- lionati i gli Ulmenes fan la pace , e allora lafciando andar i forci , lor corrono dietro , e gli uccidono colle loro mazze»
X. Quefli popoli credono, <? confeflano 1' im- mortalità delle loro anime ; e dicono , che dopo la morte vanno fopra una balena dall' altra banda del Mare 3 dove ali* entrare , detono pagare un certo dazio a una vecchia doganiera , che vi è , la quale cava un occhio a quelli , che non lo pagano; chele anime vi godono di tutte le delizie poffibili , e ok' eternamente vi vivono mangiando delle Papero po- mi di terra nere , fenza ìollecitudine , né affanno al- cuno . V anima in quello ftato di feparazione qA corpo è chiamata Pillan. Ce ne fono dei Pillarli buo- ni, e dei cattivi , come dicono loro; I buoni fon® I 4 U
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le anime degli Araucani; i cattivi quelle dei loro ne- mici , come per efempio , quelle degli Spagnuoli . Affermano inoltre 5 che i Pillavi poffono ripaffare il Mare \ e venire ad ajutare i loro amici , o compa- triotti . Laonde quando vedono fugli Andes qualche tempefta lampeggiare , e tuonare , dicono , figuran- dovili una battaglia reale, che i loro Pillavi com- battono centro i Pillavi Spagnuoli là fu le nubi : il romore delle nuvole è il calpeflio dei cavalli ; il frequente rimbombo dei tuoni il fuono dei tambu- ri ; e il fragore dei fulmini lo ftrepito dell' artiglie- ria . Se la tempefta agitata dall' Oflro va verib le parti , che abitano gli Spagnuoli , fi rallegrano gran- demente, dicendo, che i loro Pillavi fan fuggire i Pillavi Spagnuoli , e con grandi applaufi gli anima- no gridando : ivabimv , ivabimv , fuen , ìaghemtimn , tiYequivilmv, che vuol dire.- fogniteli, feguiteli, amici, non ne obliate compaljiove . Ma fé la tempera al contrario va dal Settentrione al Mezzodì , fi contriflano, di- cendo, che i ÌQW&Pìllavi vanno fuggendo vinti da* Pillani Spagnuoli , ed efclamano : Eia volumv,puev, namuvtumv , cioè, sin s svi , fermatevi 3 amici , sfor- zatevi .
XI. Da quella perfuafione, in cui fono dell' im- mortalità delie loro anime , dipendono alcune delle cerimonie P che adoperano nei mort@ri dei loro de-
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fonti. Quando qualcuno muore* fubito ne circonda* fio il cadavere le donne , i figliuoli ,■ ed i parenti <, e lo piangono , cantando delle canzóni funefte peff un buon pezzo di tempo * Indi le donne veftendolo coi fuoi migliori abiti , ed arredi lo collocano ìfl un letto , che in quello tempo è alto ; 6 gli mettono attorno le fue armi, e qualche cofa da mangiare 5 nel qual fito fuol rimanere otto, e talvolta venti giorni 5 finché fi adunano tutti 1 parenti - Prima di portarlo al fepolcro il Mmhì , iffeàste l parenti -ali* intorno, lo difnuda , lo lava , e guarda diligentemcfl« te , fé vi fia qualche veftigio di veleno 3 poiché que* fti Medici ignoranti, o malefìci atfribuifcono a ^e« «efizio quafi tutte le malattie * Se cafo mai vi 6dm fc-uopre qualche fegno di feritalo di cofitufione3-an^ corchè fia antica s afferma effere entrato per quel* la parte il veleno datogli , apre il cadavero , ne ca« va il cuore 5 e pretende vedere In elfo gì* inditi e*» videnti di ciò, che atficura « Mentre fi fatano quefte cerimonie indifpenfabfli due giovini corrono furiefa* mente a cavallo dirimpetto alla porta della ca/L, *' Quindi veftito di nuovo il cadavere , lo portano prò* ceflìonalmente in una cajfa di legno al fepokro pre* parato : due donne vanno innanzi con due piatti di cenere, che fpargono per la Grada 5 acciò che effo «onpoffa tornar a tefa. Giunti che fono alla £efia?
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ne girano due , o tre volte all' intorno , e tutti i prefenti fanno i loro regali al morto , che gli met- tono accanto nella caffa , o bara . La catta finalmen- te fi mette nella fofla,e attorno delle vivanderei fidro, e tutto il viatico bisognevole a un viandante. Non di rado vi feppellifcono ancora un cavallo , af- finchè il defunto fé ne ferva nel fuo viaggio, fé la balena non gli piace. Fatto tutto quefto, fi cuopre la fofla con terra , e al di fopra fi alza di falli , e di zolle usa fpezie dì piramide.
XII. Sì conferva fra quefti popoli qualche me- moria del Diluvio univerfale . Quando ci viene uru terremuoto più. gagliardo degli ordinari, corrono tut- ti a' monti detti da loro Tenten , cioè , a quelli, che terminan3 in tre punte, e vi portano dei viveri per molti giorni , e dei piatti di legno fopra le lo- to tefte. Dicono, che aaticamente venne un gran diluvio, che inondò tutta la terra, ed anche i mon- ti più alti , eccettuatine i Tenten , che ne furono e- fenti , per certa virtù , che hanno dì galleggiare fili- le acque, che per quefto motivo vi procurano frap- pare, effendo da temerfi , che il Mare, dopo una feoffa violenta della terra , torni ad aanegarla, e che portano fulle tefte quei piatti di legno , perchè può accadere, che le acque diventino tanto alte, che S Tenten giungano fino al Sole, ove fi brucherebbero
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*enza dubbio le tefle * fé non ufaflerò dì fiffàtM pre- cauzione . Ma quando loro fi oppone $ che pef què* ito effetto farebbero migliori i piatti ài maiolica d! quei di legno , che col fommo ardore del Sole He* ceflariamenfe dovrebbero abbracciarli j rifponddfidj che! loro antenati fernpre preferirono i piatti di k* gno a tutti gli altri,
XIII. Il Governo Civile di quefto popolo IA«* lifìocratico con qualche rniftura di Democratico 6 tuta ta la terra , eh' elfo poHIede , fi divide feconda U fua lunghezza in quattro grandi parti ugualmente lar* ghe , e paralelle , dette: nella lingua del Paefe Ì$$M% rnapu . Quefti Utammapu prendono il nome dalli lo* io fituazioiie . Il primo fi chiama, havquen-rtiapu $ cioè terra , o paefe maritimo .• Il fecondo Ulbun* mapu terra piana : Il terzo firen-mapu terra nevico^ fa: Il quarto, che n* è il più Orientale, éguéfa mcipu terra dei Pini < Ogni Utammapu fi fuddivide ìtì parecchie Provincie , ed ogni Provincia in parecchi® contrade . In cadauno 'degli Utammapu vi è un Co* mandante fupremo detto Toqui dal verbo Hwm% che lignifica comandare . Ogni Provìncia ha il fuo Vìmmf o Ha Principe ; ed ogni contrada ancora il fuo Ulmen dipendente dal grande Ulmen della Provincia $ ficea* me quelli dipende dal fuo Toqui. Tutti quefti Uffizi fono ereditari, ed i primogeniti 5 tfclufe I* donne,
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Succedono ai loro Padri nel Toqui erto , o Dimenato * Quando ne viene a mancare la lìnea mafculìna, i Vallali! eleggono un'altra familia, dalla quale fanno II loro Ulmeny il quale non può efercitare la fua au- torità 3 finché non fia flato confermato dal Toqui dell* Utarnmapu . Qiiefti ne informa gli altri Utamma-pu, ed anche gli Spagnuoli , affinchè il nuovo Principe -venga riconofeiuto in coteflà qualità da' compatriof- tì , e dagli amici • Il fegno dell' autorità fuprema dei Toqui è una feure, o afeia di marmo nero , e quello della dignità degli Vlmenes , un baftone col pomo d' argento.
XIV. Quando fi dee trattare d* un affare ap- partenente a tutto lo flato 9 fi fa un gran congreffo di tutta la Nazione , dove quantunque gli Ulmenes iiano quelli , che vi debbono dire il loro fentimen- ao , è ancora permeilo ai vafalli di proporre quelle lagioni , che fìano importanti perla decisone. Que- llo congreffo fi chiama Aucacoìau^ cioè concilio degli Araucani , o Butha-Cojau gran concilio .
XV. Il compleffo delle loro leggi, che fi con- ferva per tradizione , fi nomina Almapu . Fra que- lle leggi fi trovano alcune affai barbare. I delitti riputati degni di gafligo in effe , fono il tradimen- to, P omicidio, P adulterio, il furto , e i venefizi. Il tradimento della Patria vien punito con pena ca- pi-
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pitale ad arbitrio del To^uì . V omicidio di rado me- nta quefta pena; purché i parenti del morto fi con- tendo della fomma, che loro efibifce V omicida, qneib ne refta libero. I Parricidi, e gli uforlcldi non fono gafhgati, poiché, fé i figliuoli ammazzano £ loro Padri, o quelli i loro Figliuoli, dicono , che colloro fpargono il loro fangue , e fé i mariti ucci- dono le loro donne, eh' erti ne fono i Padroni, e che difpongono, come tali, della loro roba, polio- che per averle fpendono i loro quattrini . V a- dultetio per 1' ordinario fi paga colla vita . Il furto fogglace ancora alla medefima pena , fé II ladro non ha una parentela numerofa , che poffa diffenderlo » Quando la parte offefa , e 1' offendente fi trovano ugualmente forti, tutte le due fi fanno vicendevol- mente la guerra , procurando 1' una rlaquiflare la fua roba , e 1" altra ritenerla . Durante quelle ofti- lità inteftine , che fi chiamano